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Sanità, Calabria prima per malati diabete: “Istituzioni aiutino con campagne”

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“In Calabria il diabete è più frequente tra donne e anziani. L’incidenza su base nazionale dei malati diabetici della nostra regione è pari al 10% circa contro una media nazionale del 5,9%”. A spiegarlo è Salvatore Pacenza responsabile scientifico di una 3 giorni di confronti e relazioni scientifiche che ha richiamato a Crotone, al Resort Lido degli Scogli, i principali specialisti del settore, le ‘Giornate diabetologiche dalla terra di Alcmeone e Pitagora’, in corso fino a oggi, sabato 8 ottobre.

L’evento è giunto alla IV edizione e l’obiettivo è anche sensibilizzare sulla prevenzione del diabete, una malattia “a connotazione pandemica”, dicono gli esperti, particolarmente dilagante al Sud: la Calabria – segnalano gli organizzatori del convegno – è la prima regione d’Italia per numero di malati diabetici. Vista l’emergenza – osserva Pacenza – è necessario che le istituzioni siano al nostro fianco al fine di sostenere campagne di sensibilizzazione come questa volte a stimolare le ‘best practice’ e un corretto stile di vita per prevenire il diabete e le sue ineludibili complicanze. Vogliamo che Crotone diventi la capitale italiana della medicina diabetologica”, esorta l’esperto, che dirige l’Unità operativa di Diabetologia dell’Asp crotonese.

“Oggi al Sud abbiamo un’esplosione del diabete di tipo 2 legato all’aumento dell’obesità, concentrato nelle fasce di età più giovani. Al Sud si mangia bene ma anche tanto, forse troppo, e bisognerebbe riuscire a cambiare un po’ di queste abitudini”, è il monito di Lorenzo Piemonti, direttore del Diabetes Research Institute dell’università Vita Salute San Raffaele di Milano. L’esperto, come riporta una nota dell’evento, consiglia di “evitare il junk food, particolarmente dannoso per la salute, che include bevande zuccherate e un eccesso di carico di grassi”.

Sul diabete di tipo 1 invece Piemonti e Federico Bertuzzi, direttore della Struttura complessa di Diabetologia dell’ospedale Niguarda Milano, spiegano che “la terapia delle cellule staminali e la terapia del trapianto delle isole pancreatiche costituisce l’aspetto innovativo e prospettico per dare una efficace risposta a chi ne soffre”.

Durante il Congresso, moderato dalla giornalista Francesca Russo, a fare il punto sul tema sono stati dunque esperti a livello internazionale. Tra i relatori, più di 60 provenienti da tutta Italia, tra cui Francesco Giorgino, ordinario di Endocrinologia dell’università Aldo Moro di Bari, che ha tenuto per l’occasione una lectio magistralis sui farmaci multiagonisti e il loro potenziale sulla remissione della malattia. Sotto i riflettori anche la gestione delle complicante del diabete mellito. Una di quelle molto temibili è il piede diabetico. “Nei casi più gravi, a causa dell’infiammazione, il malato potrebbe rischiare l’amputazione del piede. Uno scenario drammatico ma che si può evitare attraverso la prevenzione”, precisa Roberto Anichini, direttore dell’Unità operativa semplice Diabetologia e Diabets Foot Unit, Area Pistoiese, Usl Centro Toscana.

Tornando alla Calabria, l’attitudine della regione alla cura del diabete è stata riconosciuta anche da Domenico Mannino, presidente del Consiglio d’amministrazione della Società Benefit Amd, che la definisce “un’eccellenza” e, visto l’espandersi della malattia lancia un appello: “Abbiamo bisogno di medici. Il numero chiuso alla facoltà di medicina e nelle Scuole di Specializzazione non aiuta il nostro territorio. Bisogna valutare seriamente un cambio di passo”. Durante il Congresso si è voluto infine ricordare Massimo Marrelli, imprenditore e medico crotonese morto nel 2018, che con il suo lavoro ha creato una realtà con una importante ricaduta occupazionale sul territorio. A ritirare il riconoscimento la figlia Doriana Marrelli.

“La grande adesione all’evento giunto alla sua quarta edizione – commenta all’Adnkronos Salute Pacenza – è un riconoscimento al nostro lavoro quotidiano qui”, in una regione che ha un’incidenza record della malattia.

Nella cura del diabete, è emerso dalle relazioni presentate in questa 3 giorni, la tecnologia è già realtà e apre nuove prospettive: “I nuovi sensori sottocutanei permettono al paziente di misurare la glicemia in maniera frequente – illustra Paola Ponzani, responsabile Ssd (struttura semplice dipartimentale) Diabetologia e malattie metaboliche Asl4 Chiavari (Genova) – si può avere così un maggior controllo della malattia e un minor rischio di complicanze ad essa legate. Con questi dispositivi inseriti sottocute il paziente non dovrà più pungersi il dito, una pratica decisamente fastidiosa”.

Ma c’è anche una novità frutto della ricerca nel mondo dell’intelligenza artificiale: “Dalle prossime settimane, infatti, grazie a una macchina hi-tech, si potrà predire con un successo dell’80%, l’insorgenza del diabete nel paziente anticipando i tempi e assicurando cure tempestive per migliorare fin da subito la vita del paziente stesso”, conclude Paolo Di Bartolo, direttore Rete clinica di diabetologia Ausl della Romagna.



www.adnkronos.com 2022-10-08 13:22:00

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