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Festa dei nonni, Federanziani: “Declino cognitivo tallone d’Achille del Welfare”

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Aiutare i nonni ad allenare la mente e contrastare il declino cognitivo. È questo il regalo da parte di Senior Italia FederAnziani in occasione della loro festa, che si celebra il 2 ottobre. Di cosa si tratta? Di una piattaforma digitale e di quattro diverse app messe a punto per la riabilitazione e la stimolazione cognitiva dei pazienti con malattie neurocognitive. Il progetto si chiama “e-MemoryCare”, è stato ideato da una studentessa in psicologia, Marianna Messina, e si avvale di un Advisory Board scientifico che riunisce psicologi, psichiatri, neurologi, nutrizionisti, fisiatri, cardiologi, neuro-psicologi ed economisti.

 

E-MemoryCare

“E-MemoryCare è un metodo innovativo non farmacologico, personalizzato paziente per paziente, che può essere usato a casa con l’aiuto di caregiver, familiari o sanitari formati, allo scopo di contrastare il declino cognitivo”, spiega Messina. Non può essere auto-somministrato, perché lo strumento è pensato per permettere ai sanitari di lavorare a stretto contatto con i pazienti e di controllare da remoto l’evoluzione e di intervenire tempestivamente”. Attraverso complicatissimi algoritmi – continua – e-MemoryCare viene ‘cucito’ a misura di paziente, basandosi sulle sue caratteristiche personali. I vari esercizi previsti attivano una stimolazione che interviene non solo sulla sfera conoscitiva, ma anche su quella affettiva, sociale, comportamentale e relazionale”.

L’obiettivo del progetto – che è patrocinato da Senior Italia FederAnziani e sostenuto a promosso da FIMMG (Federazione Italiana Medici di Medicina Generale), SUMAI ASSOPROF (Sindacato Unico Medicina Ambulatoriale Italiana e Professionalità dell’Area Sanitaria), FNOPI (Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche) e CNOP (Consiglio Nazionale Ordine Psicologi) – è di contribuire a prevenire le ospedalizzazioni e i ricoveri in strutture protette e di mantenere una buona qualità di vita del paziente e, di riflesso, far risparmiare il sistema sanitario nazionale.

Una popolazione che invecchia

Se oggi gli over 65 sono circa 14 milioni nel nostro paese e rappresentano circa il 23% della popolazione, nel 2050 saranno oltre 19 milioni, cioè più di un terzo della nostra popolazione (il 36%). Questi numeri – riporta Federanziani – consentono di stimare un aumento dei pazienti con Alzheimer dagli attuali 600.000 agli oltre 820.000 del 2050, mentre da 1 milione attuale di pazienti complessivi con declino cognitivo si passerà ad averne 1,3 milioni. Il nostro sistema rischia di farsi trovare impreparato, anche perché il costo annuo medio per paziente con Alzheimer, è stimato in circa 70.587 euro. Solo in piccola parte questi costi sono a carico del SSN, pesando invece per la stragrande maggioranza solo sulle famiglie: circa 68 mila euro. Per Federanziani è fondamentale mettere il tema al centro delle politiche socio sanitarie. Il declino cognitivo – sostiene – rappresenta il vero tallone d’Achille del nostro Welfare.

Il peso economico della crisi attuale sui nonni

C’è poi un altro problema, più attuale, sottolineato dall’associazione: il peso economico della crisi in corso, legate alla guerra in Ucraina, al caro bollette e alle conseguenze di Covid. Le spese per l’energia, in particolare, rischiano di polverizzare due mensilità di una pensione media. Di qui l’appello affinché l’emergenza venga affrontata fattivamente. Secondo le stime di Federanziani, i 12 milioni di nonni italiani contribuiscono con oltre 38,2 miliardi ai bilanci delle famiglie. In base ai dati del Centro Studi Senior Italia FederAnziani il 92,8% dei senior aiuta o ha aiutato economicamente figli e nipoti (spesso: 48%; qualche volta: 34,7%; raramente: 10,1%), mentre solo il 7,2% non lo ha mai fatto. Tra coloro che hanno aiutato la famiglia dei figli, il 41,8% ha trasferito mensilmente una cifra compresa tra i 100 e i 500 euro, l’8,2% una cifra compresa tra i 500 e i 1.000 euro, e il 7,3% addirittura ha contribuito mensilmente con oltre 1000 euro. Ma un aiuto altrettanto importante è quello legato alla cura dei nipoti: il 35,5% dedica loro fino a 10 ore a settimana, Il 24,4% se ne occupa tra le 10 e le 20 ore, il 7,4% tra le 20 e le 40 e il 7,4% per oltre 40 ore.

Le conseguenze di Covid

Quest’anno sarà sicuramente una Festa dei Nonni meno gioiosa degli anni passati pre-pandemia, anche perché nell’ultimo anno sono morti tanti anziani a causa del Covid: più di 46.000. Ecco perché l’associazione ricorda l’importanza di incentivare le nuove vaccinazioni, in special modo per gli over 60. E anche la profilassi anti Covid per quei quasi 150.000 pazienti in Italia, che per le loro patologie onco-ematologiche, artrite reumatoide, per aver subito trapianti d’organo, a causa dei farmaci immunosoppressori che assumono giornalmente, non potranno mai essere protetti da nessun vaccino.

L’appello di Federanziani

La domanda che si pone – e pone – Senior Italia FederAnziani è: “Come faranno ad andare avanti i nostri nonni e, di conseguenza, le famiglie? Lo scenario in futuro potrà diventare ancora più drammatico per i fenomeni legati al progressivo invecchiamento della popolazione. E’ tempo di intervenire concretamente – conclude l’associazione – e affrontare i grandi nodi del nostro Welfare collegati all’invecchiamento della popolazione. Perché le prossime Feste dei Nonni possano tornare ad essere davvero delle feste”.



www.repubblica.it 2022-09-30 16:29:12

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