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Covid prima del paziente zero, risarcito corista della Scala – Lombardia

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Contagio sul percorso casa-lavoro, riconosciuto l’infortunio

(ANSA) – MILANO, 15 SET – Il paziente zero non era ancora
stato individuato ma lui il Covid lo aveva già preso il 18
febbraio: a un cantante della Scala – scrive oggi ‘Il corriere
della Sera’ nelle pagine milanesi – è arrivato il riconoscimento
dell’infortunio sul lavoro e un’integrazione delle buste paga
arretrate.
   
Del malessere, Alberto Rota, 54 anni, basso nel coro della
Scala, si è accorto subito, per quella gola che bruciava mentre
cantava ne ‘Il Trovatore’ di Verdi. Il 26 febbraio il tampone
rivela la sua positività al Covid. E poi arriva la polmonite
bilaterale. Sul fronte lavorativo, l’assenza del cantante è
inizialmente legittimata da un certificato di malattia per
‘sindrome da raffreddamento’, ma da marzo la Scala ha fatto
ricorso al Fis, cioè l’equivalente della cassa integrazione per
il settore dello spettacolo, che comporta una decurtazione della
busta paga base attorno al 20 per cento.
   
Rota, che è anche delegato sindacale della Slc Cgil, decide
di rivolgersi al patronato Inca Cgil e riesce a ottenere il
riconoscimento dell’infortunio sul lavoro. Che comporta il
pagamento del 100 per cento del salario. L’ipotesi è che il
contagio sia avvenuto in treno o sui mezzi pubblici che Rota
utilizzava per andare alla Scala nelle settimane in cui il virus
stava già circolando. (ANSA).
   

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