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Menopausa, hai più di 10 vampate di calore al giorno? Fai attenzione al cuore

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Ne soffre il 70-80% delle donne, possono durare per molti anni e spesso impattano sulla qualità della vita e a volte sulla salute mentale. Sono le vampate di calore, sintomi tipici della menopausa che però si possono presentare anche prima, nella fase di transizione che porta alla fine del ciclo mestruale. Il rimedio più efficace, per combattere anche tutti gli altri sintomi, rimane la terapia ormonale, che però alcune donne non possono seguire. Per questo sono in arrivo nuovi farmaci, non ormonali, che promettono di essere molto efficaci. Di cui si è parlato a Cleveland, alla convention della North American menopause society (Nams).

Cosa sono le vampate

“Si tratta di un disturbo del meccanismo di termoregolazione del corpo, influenzato dagli ormoni sessuali. Quando vengono a mancare, come nel caso della menopausa, si verifica un’alterazione che porta a uno squilibrio del controllo della temperatura. È quindi facile sentire un calore improvviso, avere una forte sudorazione e, successivamente, brividi per compensare – spiega Angelo Cagnacci, ginecologo, direttore del reparto di Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale San Martino di Genova e presidente della Società italiana della menopausa – Ne soffre la maggior parte delle donne e possono durare anche 10-12 anni, ma intensità e frequenza tendono a ridursi con il tempo”.

La salute del cuore

Al congresso di Cleveland si è sottolineato come sempre più studi abbiano ormai accertato che le vampate non siano solo un fastidio passeggero ma possano influenzare la salute del cuore. “Più intense e frequenti sono, più chi ne soffre è a rischio non solo di avere malattie cardiovascolari ma di sviluppare anche altri fattori di rischio come pressione e glicemia alte, Hdl basso, aterosclerosi e osteoporosi – conclude il ginecologo – .Quattro-cinque vampate al giorno possono rientrare nella norma, ma se il numero arriva a 10-15 e si manifestano soprattutto di notte, intaccando la qualità del sonno, il consiglio è di rivolgersi subito allo specialista per un trattamento adeguato”.     

Nuovi rimedi in arrivo

Ma come si curano le vampate? “Si stima che il 25% delle donne adottino un rimedio farmacologico per il trattamento dei sintomi vasomotori – spiega Susan Reed, della University of Washington School of Medicine, presente al congresso di Cleveland – . Oggi abbiamo a disposizione pillole, cerotti e gel, ma in questi ultimi dieci anni non ci sono stati nuovi farmaci. Invece speriamo di vedere un cambio di passo nei prossimi due anni, quando arriveranno sul mercato muove molecole”. 

In sperimentazione anche in Italia

La ricercava avanti e presto arriveranno sul mercato nuovi farmaci. “Quelli di ultima generazione sono farmaci antagonisti della neurochinina 3 e vanno a bloccare il recettore di questo polipeptide (che agisce come un neurotrasmettitore), in modo da moderare l’attività neuronale nel centro termoregolatore del cervello e ridurre la frequenza e la gravità delle vampate. Sappiamo infatti che l’eccesso di calore è associato a un’eccessiva produzione di neurochinina – ci spiega Cagnacci – . Agendo sul sistema finale di termoregolazione e non sui singoli trasmettitori come i farmaci che già abbiamo, dovrebbero essere molto più efficaci”.

Negli Stati Uniti la Fda, l’ente regolatorio per il farmaco, sta considerando l’approvazione di due molecole, il fezolinetant e il elinzanetant. Mentre una terza, il pavinetant, è stata abbandonata a causa di effetti collaterali al fegato. Al San Martino di Genova il fezolinetant è già in fase tre di sperimentazione tra un gruppo di volontarie che hanno avuto un tumore ed entro 1-2 anni potrebbe arrivare nelle farmacie. I risultati sono molto incoraggianti, secondo lo specialista. Essendo un rimedio non ormonale potrebbe essere prescritto a tutte le donne.

I trattamenti già a disposizione

Oltre alla terapia ormonale, in assoluto la più efficace, attualmente sono disponibili farmaci che intervengono sul sistema nervoso centrale, che influenza la termoregolazione, e vanno ad agire sulla serotonina (vengono usati principalmente come antidepressivi). C’è anche chi si affida alla fitoterapia con estratti di soia, di cimicifuga racemosa e di polline. “Tutti questi rimedi migliorano i sintomi e riequilibrano le alterazioni ma non eliminano del tutto il disturbo”. 

 

 

 

 



www.repubblica.it 2022-10-18 05:17:05

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