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Sclerosi multipla, l’80% dei pazienti trattati con ocrelizumab senza segni di malatti…

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È una nuova conferma all’intuizione che prima si trattano i pazienti meglio è, quella che arriva da Amsterdam su ocrelizumab, il farmaco contro la sclerosi multipla che colpisce le cellule B. Al congresso europeo sulla malattia (Ectrims), in corso in Olanda, sono stati presentati i dati che mostrano come quasi l’80% dei pazienti trattati in fase iniziale per forme recidivanti a due anni non ha attività di malattia. Ma sono arrivati anche i dati sul lungo termine che confermano il profilo di sicurezza del medicinale, che appare sicuro anche per le donne in gravidanza.

Ocrelizumab è un anticorpo monoclonale indicato contro le forme recidivanti remittenti e primariamente progressive della malattia, Ha un’attività immunosoppressiva che colpisce le cellule B, legandosi alla proteina CD20 presente su queste cellule, che nella sclerosi multipla contribuiscono a danneggiare la mielina, la sostanza che ricopre i neuroni. Dal suo arrivo il medicinale è stato utilizzato per circa 250 mila persone nel mondo.

Efficacia e sicurezza a lungo termine

Tra gli ultimi dati presentati ad Ectrims sul farmaco, interessanti sono quelli che riguardano la sicurezza sul lungo termine, con dati raccolti a 7 e 9 anni, e quelli relativi all’efficacia dopo somministrazione a ridosso della diagnosi, in fase precoce di malattia. I dati relativi alla sicurezza mostrano che nel corso degli anni ocrelizumab mantiene un profilo di sicurezza favorevole, con ridotti effetti avversi e un basso rischio di infezioni (deprimere la risposta del sistema immunitario alterato nella sclerosi multipla può aumentare, infatti, il rischio di infezioni). “Quando abbiamo terapie così efficaci, quello che ci interessa è capire se l’efficacia e la sicurezza dei farmaci persistono a lungo termine. E i dati emersi da follow-up lunghissimi sono incoraggianti”, commenta a margine del congresso Claudio Gasperini, direttore dell’Unità operativa complessa di Neurologia e Neurofisiopatologia dell’Ospedale San Camillo Forlanini di Roma e coordinatore del gruppo di studio per la sclerosi multipla della Società italiana di neurologia: “Inoltre, nel lungo termine non sono state osservate nuove problematiche relative alla sicurezza, confermando quanto emerso nelle sperimentazioni cliniche”.

I dati sulla gravidanza

Anche quando si parla di gravidanza: sebbene le agenzie regolatorie consiglino l’assunzione di contraccettivi durante il trattamento con ocrelizumab e fino a un anno dall’ultima dose, e studi siano in corso per approfondire il rapporto rischio beneficio, i dati raccolti finora escludono un aumento di esiti avversi (come parti pretermine o anomalie congenite) nelle donne trattate e nei loro bambini. Un dato importante, considerando che la sclerosi multipla è una malattia che colpisce spesso i giovani, e molto più spesso le donne rispetto agli uomini, riprende Gasperini: “Il dato dovrà sicuramente essere approfondito, come già è stato fatto con i farmaci più vecchi, attraverso i registri sulla gravidanza, e se venisse confermato per noi sarebbe uno strumento importante, perché avremmo a disposizione un farmaco ad alta sicurezza, altamente efficace e con il quale possiamo anche andare incontro alla pianificazione dei progetti di vita dei nostri pazienti”.

L’efficacia come trattamento precoce

Ad ECTRIMS sono stati presentati anche i dati relativi all’efficacia estrapolati dallo studio ENSEMBLE, che riguardano pazienti con diagnosi recente di malattia (le forme recidivanti-remittenti). A 96 settimane dal trattamento, il 77% dei pazienti non mostrava segni di attività di malattia, il 90% non aveva segni rivelabili neanche nelle analisi di risonanza magnetica e oltre il 90% non aveva avuto ricadute o progressione della disabilità a 24 settimane.



www.repubblica.it 2022-10-28 13:08:55

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