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Autonomia differenziata. Parte il confronto tra Governo e Regioni ma non sarà una pas…

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Oggi incontro tra il Ministro per gli Affari regionali e i presidenti. Calderoli: “È stato un incontro assolutamente positivo, non è una cosa che si faccia dall’oggi al domani. C’è un percorso che dobbiamo fare insieme e sostanzialmente non c’è stato nessuno che si sia dichiarato contrario”. Fedriga: “Le Regioni hanno chiesto l’approvazione dei Lep, i livelli essenziali delle prestazioni”.

17 NOV

È partito oggi il confronto tra il Governo e le Regioni sul progetto dell’autonomia differenziata. Sul tavolo il Ministro per gli Affari regionali, Roberto Calderoli ha presentato ai presidenti la bozza di lavoro del ddl che dovrà fare da cornice al progetto. Ma al di là delle dichiarazioni di rito l’impressione è che l’iter sarà molto lungo e denso di ostacoli. In primis c’è lo scetticismo all’interno della maggioranza dove Fratelli d’Italia vuole che il progetto autonomista proceda di pari passo con la riforma della Costituzione in senso presidenzialista. Ma dall’altro anche il fronte delle Regioni non è compatto con il presidente della Campania, Vincenzo De Luca fortemente contrario così come dubbi sono stati sollevati anche dalla Puglia. Una cosa dopo l’incontro appare chiara: la bozza presentata da Calderoli sarà modificata.

“Non c’è una spaccatura tra Nord e Sud, c’è una paura del Sud che qualcuno si avvantaggi a svantaggio loro. Mi auguro che tutti possano avere un vantaggio, piccolo o grosso, da questa riforma”. Così il ministro degli Affari Regionali e dell’Autonomia Roberto Calderoli. “È stato un incontro assolutamente positivo, non è una cosa che si faccia dall’oggi al domani. C’è un percorso che dobbiamo fare insieme e sostanzialmente non c’è stato nessuno che si sia dichiarato contrario. Non ci possono essere parti che possono essere danneggiate rispetto ad altre, è la linea condivisa dal sottoscritto. Le critiche vorrei che si rivolgessero a un testo quando un testo ci sarà, non su degli appunti di lavoro – , ha aggiunto Calderoli – . Cerchiamo con la Conferenza delle Regioni di arrivare a una serie di proposte loro che troveranno legittimamente spazio in un testo normativo e che mi auguro siano condivise da tutti. Alla domanda su quali materie potranno essere oggetto dell’accordo e se nella riforma ci saranno i residui fiscali, il ministro ha risposto che “le materie che possono essere oggetto del trasferimento sono in Costituzione e io non posso toccare quello che è scritto nella costituzione. Dei residui fiscali non c’è traccia né nel testo né nella mia testa”.

“Ringrazio il Ministro Calderoli per la sensibilità istituzionale avuta nell’anticipare alla Conferenza delle Regioni la bozza del provvedimento sull’Autonomia differenziata, ma anche per il franco confronto sugli importanti temi connessi alla prossima Legge di Bilancio” ha dichiarato il presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga.

“In particolare abbiamo spiegato le priorità e discusso le proposte delle Regioni sulla Legge di Bilancio inviate al Governo. E’ fondamentale una forte collaborazione istituzionale per superare le principali emergenze economiche e sociali. La salvaguardia di molti servizi a cittadini e imprese è infatti strettamente legata agli equilibri dei bilanci regionali. Sotto osservazione, in particolare, le compensazioni per i mancati introiti nel trasporto pubblico locale e in sanità le risorse non ancora riconosciute per la pandemia e il caro energia. il Ministro Calderoli ha comunque rassicurato sulla volontà del Governo di continuare nel solco della leale collaborazione istituzionale. Lo dimostra anche questo primo coinvolgimento delle Regioni nei processi di riforma e decisionali”.

