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Sanità: Fiaso, aumento Fondo a 8% Pil e sblocco assunzioni – Ospedali italiani

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(ANSA) – ROMA, 29 SET – Stanziare l’8% del Pil per il Fondo
sanitario nazionale e sbloccare le assunzioni del personale: è
la strada indicata dalla Fiaso, la Federazione italiana delle
aziende sanitarie e ospedaliere, per far ripartire la sanità
italiana. L’occasione per discuterne è stato il Forum
Mediterraneo in Sanità, organizzato a Bari dall’AReSS Puglia e
Forum Risk Management. Primo punto su cui i direttori generali
delle aziende hanno trovato una generale convergenza è stata la
ripartizione delle risorse. “L’Italia – ha dichiarato il
presidente Fiaso, Giovanni Migliore – si è mantenuta, in termini
di risorse destinate alla sanità, stabilmente al di sotto di
molti altri Paesi europei. La strada che abbiamo anche indicato
come Fiaso è attestare il nostro Paese su uno stanziamento
dell’8% del PIL dedicato al Fondo sanitario nazionale. Si tratta
di un valore superiore al 7,3% del 2021 e al 7,5% del 2020, ma
che terrebbe conto di situazioni congiunturali alle quali il
Servizio sanitario dovrà fare fronte, come i rincari del costo
della energia, delle tante questioni ancora in sospeso, come per
esempio la stabilizzazione del personale, per le quali saranno
necessari ulteriori fondi oltre a quelli già stanziati”.
   
Migliore ha anche sottolineato che “l’investimento sulla sanità
non è una voce di costo, il prodotto interno lordo di una
nazione può crescere se cresce complessivamente il livello di
salute dei suoi cittadini”. Sbloccare le assunzioni di personale
sanitario poi, secondo il presidente Fiaso, è fondamentale per
dare corpo agli importanti investimenti che il Pnrr ha previsto
nel settore della sanità per rendere effettivamente operativi i
381 ospedali di comunità, le 602 Centrali operative territoriali
e le 1.288 Case di Comunità previste nella Missione 6 del Piano
presentato dall’Italia all’Unione Europea. C’è poi una terza
questione sollevata nel corso dei lavori: la responsabilità
professionale dei direttori generali delle aziende sanitarie
pubbliche e il loro inquadramento contrattuale che, attualmente,
cambia da regione a regione. (ANSA).
   

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