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Governo, sfide e opportunità per la sanità

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Pronti a collaborare con il nuovo ministro della Salute per il bene dei pazienti oncologici e per un piano di recupero dell’oncologia. “Auguriamo buon lavoro al nuovo Ministro della Salute, Orazio Schillaci. I pazienti oncologici rappresentano un vero e proprio esercito di persone, sono circa 3 milioni e 600 mila in Italia. Il sistema sanitario deve saper rispondere ai nuovi bisogni di questi cittadini. Serve una strategia unitaria per combattere il cancro. Il Prof. Schillaci è un medico nucleare e conosce bene i problemi dell’oncologia. Chiediamo al nuovo Ministro della Salute di inserire in agenda, tra i primi obiettivi da realizzare, un reale potenziamento dell’oncologia, con un’attenzione a 360 gradi, dalla prevenzione all’assistenza domiciliare, alle terapie, alla riabilitazione, all’accompagnamento di fine vita, fino alla ricerca clinica, in grado così di incidere a 360 gradi sull’impatto di questa patologia nel nostro Paese”, ha dichiarato Saverio Cinieri, Presidente nazionale dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica. “Serve un vero e proprio ‘piano di recuperò dell’oncologia, per colmare i ritardi nell’assistenza ai pazienti oncologici accumulati durante la pandemia che parta dagli stili di vita sani: no al fumo, dieta corretta e attività fisica costante. Inoltre, a causa della pandemia, gli screening per il tumore della mammella, della cervice uterina e del colon retto hanno registrato una netta riduzione”.

Apprezzamento e soddisfazione per la nomina del nuovo Ministro della Salute anche da parte della Fondazione Melanoma. “Garantiamo al neo-Ministro tutta la nostra collaborazione. Siamo certi che possa aiutare e sostenere l’oncologia italiana nella lotta contro un insidioso tumore della pelle come il melanoma”, ha dichiarato Paolo Ascierto, Presidente della Fondazione e Direttore dell’Unità di Oncologia Melanoma, Immunoterapia Oncologica e Terapie Innovative dell’Istituto ‘Pascalè di Napoli.

Più fondi pubblici alla ricerca

“Servono più fondi per le sperimentazioni, il finanziamento pubblico in questo settore è, da sempre, sottodimensionato nel nostro Paese, nonostante rappresenti un elemento portante per l’innovazione e il miglioramento dell’assistenza. In Italia quasi il 40% delle sperimentazioni riguarda l’oncologia. Pur avendo poche risorse a disposizione, gli studi condotti in Italia hanno cambiato la pratica clinica a livello internazionale in diversi tipi di tumori, portando alla modifica di linee guida e raccomandazioni. Ci auguriamo che la ricerca clinica oncologica indipendente rientri fra le priorità del nuovo Ministro”, ha auspicato Carmine Pinto, presidente di FICOG (Federation of Italian Cooperative Oncology Groups), nel suo messaggio di congratulazioni per il nuovo ministro.

“Le difficoltà a cui va incontro la ricerca non sponsorizzata dall’industria sono sintetizzate nella progressiva diminuzione del numero di studi indipendenti negli ultimi anni – afferma Carmine Pinto -. La ricerca clinica è un motore di sviluppo economico e sociale, che può offrire un contributo importante alla sostenibilità del sistema. Vi sono poi ricadute positive sull’occupazione, grazie all’impiego di profili professionali di elevata specializzazione. E i centri in cui vengono svolte le sperimentazioni cliniche garantiscono la crescita dei ricercatori coinvolti. Senza dimenticare i grandi vantaggi per i pazienti, che accedono a terapie innovative anche alcuni anni prima della rimborsabilità”.

Uno sguardo agli ospedali

Orazio Schillaci è Past President della Società Italiana di Medicina Nucleare e per questo il “Forum delle Società Scientifiche dei Clinici Ospedalieri e Universitari Italiani” (FoSSC), che riunisce oltre 30 società scientifiche, e FOCE (Federazione degli oncologi, cardiologi e ematologi) plaude alla sua nomina. E chiede subito di poter collaborare per superare la storica dualità fra ospedale e territorio, a favore di un unico sistema di servizi interconnesso, continuo e complementare in cui prevalga l’idea di ospedale esteso al territorio e adeguato alle necessità della popolazione. “Il potenziamento e l’ammodernamento sostanziale degli ospedali e dei Policlinici universitari del nostro Paese devono essere realizzati attraverso l’aumento dei posti letto di degenza ordinaria e delle terapie intensive e la riorganizzazione dell’area medica – afferma Francesco Cognetti, Coordinatore di FoSSC e Presidente di FOCE -. Per questo vanno rivisti completamente i parametri organizzativi dei nosocomi sanciti con il Decreto Ministeriale 70 (DM 70 del 2 aprile 2015). È necessario investire anche sul personale, perché medici e infermieri sono numericamente inadeguati in rapporto alla popolazione del nostro Paese. Va posta inoltre, e non più solo a parole, un’elevata considerazione nei confronti del valore strategico dell’elemento professionale e dello sviluppo delle discipline mediche dal punto di vista scientifico, organizzativo ed operativo. Inoltre l’Italia deve adeguarsi quanto prima al Regolamento europeo sulle sperimentazioni cliniche, perché restano ancora troppi nodi irrisolti e pesanti vincoli burocratici”.

“Siamo certi – conclude Cognetti – che l’azione del nuovo Ministro sarà caratterizzata da una linea di netto distacco dalle politiche sulla Sanità dei Governi che si sono succeduti alla guida del Paese negli ultimi dieci anni e che tenga, invece, in seria considerazione le ragioni e le necessità dei milioni di cittadini ammalati del nostro Paese ed affronti con spirito innovativo ed estrema attenzione anche tutti gli aspetti della diffusione e potenziamento della ricerca clinica nel nostro Paese e, in ultima analisi, con prontezza e competenza il problema di una nuova e radicale riforma del sistema ospedaliero che risolva gli annosi problemi che lo affliggono”.

La sfida della digitalizzazione

“In Italia stiamo assistendo da alcuni anni ad una rivoluzione: la completa digitalizzazione dei laboratori di anatomia patologica – ha dichiarato Anna Sapino, Presidente della SIAPeC-IAP  (Società Italiana di Anatomia Patologica e Citopatologia Diagnostica) augurando al nuovo ministro buon lavoro. “Si tratta di una svolta importante che potrà migliorare notevolmente l’assistenza sanitaria a milioni di italiani alle prese con gravi malattie, tra cui i tumori. E’ un processo complesso che deve essere guidato dalle istituzioni nazionali e regionali. Il nuovo Ministro della Salute a nostro avviso possiede tutte le competenze per realizzare questa importante svolta”. 



www.repubblica.it 2022-10-24 11:27:43

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