“Con questo spirito – spiega Fedriga – studieremo la proposta di disegno di legge per l’attuazione dell’Autonomia differenziata presentata dal Ministro Calderoli. E’ una bozza di lavoro, quindi la esamineremo, faremo delle proposte e daremo il nostro contributo per migliorarla insieme. Ad esempio le Regioni hanno chiesto l’approvazione dei Lep, i livelli essenziali delle prestazioni. E’ l’inizio di un confronto e di un progetto che vede già partecipi alcune Regioni, ma l’intendimento è di allargare la prospettiva alle Regioni che vogliano acquisire una maggiore responsabilità su alcune materie a seconda delle proprie specificità. La Conferenza delle Regioni valuterà quindi i contenuti e l’impostazione, verificando che ci siano i presupposti innovativi e virtuosi che garantiscano la rinascita e il corretto sviluppo dei territori. Ne discuteremo anche all’evento “L’Italia delle Regioni”, il primo appuntamento annuale che ha organizzato la Conferenza delle Regioni – quest’anno a Milano e Monza il 5 e 6 dicembre – proprio sul rafforzamento e le prospettive di un nuovo regionalismo. Valorizzare la ricchezza delle nostre diverse identità è il futuro del nostro Paese”.

“Noi abbiamo precisato che è impossibile immaginare qualunque percorso di modifica e della Costituzione senza una legge cornice che stabilisca, in dialogo stretto con la Conferenza delle Regioni, quale siano le materie che possono essere oggetto di intese e quali vadano necessariamente escluse. È escluso ad esempio che scuola, energia o trasporti possano esser oggetto di una delega alla Regioni. Il rischio è quello di una Babele”. Ha detto il presidente della Puglia Michele Emiliano dopo l’incontro sull’autonomia differenziata: “Ecco perché insistiamo che prima delle intese vengano individuati i Lep”.

“La bozza – ha precisato Emiliano – non va nella direzione auspicata dalle Regioni del sud perché non consente al Parlamento di incidere sull’intesa una volta che è stata sottoscritta. La bozza Calderoli, violando la Costituzione, dice che se una regione il governo fanno un’intesa sono assetto diverso delle competenze e dei finanziamenti, il parlamento non può mettere becco, deve passare come mera approvazione, può solo dire sì o no, come se fosse un trattato internazionale. Siccome la Costituzione questa cosa non lo prevede non se la può certo inventare, una legge ordinaria, la bozza Calderoli da questo punto di vista è un errore dal punto di vista costituzionale. Lo stesso ministro ha detto che non è una bozza, è un appunto. Allora lasciamola perdere”.

Ma i dubbi di Emiliano sono parecchi: “Se ci chiedono se noi ci fidiamo di chi proponeva prima la secessione poi il federalismo fiscale, ora l’autonomia differenziata, non è che possiamo dire che ci fidiamo con certezza. Abbiamo sempre il timore che quando si accorgeranno che applicando i Lep è il Sud che avrà maggiori risorse rispetto al Nord, non lo so se avranno la stessa volontà. Qualche piccola diffidenza provoca nelle Regioni del sud”

“Una parola – prosegue – che in sostanza dice che quando una persona nasce in Italia ed è cittadino italiano ha gli stessi diritti e gli stessi doveri su tutto il territorio nazionale. Non è più possibile, come accade oggi purtroppo, che il finanziamento della sanità del Sud, sia di molto inferiore a quello del Centro e del Nord. Non è possibile, ad esempio, che da Palermo a Siracusa ci vogliano ore di treno quando da Milano a Torino si viaggia a velocità straordinaria. Quindi i Lep non sono un pretesto, sono la sostanza del significato della autonomia differenziata. Se l’autonomia differenziata serve a superare la questione meridionale e a offrire a tutti gli stessi diritti e gli stessi doveri, se ne può parlare”.

“Non ho alcun pregiudizio ideologico nei confronti dell’autonomia differenziata. La mia regione, ad esempio, produce molta più energia di quella che consuma ma i miei cittadini pagano le bollette come quelli del Veneto. Ci sono materie che possono essere oggetto di autonomia differenziata e creare potenzialmente ricchezza anche nelle regioni del Sud”, ha detto Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria, dopo l’incontro. Per Occhiuto però “è utile che si definiscano i livelli essenziali delle prestazioni e quindi i diritti che vanno riconosciuti in modo uniforme su tutto il territorio nazionale. Così come è utile che si archivi l’ingiusto criterio della spesa storica per finanziare questi diritti, ma che si faccia funzionare la perequazione”. “Per questo noi siamo disponibili a realizzare una legge che dia attuazione agli articoli 116, 117 e 119 della Costituzione, ma non vogliamo nessuna fuga in avanti soltanto per una parte della legge, vale a dire per quella che riguarda l’autonomia differenziata, perché riteniamo che nella Costituzione tutto va tenuto insieme, anche quando si tratta di attuarla” ha concluso.

