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Orgasmo, il piacere che fa bene (anche) alla salute

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Voglia di leggerezza: per molti iniziano le vacanze, con più tempo libero da dedicare anche all’amore e alla sessualità. Che si sia single o in coppia, riscoprire il piacere sessuale è una tappa importante per il proprio benessere psico-fisico oltre che per mantenere in vita una relazione amorosa.

Ed è forse anche per questo che tra le letture più diffuse sotto l’ombrellone (e in generale in vacanza) c’è ‘Be Kinky! – 12 (e più) esperienze per un anno di piacere’, scritto dall’esperto in educazione sessuale Andrea Farolfi (Giunti Editore) che rappresenta un invito a sperimentare e divertirsi insieme alla scoperta di piaceri che hanno a che fare con la sensualità. In occasione della Giornata mondiale dell’orgasmo che si celebra il 31 luglio e in vista della Giornata internazionale dell’orgasmo femminile (8 agosto), cerchiamo di capire dal punto di vista della salute cosa può ostacolare l’orgasmo e cosa, invece, lo favorisce.

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L’orgasmo femminile

Dal dolore durante i rapporti sessuali, a contrazioni involontarie dolorose dei muscoli intorno alla vagina, fino alla mancanza di desiderio e problemi con l’eccitazione o l’orgasmo. Sono molte le questioni che spesso vengono lasciate irrisolte nella sfera intima femminile. Infatti, in Italia tra il 30% e il 50% delle donne presenta problemi sessuali nel corso della vita e a risentirne è anche il piacere sessuale. “L’orgasmo – spiega Rossella Nappi, docente dell’Università di Pavia e membro del direttivo della Società Internazionale di Endocrinologia – prevede il perfetto funzionamento del sistema neurovascolare e neuromuscolare periferico, ma integra una serie di componenti del sistema nervoso centrale che hanno a che fare con la soddisfazione mentale ed i meccanismi di ricompensa cerebrali”.

Gli ostacoli al piacere

Ma quali sono le patologie femminili che possono ostacolare il raggiungimento dell’orgasmo? “Le principali cause – risponde Nappi – sono legate alle disfunzioni del pavimento pelvico, alla chirurgia pelvica che comporta una denervazione degli organi genitali, alle principali malattie neurologiche, ma soprattutto all’uso di alcuni psicofarmaci e a stati di carenza ormonale che bloccano il riflesso orgasmico generato dalla stimolazione genitale”.

In tutti i casi in cui c’è lassità vaginale come accade dopo un parto difficile può verificarsi un’alterazione della cosiddetta piattaforma neuromuscolare che scatena le contrazioni orgasmiche.

“Tutti gli stati patologici che colpiscono l’integrità del sistema nervoso centrale e periferico, dalle malattie neurodegenerative a quelle infiammatorie ed autoimmuni fino alle lesioni spinali e alla chirurgia radicale, per esempio, per un tumore della cervice uterina interrompono la trasmissione dei messaggi che regolano la contrazione muscolare e bloccano il rilascio dell’ossitocina che media la risposta orgasmica a livello del sistema nervoso centrale e periferico”, prosegua la ginecologa. 

Recuperare l’efficienza sessuale

Si tratta di condizioni superabili e che non vanno considerate un limite alla propria sessualità. “Per favorire l’orgasmo – spiega Nappi – bisogna lavorare sui meccanismi che riducono la nostra inibizione a livello del sistema nervoso centrale dove i centri cerebrali superiori svolgono il ruolo di censori della sessualità. Dunque, spazio alle fantasie, ai ricordi, agli stimoli e ai pensieri più nascosti per forzare i sistemi eccitatori a discapito di quelli inibitori”.

Può essere utile anche lavorare sulla consapevolezza corporea con esercizi del pavimento pelvico: “E’ importante – continua la ginecologa – rafforzare la muscolatura con tecniche di elettrostimolazione e biofeedback, oltre che con la radiofrequenza per aumentare l’elasticità e l’innervazione periferica. Anche piccoli sex toys possono aiutare come le palline della Geisha che migliorano il controllo neuromuscolare e stimolano l’afflusso di sangue ai genitali”.

