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Piano Piano, crescere a Napoli tra scudetto e sgomberi – Lombardia

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Film di Prosatore con Truppo debutta a Locarno in Piazza Grande

(ANSA) – ROMA, 05 AGO – Napoli nel 1987, l’anno del primo
scudetto del Napoli con Maradona superstar, si dimostra ancora
una volta un luogo catartico. Dopo E’ stata la mano di Dio di
Paolo Sorrentino, torna come ambientazione di Piano Piano,
l’opera prima di Nicola Prosatore (“il soggetto del film, con
questa ambientazione, è nato sette anni fa in realtà…. il
lavoro sul film è stato un lungo percorso” dice il regista
all’ANSA), che debutta in Piazza Grande al Locarno Film
Festival. Un esordio per il cineasta (vincitore anche nel 2022
del Nastro d’argento per il miglior corto con Destinata Coniugi
Lo Giglio) che arriva qualche settimana prima del debutto a
settembre su Netflix di Wanna, docuserie di Alessandro
Garramone, anche coautore con Davide Bandiera, per la regia di
Prosatore.
Protagonista di Piano Piano è la 13enne Anna (l’esordiente
Dominique Donnarumma), che ha un rapporto conflittuale con la
madre Susi (Antonia Truppo anche cosceneggiatrice e
coproduttrice), intenzionata a dare alla figlia una vita
migliore della sua. Una prospettiva che Susi lega anche
all’annunciato sgombero della palazzina di periferia dove
vivono, per far spazio alla sopraelevata dell’asse mediano e il
trasferimento per tutti gli inquilini in una nuova casa.
   
L’incontro di Anna con il coetaneo Peppino (Giuseppe Pirozzi),
una camorra di quartiere e una figura misteriosa che si nasconde
in una capanna portano la tredicenne ad aprire gli occhi. La
storia che ha fra gli interpreti anche Lello Arena e Giovanni
Esposito contiene degli elementi che vengono dai ricordi di
Antonia Truppo, compagna nella vita di Prosatore: “Undici anni
fa mi ha raccontato questo episodio della sua infanzia, quando
la masseria dove viveva a Capodichino, fu espropriata per
realizzare il contenitore dell’asse mediano. Ho pensato subito
che sarebbe stato un gran film”.
   
Per il cineasta napoletano, classe 1979, già regista di varie
docuserie, Piano Piano “è innanzitutto un racconto di
formazione, poi l’incrociarsi di un triangolo di rapporti fra
genitori e figli, il tutto attraverso il filtro di favola
iperrealista.. Ci sono tanti elementi molto veri e credibili ma
vengono letti dagli occhi di Anna”. (ANSA).
   

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