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Al museo della Scala in mostra il ‘mito’ di Franco Zeffirelli – Lombardia

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Excursus dei suoi capolavori milanesi a 100 anni dalla nascita

(ANSA) – MILANO, 07 NOV – A cento anni dalla nascita di
Franco Zeffirelli, il museo del teatro alla Scala celebra il suo
rapporto privilegiato con il regista ‘mito’ che nella sua lunga
carriera ha firmato alcuni spettacoli entrati nella storia del
melodramma. Da domani al 31 agosto, i visitatori potranno
ripercorrere un’avventura lunga mezzo secolo nella mostra
‘Zeffirelli – Gli anni della Scala’, curata da Vittoria Crespi
Morbio. Nato nel febbraio del 1923, Zeffirelli mosse i primi
passi nel teatro milanese come assistente di Luchino Visconti,
per poi firmare come costumista e regista 21 spettacoli, ultima
l’Aida che inaugurò la stagione lirica il 7 dicembre 2006 con la
direzione di Riccardo Chailly. Fece il debutto ideando i costumi
dell’Italiana in Algeri con la regia di Corrado Pavolini il 4
marzo 1953, l’anno dopo arrivò la prima regia con La Cenerentola
diretta da Carlo Maria Giulini, mentre è del 1955 Il Turco in
Italia con Maria Callas.
Sua la prima inaugurazione trasmessa in televisione, con
l’Otello diretto da Carlos Kleiber il 7 dicembre 1976, sua la
Cavalleria rusticana in teatro e in film, i Pagliacci in una
periferia contemporanea, la Turandot fiabesca e celeste con
Maazel, il monumentale Don Carlo con Muti. E poi Traviata, Aida
(in più allestimenti, il primo nel 1963 con le scenografie in
stile Secondo impero di Lila de Nobili), Un ballo in maschera.

Lo spettacolo che però forse lega di più Zeffirelli alla Scala e
alla storia della musica è La Bohème diretta da Herbert von
Karajan con Mirella Freni e Gianni Raimondi andata in scena per
la prima volta il 31 gennaio 1963, e da allora ripresa 24 volte.
   
Una storia non ancora conclusa visto che è in programma nella
prossima stagione la venticinquesima ripresa. L’allestimento
della mostra, ideato da Valentina Bellavia con grafiche di
Emilio Fioravanti permette di ammirare le locandine, bozzetti,
figurini, costumi e fotografie e anche un documentario
realizzato da Francesca Molteni con la curatela editoriale di
Mattia Palma, curatore anche del catalogo, che racconta il
percorso di Zeffirelli tra l’opera e lo schermo. (ANSA).
   

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