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La rabbia degli ostetrici: così i parti sono più a rischio

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Chiedono soprattutto che venga loro riconosciuta eguale dignità rispetto a categorie professionali di stesso livello. Sono gli ostetrici, i quali, a fronte del nuovo CCNL, non hanno visto premiati in termini economici, gli sforzi profusi al pari dei loro colleghi, durante i difficili mesi della pandemia da Covid.

“Siamo stati oggetto di una vera e propria discriminazione – sottolinea Daniele Composto, ostetrico a Torino, operativo in sala parto – . L’ostetrico per definizione è il professionista sanitario che, in autonomia, con scienza e coscienza e sulla base delle competenze acquisite, è responsabile del processo di prevenzione, cura, assistenza e riabilitazione in tutte le aree citate per promuovere e tutelare la salute di donne, bambini, coppie e famiglie. Durante la pandemia – spiega Composto – è stata istituita la legge 178/2020, che parla solo di infermieri, non contemplando la figura dell’ostetrica/o che è di identica categoria”.

Quel che brucia di più è che nel Contratto Collettivo Nazionale recentemente aggiornato, sia stata istituita una indennità specifica infermieristica (basata proprio sulla legge di cui sopra) e non ne sia stata prevista una identica per la professione ostetrica che è stata invece collocata nella categoria delle attività raggruppate sotto la voce “tutela del malato e promozione della salute”. 

“Ecco perché parliamo di discriminazione bella e buona. La professione ostetrica è inserita tra quelle assistenziali alla stregua degli infermieri, infermieri pediatrici e puericultrici. Perfino il percorso di studi è simile, almeno per quanto riguarda il primo anno, si diversifica poi nel biennio. E la laurea specialistica si chiama guarda caso “Scienze Infermieristiche ed Ostetriche””.

Differente trattamento quindi, per categorie professionali che risultano per vari motivi sullo stesso piano e che, nel corso di questi ultimi mesi segnati da una emergenza sanitaria con pochi precedenti, hanno dovuto mettere in campo energie, fatica e sforzi in misura paritaria.  “Non ci siamo mai fermati durante la pandemia e continuiamo ogni giorno ad accogliere le nascite, le mamme, i bambini e le famiglie, ognuno svolgendo precise attività assistenziali di competenza”, dice Composto.

In prima linea con Covid

In questi ultimi due anni, il personale sanitario, tutti ce ne siamo resi conto, si è trovato suo malgrado in prima linea rispetto ad altri settori professionali. Frullato nel vortice della tragedia che ha coinvolto l’intero Paese. Obbligato a gestire la quotidianità del servizio in parallelo alla straordinarietà dei nuovi eventi. “L’assistenza attiva al travaglio e parto è una condizione di forte fragilità per la donna e la coppia – fa notare Composto -. La presenza dell’ostetrica è attiva e costante e rimanere rinchiusi in una tuta con maschera e visiera anche per 8 ore di fila è stato ed è tuttora terrificante, pesante e psicologicamente debilitante. Il personale sanitario è allo stremo delle forze, anche fra gli ostetrici, come è accaduto agli infermieri e a tutti gli altri operatori sanitari, ci sono stati casi di contagiati da coronavirus e coprire i turni h 24 non è stato affatto semplice”. 

E poi il problema degli strumenti da utilizzare per i parti che debbono necessariamente essere gestiti con estrema accortezza, vigilando sulla sterilità di ogni oggetto. “Abbiamo affrontato enormi difficoltà nelle sale operatorie! Perché l’ostetrico lavora anche come strumentista negli spazi adibiti ai tagli cesarei. E ovviamente anche la chirurgia non è stata esclusa dalla presenza del Covid”, fa notare Composto.

Siamo uniti, in tutto il Paese

Adesso la categoria chiede quindi che la legge sopracitata venga modificata, includendo “per logica e correttezza”, come tiene a sottolineare il nostro interlocutore, la categoria degli ostetrici. Il tutto possibilmente in anticipo sulla firma definitiva del nuovo CCNL. “Per la prima volta da anni vedo l’unione di tutti i professionisti ostetrici – osserva Composto -. Grazie a questa ennesima discriminazione, c’è un fronte compatto, abbiamo alzato la testa, da Nord a Sud per un unico obiettivo. Noi ci crediamo, noi ci siamo e ci saremo sempre per le donne per le coppie per i bambini e per tutti quegli aspetti meravigliosi che la professione ostetrica racchiude”. 

 



www.repubblica.it 2022-07-05 08:58:43

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