Una questione di salute

Oltre che per il piacere che provoca, raggiungere l’orgasmo ha un effetto benefico generale. Prima di tutto perché allevia le tensioni e grazie alla produzione di endorfine ci fa sentire meglio. Ma c’è di più: uno studio sull’American Journal of Cardiology segnala come una vita sessuale regolare consente di ridurre del 45% il rischio di sviluppare problemi cardiovascolari. 

Per gli uomini, poi, c’è qualche vantaggio in più. Spesso preoccupati delle loro performance sessuali, in molti chiedono all’andrologo quante volte dovrebbero avere un’eiaculazione per essere nella ‘norma’.

I dubbi degli uomini

“E’ una delle domande più frequenti che ricevo – spiega Salvatore Sansalone, specialista in Urologia e Andrologia presso l’Università di Tor Vergata e membro del Comitato Esecutivo dell’European Society for Sexual Medicine.

“Anche se non esiste, ovviamente, un numero ideale scientificamente definito di volte al giorno, alla settimana o al mese, una eiaculazione frequente fa bene alla fertilità e alla prostata, tanto da diminuire il rischio di sviluppare un tumore. Per dare una indicazione di massima possiamo dire che un giusto ‘ricambio’ delle cellule si ottiene con una eiaculazione ogni due giorni e 20 al mese sono ancora meglio, così come stabilito in una ricerca presentata qualche tempo fa al Congresso Europeo di Urologia”. 

Piacere senza penetrazione

Guai a pensare, però, che l’orgasmo sia soltanto penetrativo. Numerosi studi dimostrano come il piacere possa arrivare anche facendo a meno della penetrazione. “La maggior parte delle donne – chiarisce Roberta Rossi, psicoterapeuta e sessuologa

dell’Istituto di sessuologia clinica – prova piacere con una stimolazione diretta o indiretta del clitoride”. Cosa si intende per stimolazione indiretta? “Significa che durante la penetrazione, le grandi e piccole labbra si tendono o muovono per

la posizione assunta o per i movimenti che si fanno insieme al partner e che causano una frizione sul clitoride”, risponde la sessuologa. E poi alcune donne raggiungono il piacere anche solo con la stimolazione dei capezzoli, ma a volte si sentono in imbarazzo per questo e temono che il partner possa pensare che non sia stato ‘abbastanza bravo’ da farle raggiungere l’orgasmo con la penetrazione.

“La donna – spiega Rossi – non deve sentirsi ‘sbagliata’ se non raggiunge il picco del piacere durante l’amplesso tant’è vero che oggi non possiamo più fare diagnosi di anorgasmia su queste basi perché il manuale diagnostico per le disfunzioni sessuali ha eliminato questo criterio”.

Letture e documentari per saperne di più

Tutti ricordiamo il celebre film di Carlo Verdone e la frase “O famo strano?” detta da un personaggio per invitare la partner a fare sesso mentre la macchina sfreccia a tutta velocità in autostrada. Questa espressione ha fatto nascere il termine ‘famolostranista’ che indica una persona incline a sperimentare situazioni insolite nella sessualità.

Ma oggi si usa il termine ‘kinkster’ che rimanda a una sessualità positiva, piacevole, condivisa e divertente come spiega nel suo libro ‘Be Kinky!’ Andrea Farolfi, esperto in educazione sessuale: “Chi ha un approccio responsabile alla sessualità ‘kinky’ – chiarisce – è consapevole che alcune pratiche necessitano di un’adeguata preparazione tecnica, si informa attraverso i libri, articoli e seminari. Tutta l’esperienza della scoperta delle varie pratiche può essere essa stessa un momento di condivisione e crescita all’interno della coppia. Un invito a sperimentare e divertirsi insieme alla scoperta di piaceri che hanno a che fare con la sensualità, la costrizione, lo scambio di potere, il sadomasochismo e una guida per superare tanti tabù e ad avere un approccio creativo e ludico alla sessualità”.

Sextape

E proprio in occasione della Giornata mondiale dell’orgasmo e poi di quella dedicata all’orgasmo femminile, la versione italiana del canale culturale Arte.Tv (arte.tv/it) propone una riflessione a 360 gradi sul tema e suggerisce i migliori documentari e serie animate per stimolare il dialogo e approfondire i mille volti della sfera sessuale: dal fenomeno dei sextape all’autoerotismo femminile, dagli stereotipi all’astinenza.

 

 

 

 

 

 

 

 



www.repubblica.it 2022-07-30 08:54:47

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