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Tumore al seno, la dieta mima digiuno potrebbe potenziare l’immunoterapia

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Continuano ad accumularsi dati a favore della dieta mima digiuno nel trattamento contro il cancro al seno. Gli ultimi arrivano da uno studio condotto dal gruppo di Valter Longo all’IFOM di Milano, pubblicato su Cell Reports: la dieta mima digiuno ha potenziato – per ora in animali di laboratorio – l’effetto dell’immunoterapia, riattivando il sistema immunitario. Ma sono già in corso studi su pazienti.

 

Cos’è la dieta mima digiuno

Per dieta mima digiuno non si intende un vero e proprio digiuno, ma un protocollo clinico specifico di nutrizione, studiato per pazienti oncologici, con l’obiettivo di innescare dei cambiamenti metabolici al fine di rendere le cellule tumorali più sensibili alle terapie e di minimizzare gli effetti collaterali. La dieta mima digiuno era già stata sperimentata nelle pazienti con tumore al seno (e non solo) in abbinamento alla chemioterapia: precedenti studi condotti dallo stesso gruppo di ricerca, che si avvale della collaborazione con importanti centri oncologici, avevano infatti mostrato sia la fattibilità di seguire questo tipo di regime, sia una probabile efficacia.

Triplo negativo, immunoterapia e dieta: il nuovo studio

Già allora la sperimentazione aveva riguardato pazienti con tumore al seno triplo negativo, ossia il carcinoma mammario più difficile da trattare, che rappresenta circa il 15-20% dei casi ed è così chiamato per la mancanza di tutti e tre i marcatori specifici per i quali esistono terapie mirate (estrogeni, progesterone ed HER2). Oggi, per le forme metastatiche, il trattamento si basa sull’immunoterapia, che però non sempre si rivela efficace. Da qui il razionale e l’obiettivo del nuovo studio: riattivare la risposta immunitaria antitumorale laddove sia presente una resistenza all’immunoterapia e, allo stesso tempo, limitare gli effetti collaterali del trattamento, come l’infiammazione sistemica.

Ebbene, i risultati della ricerca – sostenuta da Fondazione AIRC e realizzata con la collaborazione di IEO, Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori, Ospedale San Raffaele e Università di Palermo – mostrato che i cambiamenti metabolici, cellulari ed extracellulari indotti dalla dieta mima digiuno rimodellano il microambiente tumorale, rendendolo meno immunosoppressivo e promuovendo la riattivazione del sistema immunitario stimolata dai farmaci immunoterapici.

 

Due tipi di cellule

“Gli esperimenti sono stati condotti in animali di laboratorio in cui sono stati impiantati due tipi di cellule in coltura di tumore alla mammella triplo negativo resistenti all’immunoterapia”, spiega Longo: i dati raccolti mostrano che la dieta mima digiuno aumenta l’efficacia della risposta antitumorale anche in tumori resistenti, favorendo l’espansione di una sottopopolazione delle cellule T del sistema immunitario, le quali sono riprogrammate e riattivate dall’immunoterapia.

La dieta mima digiuno ha sensibilizzato entrambe i tipi di cellule tumorali all’immunoterapia, ma con meccanismi diversi. “La dieta mima digiuno sembra esercitare un’azione diversa sui diversi tipi di cellule tumorali valutate, verosimilmente in base al loro profilo genetico e metabolico”, dice Salvatore Cortellino, ricercatore Ifom e primo autore dell’articolo: “La conseguente risposta immunitaria antitumorale sembra perciò dipendere dalle interazioni con il tumore delle cellule e delle molecole di difesa coinvolte, e dalle condizioni del microambiente tumorale”.

 

I prossimi passi

Insomma, i presupposti per attenderci un potenziamento della risposta all’immunoterapia ci sono, e ora i ricercatori prevedono di testare l’approccio in studi clinici. “Il risultato è promettente – conclude Longo –. Insieme agli studi recenti di Vernieri e colleghi all’Istituto nazionale dei tumori di Milano, che hanno mostrato forti cambiamenti del sistema immunitario in pazienti oncologici trattati con la Dieta mima digiuno, tutto ciò potrebbe rivelarsi di grande importanza. Se validata clinicamente in studi clinici con ampie casistiche, la strategia individuata potrebbe essere utilizzata contro molti tipi di tumore e potrebbe portare un notevole beneficio alla terapia di molti pazienti oncologici, soprattutto quelli più anziani e quelli sottoposti a molteplici farmaci che attivano il sistema immunitario e che causano forti effetti collaterali”.



www.repubblica.it 2022-10-03 14:32:50

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