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Hiv, quarto caso al mondo di guarigione

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“Quando mi è stato diagnosticato l’HIV nel 1988, come a molti altri, ho pensato che fosse una condanna a morte. Non ho mai pensato che sarei vissuto abbastanza per vedere il giorno in cui non avrei più avuto il virus”. Sono le parole del paziente della “Città della Speranza”, così come è stato soprannominato prendendo in prestito il nome dell’ospedale in cui è stato curato, il City of Hope National Medical Center di Duarte, in California. Si tratta della quarta persona al mondo che sembra – la cautela è d’obbligo – aver sconfitto completamente il virus dell’HIV.

L’uomo, 63 anni, che preferisce rimanere anonimo, ha convissuto con l’HIV per oltre 30 anni, precisamente dal 1988, l’anno in cui ha ricevuto la terribile diagnosi. Per più della metà della sua vita è stato costretto a seguire la terapia antiretrovirale, che consente alle persone sieropositive di tenere sotto controllo il virus, di scongiurare l’Aids e di avere così un’aspettativa di vita quasi normale. Invece, da oltre 17 mesi è in remissione: nel suo sangue non c’è alcuna traccia di HIV, nonostante abbia smesso di assumere i suoi farmaci.

A essere determinante sarebbe stato il trapianto di midollo osseo a cui è stato sottoposto per curare una forma di leucemia. Solo dopo, casualmente, i medici hanno scoperto che il donatore di midollo è una di quelle persone naturalmente resistenti al virus dell’HIV. Il caso è stato presentato alla Conferenza Internazionale sull’AIDS 2022 a Montreal, in Canada.

Oggi il paziente dice di essere “molto grato” per la sua presunta guarigione. Molti dei suoi amici non sono stati altrettanto fortunati e sono morti a causa dell’HIV, quando ancora non si sapeva che i farmaci antiretrovirali potessero aiutare queste persone a tenere a bada l’infezione. A controllarla, ma non a guarirla.

Il virus dell’Hiv, infatti, danneggia il sistema immunitario del corpo e questo può portare all’AIDS. Il virus entra nei globuli bianchi del nostro corpo utilizzando una porta microscopica, una proteina chiamata CCR5. Tuttavia, alcune persone, incluso il donatore, hanno mutazioni CCR5 che bloccano questa porta e tengono fuori il virus. “In questo modo il paziente trattato ha ripopolato l’organismo con cellule immunitarie che non potevano più essere infettate”, spiega Giovanni Maga, direttore dell’Istituto di Genetica Molecolare del Consiglio Nazionale delle Ricerche e autore del libro Aids: la verità negata (Il Pensiero Scientifico Editore). “Quindi l’organismo ha naturalmente eliminato gli ultimi serbatoi che costringevano questa persona, come tutte le persone contagiate, a prendere la terapia antiretrovirale”, aggiunge.

Dopo 30 anni ha sospeso la terapia

Anche i medici dell’uomo sono al settimo cielo per l’inaspettata guarigione. “Siamo stati entusiasti di fargli sapere che il suo HIV è in remissione e che non ha più bisogno di prendere la terapia antiretrovirale che aveva seguito per oltre 30 anni”, riferisce Jana Dickter, medico specializzato in malattie infettive presso il City of Hope National Medical Center.

Questo è il paziente più anziano tra i guariti

Di casi come questi ne sono stati documentati solo altri 3 in tutto il mondo. Il primo è quello del “paziente di Berlino”, Timothy Ray Brown guarito nel 2011. Il paziente di City of Hope è quello più anziano dei “4 guariti” ad essere trattato in questo modo ed è anche quello che ha convissuto con il virus per più tempo. Tuttavia, questa bella notizia va accolta con molta cautela. “E’ chiaro che questo approccio non può essere proposto su larga scala”, precisa Maga. Non si possono sottoporre tutte le 38 milioni di persone nel mondo attualmente infette a un trapianto di midollo osseo. “È una procedura complessa con potenziali effetti collaterali significativi”, spiega Dickter. “Quindi, non è davvero un’opzione adatta per la maggior parte delle persone che vivono con l’HIV”, aggiunge.

Obiettivo: colpire CCR5

Ora i ricercatori stanno cercando modi per prendere di mira CCR5 utilizzando la terapia genica come potenziale trattamento. “Il valore di casi come questi – commenta Maga – è che ancora una volta si dimostra che, rendendo il nostro sistema immunitario resistente all’infezione o potenziandolo in modo che possa più efficacemente eliminare quelle poche cellule infette che giornalmente si rigenerano, possiamo sperare di eradicare completamente l’infezione. Da qui nascono idee per nuovi approcci, come terapia genica, i vaccini terapeutici oppure farmaci sempre più potenti che forse un giorno potranno consentire di eradicare il virus”. Siamo ancora lontani dal traguardo ambito. “Una cura rimane il Santo Graal della ricerca”, commenta Sharon Lewin, presidente eletta dell’International Aids Society.



www.repubblica.it 2022-07-28 13:38:22

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