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Truffa a professionista da 1,8 milioni, tre indagati a Catania – Lombardia

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Procura chiude inchiesta, operazione ‘Doppio pacco’ della Gdf

(ANSA) – CATANIA, 08 NOV – La Procura di Catania ha chiuso le
indagini su una presunta truffa da 1,8 milioni di euro a un
professionista lombardo sfruttando le complessità legate al
funzionamento del sistema bancario di Paesi esteri, reimpiegando
gran parte della somma nell’acquisto di un immobile di pregio
intestata fittiziamente a una società maltese.
   
Il reato ipotizzato per i due professionisti catanesi, Alfio
La Rosa, 38 anni, e Giuseppe Privitera, 36, è di truffa
aggravata, autoriciclaggio, riciclaggio e trasferimento
fraudolento di valori. Al terzo indagato, il rappresentante
legale di una società maltese sono contestati il riciclaggio e
il trasferimento fraudolento di valori. Il gip ha disposto il
sequestro di 135 mila euro e dell’immobile.
   
Secondo indagini del nucleo di Polizia economico-finanziaria
della Guardia di finanza di Catania al professionista La Rosa,
per effetto di un presunto ‘blocco’ dei fondi operato da un
istituto di credito britannico sul conto corrente della società
londinese di progettazione, avrebbe prospettato la possibilità
di una rapida soluzione grazie all’intervento di Privitera,
presentato come funzionario della banca. La soluzione,
ricostruisce la Procura in una nota, era un temporaneo transito
dei fondi su un conto personale svizzero intestato a La Rosa,
versando 135mila euro su un conto corrente fornito da Privitera,
riconducibile alla “Fondazione vita e salute”, con sede a
Catania, rappresentata legalmente da La Rosa. Ma, secondo gli
approfondimenti del nucleo Pef delle Fiamme gialle di Catania
nell’inchiesta ‘Doppio pacco’, ottenuto il trasferimento di
circa 1,65 milioni di euro dal conto corrente inglese a quello
personale di La Rosa in Svizzera, avrebbero rappresentato alla
vittima difficoltà connesse all’attivazione di un nuovo vincolo,
questa volta da parte dell’istituto di credito elvetico per
“presunto riciclaggio di denaro”. Secondo l’accusa, invece, La
Rosa avrebbe reimpiegato, all’insaputa dell’interessato, 1,15
milioni di euro per l’acquisto di un immobile di pregio in
provincia di Catania, intestandolo fittiziamente a una società
di diritto maltese, formalmente rappresentata da un complice.
   
(ANSA).
   

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