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Artrite reumatoide, paziente e medico devono fare squadra

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Un sito ricco di informazioni, tam tam social e iniziative rivolte anche ai medici. Sono questi gli elementi della campagna di sensibilizzazione sull’artrite reumatoide “pARla più forte della tua AR”, che si rinnova per continuare a promuovere la collaborazione tra il paziente e il reumatologo, per raggiungere gli obiettivi di trattamento e cercare di migliorare la qualità della vita. “Tutti i pazienti dovrebbero essere protagonisti attivi del proprio percorso di cura, intraprendendo un rapporto empatico con il proprio specialista, per migliorare la qualità di vita e la gestione della malattia verso il raggiungimento dell’obiettivo principale: la remissione”, spiega Roberto Gorla, reumatologo presso gli Spedali Civili di Brescia.

Da qui il nome del sito, www.missioneremissione.it, dove i pazienti possono trovare informazioni sulla malattia e consigli utili per la sua gestione quotidiana, oltre a un questionario e una guida scaricabile per aiutarli nel dialogo con il reumatologo. Per il rilancio della campagna, il sito si è ora arricchito di nuovi contenuti e di approfondimenti video con reumatologi, nutrizionisti, psicologi, fisiatri e specialisti della terapia cognitivo-comportamentale. L’iniziativa è promossa da AbbVie con il patrocinio dell’Associazione Nazionale Malati Reumatici (ANMAR) e dell’Associazione Nazionale Persone con Malattie Reumatologiche e Rare (APMARR).

L’artrite reumatoide e il ruolo del paziente

L’artrite reumatoide è una patologia infiammatoria cronica in cui ha un ruolo il sistema immunitario, che provoca dolore, rigidità, gonfiore e perdita di funzionalità delle articolazioni. In Italia, colpisce circa 300mila persone e ogni anno si registrano circa 5mila nuovi casi, con una differenza di genere: l’incidenza è infatti di 4-13 casi ogni 100mila uomini e 13-36 ogni 100mila donne. Può manifestarsi a qualsiasi età, ma la diagnosi si ha più frequentemente tra i 40 e i 70 anni, sebbene il picco di comparsa dei primi sintomi avvenga già tra i 35 e i 45 anni.

“Le persone con artrite reumatoide possono svolgere un ruolo centrale nella gestione della propria malattia”, dice Serena Guiducci, professore associato di Reumatologia e Direttore della Reumatologia dell’Ospedale Careggi, Università di Firenze: “Questa patologia è caratterizzata da dolore e infiammazione a carico delle articolazioni con conseguente perdita della massa muscolare. Con un adeguato programma di attività fisica è possibile ottenere molti effetti benefici senza aggravare il danno articolare e, quindi, la malattia”.

Obiettivo: remissione clinica

Per remissione clinica si intende l’assenza di segni e sintomi e dell’attività infiammatoria. Questa può e deve essere l’obiettivo prioritario nel trattamento. Pur non essendo ancora curabile, infatti, l’artrite reumatoide è oggi potenzialmente gestibile. “La remissione clinica della patologia è un traguardo possibile per la maggior parte dei pazienti grazie a diagnosi tempestive, cure efficaci e una strategia terapeutica ottimale e continuativa”, sottolinea Silvia Tonolo, presidente ANMAR: “Ma è fondamentale promuovere anche il dialogo proattivo e la collaborazione tra paziente e reumatologo per arrivare a una strategia di cura condivisa, che definisca gli obiettivi del trattamento”. “La remissione – conclude Antonella Celano, presidente APMARR – quando è sostenuta nel tempo, consente al paziente di riprendere una vita normale dal punto di vista della sintomatologia, con un ritorno alla piena efficienza lavorativa e sociale”.



www.repubblica.it 2022-09-27 10:16:31

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