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Astigmatismo: i segnali per riconoscerlo e le soluzioni di ultima generazione

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Immagini sfocate e a volte sdoppiate che fanno perdere nitidezza a ciò che si guarda. E’ così che vede chi soffre di astigmatismo, un difetto della vista che, se non corretto, può causare anche frequenti mal di testa e visione offuscata. Secondo i dati del consorzio European Eye Epidemiology (E3) il 23,9% della popolazione europea è affetta da astigmatismo. Una percentuale simile è emersa per il nostro Paese da una recente indagine-campione condotta dall’Istituto Piepoli per la Commissione difesa vista (Cdv), secondo cui il 20% degli italiani è affetto da astigmatismo.

 

Che cos’è l’astigmatismo

Per spiegare che cos’è questo difetto della vista, l’American Academy of Ophthalmology, ha fatto ricorso ad un esempio spiegando che insorge quando per una deformazione della cornea l’occhio tende ad assumere la forma di un pallone da football americano anziché avere quella di una palla da basket, cioè a essere ovale anziché sferico. In una minore percentuale di casi l’alterazione riguarda il cristallino, ma l’effetto a danno della vista è lo stesso: i raggi di luce non vengono più messi correttamente a fuoco sulla retina nello stesso punto focale e l’immagine risulta così distorta o alterata.

 

Le cause

Leggere in ambienti scarsamente illuminati o guardare la Tv troppo da vicino possono provocare l’astigmatismo? L’American Academy of Ophthalmology ha chiarito che si tratta di un falso mito. In realtà, anche se la prima causa dell’insorgenza dell’astigmatismo è genetica, questo disturbo può anche essere conseguenza di lesioni, traumi, malattie oculari o interventi chirurgici.

 

I segnali da tenere d’occhio

Già da soli possiamo renderci conto che qualcosa non va anche se l’occhio tende in ogni caso a compensare l’astigmatismo riducendone gli effetti. Però, è importante riconoscere alcuni segnali. Per esempio, se osservando un panorama si nota una minore nitidezza della visione oppure se leggendo delle scritte non si riesce a mettere uniformemente a fuoco tutte le lettere è meglio rivolgersi ad uno specialista per un controllo. Altro segnale da non sottovalutare è l’affaticamento e l’arrossamento degli occhi con cui ci si ritrova alla fine di una giornata di lavoro trascorsa al computer anche quando si è dotati di un monitor ‘salva-vista’. Sbagliato pensare che sia normale dopo tante ore di lavoro soprattutto se queste condizioni si aggiungono ai disagi citati prima.

I segnali notturni

Un altro importante segnale da non sottovalutare riguarda le luci notturne. Se di notte le luci delle altre auto provocano molto fastidio mentre si guida, meglio prenotare un controllo da uno specialista della vista. È importante non sottovalutare questi segnali sia perché gli occhi si affaticano sia perché può essere pericoloso se si guida visto che il problema tende ad acuirsi in presenza di fonti luminose che spiccano nel buio della notte. Già dieci anni fa l’ACI avvertiva che il 60% degli incidenti stradali sono imputabili a problemi di vista, mentre un’approfondita ricerca condotta dall’Università degli Studi di Milano Bicocca sottolineava l’importanza della corretta compensazione visiva per una guida sicura.

Come viene diagnosticato

Dopo aver ascoltato i disagi che si vivono ogni giorno nella visione, lo specialista della vista verifica la presenza di questo difetto visivo facendo leggere i caratteri sulla tavola ottotipica, definendone poi tipologia e gradazione con l’utilizzo di specifici strumenti come il cheratometro (che misura i raggi di curvatura della cornea) e l’autorefrattometro (che grazie al computer definisce con precisione il difetto visivo). In alcuni casi lo specialista può anche decidere di eseguire una topografia e una tomografia corneale, esami specifici per studiare la forma della cornea ed evidenziare eventuali anomalie.

 

La correzione dell’astigmatismo

Accertarsi che si tratti di astigmatismo è importante perché oggi le soluzioni per correggere questo difetto visivo sono molto efficaci. Si può correggere l’astigmatismo con il ricorso agli occhiali oppure con specifiche lenti a contatto, dette ‘toriche’, caratterizzate dalla loro forma allungata anziché essere sferiche come quelle tradizionali. “Queste lenti a contatto hanno un potere refrattivo diverso sui vari meridiani e, grazie a particolari sistemi di stabilizzazione, rimangono orientate in un certo modo a seconda della forma e del grado di astigmatismo presente facendo così ricomporre correttamente l’immagine sulla retina”, spiega l’ottico optometrista Andrea Cappellini, della Vision Ottica Lippi di Firenze.

 

I vantaggi delle lenti a contatto toriche

L’utilizzo di queste lenti è consigliato in presenza di un astigmatismo uguale o superiore a 0.75 diottrie in uno o in entrambi gli occhi. Dagli studi emerge che queste lenti toriche, oltre ad aiutare ad ottenere una visione nitida, contribuiscono a ridurre la secchezza oculare indotta dall’utilizzo delle lenti a contatto sferiche nei portatori astigmatici. “La visione – spiega Cappellini – è molto più naturale, perché tutto è correlato alla distanza del sistema di correzione dall’occhio: essendo la lente appunto a contatto, si annulla questa distanza e non subentrano differenze di ingrandimento tra i vari meridiani, con l’immagine che viene così messa a fuoco sulla retina”. Vantaggi confermati dal fatto che le vendite di lenti toriche monouso giornaliere sono aumentate di oltre il 75%.

Le lenti a contatto di ultima generazione

L’80% dei portatori di lenti a contatt­o ha classificato il comfort fisico come una priorità assoluta. In effetti, in alcuni casi nell’utilizzo delle lenti a contatto toriche possono presentarsi dei problemi di comfort collegati soprattutto all’occhio secco. Dai dati di un’indagine internazionale emerge come il 42% dei portatori di lenti a conta­tto toriche lamenti secchezza oculare e il 35% stanchezza visiva a fine giornata. Ma non c’è motivo di rinunciare alle lenti ripiegando sugli occhiali: “In questi casi – suggerisce l’optometrista – è opportuno consigliare l’utilizzo di lenti a contatto che disidratino l’occhio il meno possibile, come quelle di ultima generazione in silicone hydrogel, e che magari abbiano anche la presenza di agenti umettanti. Va poi consigliato il regolare utilizzo di specifici sostituti lacrimali a seconda del componente mancante (acquoso, lipidico e misto), da individuare sulla base dell’osservazione del film lacrimale ed eventualmente con l’esecuzione di alcuni test”.

 

Come ‘indossare’ le lenti a contatto toriche

Inizialmente possono esserci delle difficoltà nella manipolazione delle lenti, che però si risolvono quasi sempre in tempi rapidi con la pratica quotidiana e con l’aiuto dell’ottico. “Ogni lente torica – spiega Cappellini – riporta un riferimento per inserirla nel verso giusto, ma in ogni caso si colloca automaticamente nella giusta posizione dopo pochi ammiccamenti grazie ai dei sistemi di stabilizzazione. Il primo è legato al peso, dal momento che la lente è più spessa verso il basso e viene così indotta a orientarsi correttamente dalla forza di gravità. Poi ci sono diversi sistemi dinamici che sfruttano l’apertura e la chiusura palpebrale: la lente viene cioè realizzata in modo tale da incontrare meno resistenza all’avanzamento della palpebra in una posizione specifica, che la lente tende così ad assumere ed è appunto quella richiesta per correggere l’astigmatismo”.



www.repubblica.it 2022-10-10 15:24:36

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