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Varianti Covid come onde nell’acqua, gli esperti: le pandemie saranno intermittenti

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Nel prossimo futuro dovremo procedere a stretto contatto con le nuove varianti Covid, camminare parallelamente ad esse e osservarle. Sarà un futuro di pandemie intermittenti quello che ci attende? La domanda trova una risposta in uno studio condotto da un gruppo di scienziati dell’Imperial College London e pubblicato su Nature Communications. L’équipe ha analizzato e stimato la dinamica dell’ondata di Omicron dal 9 settembre 2021 al 1 marzo 2022, utilizzando i dati dello studio React-1, una serie di indagini trasversali che valutano la prevalenza dell’infezione da Sars-CoV-2 in Inghilterra.

Varianti come onde nell’acqua

L’immagine è quella di onde nell’acqua create da un sasso: si propagano concentriche e intermittenti. Il pensiero degli scienziati alle prese con l’osservazione delle varianti Covid, si può sintetizzare in questo modo: la pandemia di Sars-CoV-2 è stata caratterizzata “dall’emergere regolare di varianti”. Con l’immunità della popolazione naturale e indotta dal vaccino a livelli elevati, la pressione evolutiva “favorisce le varianti che sono meglio in grado di eludere gli anticorpi neutralizzanti”. In particolare, “la variante Omicron ha mostrato un alto grado di evasione immunitaria, portando a un aumento dei tassi di infezione in tutto il mondo”. Quindi, “supponendo l’emergere di ulteriori varianti distinte, epidemie intermittenti di entità simile potrebbero diventare la nuova normalità”.

Cosa si nasconde dietro ai picchi in sequenza

Ma come si è arrivati a queste conclusioni? Gli autori della ricerca hanno stimato un picco iniziale nella prevalenza nazionale di Omicron del 6,89% (5,34%-10,61%) concentrato gennaio 2022, seguito da una recrudescenza delle infezioni da Sars-CoV-2 quando il sottolignaggio Omicron più trasmissibile, ossia BA.2, ha sostituito BA.1 e BA.1.1.
Poi si è arrivati a febbraio, e in quel caso gli scienziati hanno osservato che la prevalenza di Omicron 2 (BA.2) è aumentata costantemente, mentre la prevalenza di Omicron non BA.2 è diminuita. Dunque hanno ritenuto che, “poiché l’incidenza cumulativa e la copertura vaccinale continuano ad aumentare, il virus si troverà a competere con un panorama immunitario diversificato e complesso all’interno della popolazione umana. Di conseguenza, la dinamica evolutiva del virus sarà dominata dall’evasione immunitaria”.

“Una tendenza che continuerà”

Il fatto è che le varianti di preoccupazione (Voc) continuano ad emergere pressoché regolarmente. Durante i primi due anni di pandemia di Covid, dunque, secondo i ricercatori londinesi “non ci sono ragioni per credere che questa tendenza non continuerà”. E ricordanno che “altre infezioni respiratorie come l’influenza portano epidemie annuali dovute all’emergere di nuovi ceppi in grado di navigare meglio nel panorama immunitario”.
“Se vediamo una tendenza simile per Sars-CoV-2, allora le onde intermittenti di infezione di entità vicina a Omicron rientrano nei limiti delle possibilità”, agiungono. La sorveglianza continua, i richiami vaccinali e gli aggiornamenti dei vaccini, sottolineano gli autori, “saranno cruciali per ridurre al minimo gli effetti dannosi di questo nuovo paradigma di salute pubblica”. E “una maggiore equità nell’accesso ai vaccini a livello mondiale può aiutare a ridurre il tasso di comparsa di queste varianti dannose”.

Lo Palco: “Epidemie intermittenti nel breve periodo”

L’epidemiologo Pier Luigi Lopalco parla di “scenario molto pobabile soprattutto nel breve periodo”. Lo scenario è quello delle “pandemie intermittenti”, e secondo lui dovremo conviverci almeno nei prossimi tre-quattro anni”. Precisando: “Bisognerà vedere quale sarà l’evoluzione quando tutta la popolazione mondiale avrà potenziato la propria resistenza al virus”.
“L’abbiamo visto con Omicron: se l’impatto non è stato quello della variante di Wuhan è solo perché ci si è vaccinati – afferma Lopalco  – . Il bagaglio della nostra memoria immunologica farà a in modo che, anche davanti a una variante nuova, avremo una parziale protezione dal virus. Ma credo che sia difficile che emerga una variante, del tutto diversa, in grado di evadere il nostro sistena immunitario a livello tale da comportarsi come pandemica”.

Il vaccino resta per i più fragili

Quindi dovremo vaccinarci ancora nei prossimi due o tre anni? Per l’epidemiologo “questo è sicuramente necessario per le categorie più deboli”, perché “perdono completamente la memoria immunitaria e sono suscettibili di malattie gravi”.
Certo, riflette Lopalco “la tendenza che questo virus sta creando non ha precedenti: è la prima volta che stiamo osservando un coronavirus umano”. E a proposito del fatto che un Coronavirus passato da un animale all’uomo sia diventato endemico, l’esperto ricorda: “Questi salti di specie in passato sono già avvenuti, anche 2 mila anni fa, e probabilmente a quell’epoca hanno causato pandemie per poi evolvere in quelli che sono i coronavirus umani, come il raffreddore”.

Salti di specie, evoluzione lenta

Di certo, precisa Lopalco, “le evoluzioni in quella direzione avvengono lentamente”. Poi sposta l’accento su questa domanda: “Chiediamoci perché in questi anni abbiamo assistito a diversi salti di specie: questa è la cosa preoccupante”. “La risposta la possiamo cercare nell’antropizzazione, nel disboscamento, nei fattori ambientali che hanno portato esseri umani e animali selvatici sempre piùa stretto contatto – conclude – . Difficile dire se un domani possa emergere un Sars coronavirus 3. Sappiamo che dobbiamo osservare perché sono sempre più frequenti. Ora c’è Centaurus, che ha iniziato a circolare e non possiamo sapere quale sarà il suo comportamento. Di certo non potremo non conviverci”.

L’Oms: “Dopo il caldo l’aumento dei contagi”

Anche l’Oms, con la sua ultima pronuncia, sposa la tesi dei ricercatori dell’Imperial College London. La nuova ondata pandemica, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, arriverà quando finirà il caldo. Avremo un nuovo “aumento di infezioni, ricoveri e decessi legati al Covid”.
Perciò, prosegue l’Oms, occorre fin da ora mettere in atto misure per ridurre i rischi: “I ricoveri aumenteranno nei mesi autunnali e invernali con la riapertura delle scuole, le persone che tornano dalle vacanze e lo spostamento della socializzazione al chiuso con l’arrivo del clima più freddo”.

Continue ondate di infezione

Il documento dell’Oms, consiglia anche di prevenire la sofferenza dei servizi sanitari assumendo, pure con forme flessibili, nuovo personale. Ed evidenzia: “Esistono molti sottolignaggi della variante Omicron, in particolare BA.5 che è la più trasmissibile rilevata finora. Abbiamo ripetuto costantemente che questo virus continuerà ad evolversi e dobbiamo essere pronti”.
“Vedremo continue ondate di infezione – conclude l’Oms – ma abbiamo bisogno di non vedere continue ondate di ospedalizzazione e morte. Abbiamo gli strumenti per salvare vite umane: vaccini, test, terapie e strumenti di salute pubblica. Usiamoli”.



www.repubblica.it 2022-08-17 05:00:56

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