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A Candiolo un Cancer Center di eccellenza

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Come l’emergenza Covid ci ha dimostrato, con la velocità con la quale sono arrivati i vaccini, se c’è una cosa fondamentale per quanto riguarda la nostra salute, è quanto siano importanti la qualità delle cure, la ricerca clinica e la formazione del personale sanitario. Le malattie, purtroppo, corrono; per nostra fortuna c’è chi, grazie a una professionalità fuori dal comune, corre ancora più veloce: e salva vite ogni giorno.

E’ il caso dell’Istituto di Candiolo, in provincia di Torino, che rappresenta una realtà più unica che rara nel panorama nazionale. Creato dalla Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro, è uno dei pochissimi ospedali italiani interamente dedicati alla cura dei tumori. Si tratta di un Istituto di Ricerca Clinico a Carattere Scientifico, concepito come i moderni Cancer Center e con standard di qualità certificati, e che accoglie pazienti da tutta Italia. Suddiviso in gruppi multidisciplinari, costituiti da specialisti di diverse branche accomunati dalla loro specializzazione in una singola patologia o un gruppo di queste, l’Istituto di Candiolo ha recentemente ottenuto il prestigioso riconoscimento Best Italian Hospital Awards 2022 per il gruppo dei Centri Oncologici Italiani, con cui è stato riconosciuto come uno dei primi migliori tre Cancer Center in tutta Italia.

L’area di Senologia dell’Istituto di Candiolo si occupa di inquadramento diagnostico e terapia chirurgica dei tumori della mammella, incluso il trattamento plastico ricostruttivo. Nel dettaglio, il programma di Senologia Chirurgica dell’istituto è specializzato nel trattamento delle malattie tumorali, benigne e maligne, della mammella, inserite all’interno di un percorso diagnostico terapeutico che coinvolge un team multidisciplinare. L’approccio chirurgico utilizzato permette di avere una visione complessiva del quadro di ogni paziente, con lo scopo di evitare terapie farmacologiche aggressive poco mirate e interventi chirurgici ripetuti e non efficaci, al fine di eliminare il tumore con maggiore precisione, tollerabilità, efficacia e riducendo al minimo le possibilità di recidiva nei pazienti. La divisione di Senologia ha inoltre il compito di sviluppare programmi di ricerca indipendenti, sostenuti dall’istituto, per personalizzare i trattamenti chirurgici, radioterapici e oncologici.

 Filippo Montemurro (oncologo), Giada Pozzi (Chirurga senologa), Antonio Tosca  (Chirurga senologa)  ,Gugliemo gazzetta  (Chirurga senologa)

 Filippo Montemurro (oncologo), Giada Pozzi (Chirurga senologa), Antonio Tosca  (Chirurga senologa)  ,Gugliemo gazzetta  (Chirurga senologa) 

Uno degli obiettivi primari dell’Istituto è quello di passare dalla diagnosi al trattamento in tempi più rapidi possibili, che vanno dalle due settimane al mese. Per fare questo serve un consistente ed efficace coordinamento dei medici. Nel cavo orale, i tumori che colpiscono la lingua sono abbastanza frequenti e anche qui l’intervento rappresenta spesso la prima scelta. Da tenere in grande considerazione è il fatto che in questi casi non si parli soltanto di interventi nella fase demolitiva del trattamento, ma anche in quella ricostruttiva. Spesso, per ripristinare i tessuti di lingua, guancia e mandibola vengono utilizzati quelli di altre parti del corpo, come gambe, cosce e avambraccio, in operazioni di chirurgia ricostruttiva che hanno lo scopo di ripristinare le funzioni degli organi. Dopo la fase ricostruttiva chirurgica, inizia quella riabilitativa logopedica, che richiede tempi lunghi, ma che è fondamentale per garantire al paziente il ritorno ad una buona qualità di vita. il Cancer Center propone nuovi trial terapeutici all’interno di studi clinici, come ad esempio l’immunoterapia. Tramite quest’ultima si va a stimolare il sistema immunitario nell’azione contro il tumore: una terapia molto usata soprattutto nel caso di recidive, stadi avanzati e metastatici.  

 

L’Istituto, inoltre, si è messo a disposizione del servizio sanitario, dando supporto alla diagnostica e alla razionalizzazione delle vaccinazioni, usando le proprie conoscenze per valutare la possibile risposta a lungo termine dell’organismo ai vaccini contro il Covid, attraverso uno studio condotto su operatori volontari che si erano sottoposti a un vaccino unico a rna.



www.repubblica.it 2022-10-27 11:11:06

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