“Ho apprezzato che il ministro Calderoli abbia detto che la bozza è ritirabile, non c’è una posizione del governo. Nessuno è contro l’Autonomia in quanto tale, per altro prevista dalla Costituzione, ma per potere proseguire e trovare un accordo, servono condizione precise: una legge quadro, che vegano definiti i livelli essenziali di prestazione, i fabbisogni standard e la spesa storica, e poi il coinvolgimento del Parlamento”, ha detto il presidente dell’Emilia Romagna, Stefano Bonaccini. “Poi secondo me va eliminata la questione dei residui fiscali, perché se entri in quella questione vai a rischiare la secessione, non l’autonomia, e credo che vada eliminata la materia della scuola, non possiamo pensare si avere 20 scuole diverse”, ha aggiunto “La Conferenza delle Regioni lavorerà per una posizione unitaria, più è condivisa, più aiutiamo a dare le cose per bene, altrimenti – secondo Bonaccini – non è possibile arrivare a un accordo, laddove queste cose che ho elencate non fossero definite”.

“Uno scambio di vedute tra i presidenti di regione con il Ministro Calderoli, dal quale è emerso un metodo di confronto molto costruttivo, rispetto al quale voglio ringraziare il Presidente Fedriga. Abbiamo ben chiare la specificità delle nostre esigenze, ma è chiaro che siamo solo all’inizio di un’ipotesi di percorso di riforma, per cui non capisco le polemiche, se non legandole a legittime esigenze di posizionamento politico”, ha evidenziato – in una nota diffuso dall’ufficio stampa della Giunta lucana – il Presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi.

“Vorrei ricordare a tutti che – ha continuato il governatore lucano – il federalismo approvato dal centrosinistra nel 2001 è stato un disastro, ha aumentato il divario nord-sud, che la spesa storica avvantaggia le regioni del nord e su questi temi in 20 anni non si è mai intervenuto, pur potendolo fare. E poi c’è il tema dei Lep, che sono una precondizione rispetto a ogni prospettiva futura. Ovviamente come Regione Basilicata siamo molto interessati al tema dell’energia, anche considerando che in questi decenni poco è rimasto sul territorio e il primo segnale concreto verso i cittadini lo abbiamo fatto noi con il bonus gas e il bando per i non metanizzati, grazie alle risorse rinvenienti dalle compensazioni ambientali. Una maggiore autonomia in tale ambito potrebbe essere un’opportunità e ci darebbe la possibilità di aiutare in maniera strutturale il tessuto produttivo lucano”.

Per Bardi “c’è il tema delle rinnovabili, che non sono `labor intensive´ e che non `lasciano´ benefici sul territorio, pur essendo una grande opportunità per tutti e rispetto alle quali la nostra Regione è già molto avanti e stiamo anche recuperando taluni ritardi del recente passato. Chiaramente il problema principale della nostra terra sono le infrastrutture, rispetto alle quali scontiamo un gap secolare e sul quale ci aspettiamo un intervento importante da parte del nuovo governo, dato che i 600 milioni di euro stanziati dal Pnrr sul tema – ha concluso il presidente della Regione Basilicata – non sono sufficienti”.

“Sono anni che questo percorso va avanti e quindi procederà”. Ha detto il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani. “L’autonomia differenziata – ha aggiunto – va letta non come un problema di risorse che competono tra Nord e Sud creando squilibri, dobbiamo leggerla come un’Italia che dà in alcune Regioni che hanno un maggiore profilo di competenza su una materia – in Toscana beni culturali e geotermia – una specificità nella competenza e nell’azione della Regione”.

“Oggi non abbiamo parlato della bozza, c’è stato un bel brainstorming, una bella discussione, portando tutti gli elementi che sicuramente il ministro saprà raccogliere per cercare di implementare ancora di più il progetto che ad oggi non è stato ancora ufficializzato”. Così il presidente della Regione Veneto Luca Zaia. “Di appuntamenti – ha spiegato – ne avremo molti, è una riforma importante. È stata una discussione proficua e anche costruttiva – ha detto -. Ovviamente si è parlato di Lep, di regionalismo, e si conviene che si sta parlando di dettami della Costituzione non di invenzioni, questo è fondamentale. Stiamo parlando non di togliere qualcosa a qualcuno ma di fare in modo che alcune competenze dello Stato gestite direttamente nella regione vengono lasciate in gestione alla regione. Non si toglie nulla a nessuno, si tratta di un mero e semplice trasferimento di competenze dallo Stato alla singola regione”.

17 novembre 2022
© Riproduzione riservata


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www.quotidianosanita.it 2022-11-17 15:00:00

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