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L’Italia vuole essere in prima linea nella prevenzione dei tumori causati dal Papillo…

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OGGI, 17 novembre, è la Giornata mondiale per l’eliminazione del cancro della cervice uterina. Lo è da quando, due anni fa in questo giorno, l’Organizzazione mondiale della sanità ha lanciato una strategia globale per accelerare l’eliminazione di questa malattia, che oggi costituisce ancora una minaccia concreta per le donne in età fertile e può essere prevenuta. L’Italia, oggi, non solo è indietro rispetto agli obiettivi di prevenzione fissati a livello nazionale e internazionale, ma non ha ancora recuperato i numeri di screening e vaccinazioni pre-pandemia. Occorre agire subito, e per farlo le associazioni si sono rivolte direttamente al Governo.

L’impegno per l’eliminazione dei tumori Hpv-correlati

Il cancro della cervice uterina fa parte di una classe di tumori causati dallo stesso agente patogeno, il Papilloma virus (Hpv). Gli altri più comuni sono il tumore dell’ano, della vagina, della vulva, del pene, e della regione testa-collo (in particolare orofaringe). Lo scorso anno, il 4 marzo 2021, numerose associazioni – fra cui la Fondazione Umberto Veronesi, la Federazione Italiana delle Associazioni di Volontariato in Oncologia, la Fondazione IncontraDonna, CittadinanzAttiva, ThinkYoung, il Consiglio Nazionale dei Giovani e la Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori e ACTO – Alleanza Contro il Tumore Ovarico – hanno firmato un Manifesto che raccoglie, a fronte dei dati statistici sulle malattie collegate al Papilloma virus in Italia e in Europa, una serie di obiettivi riguardanti la prevenzione primaria e secondaria. Oggi, le stesse organizzazioni hanno deciso di aggiornare il documento e presentarlo al Governo.

“Due anni dopo la call to action dell’OMS e a seguito dell’impatto che la pandemia di Covid-19 ha avuto sulle attività di prevenzione oncologica – dicono i sottoscrittori del Manifesto – è ora imprescindibile fare dell’Italia il primo Paese europeo a sconfiggere i tumori HPV correlati, prevedendo azioni e tempi definiti in linea con la strategia internazionale”.

 

La strategia di prevenzione

Tutti i tumori causati dall’infezione da Hpv sono prevenibili, sia in maniera primaria tramite la vaccinazione anti-Hpv, sia tramite screening preventivo e test. Nonostante questo, però, in Europa e in Italia l’incidenza delle malattie causate dal virus Hpv è ancora rilevante sia per gli uomini sia per le donne. Nel nostro Paese si contano quasi 5 mila nuovi casi di tumore ogni anno, 2400 dei quali nel 2020 riguardavano il cancro della cervice uterina. E il tasso di sopravvivenza a 5 anni, che rimane stabile intorno al 68%, è ancora troppo basso considerando che si tratta di una patologia prevenibile.

Per informare e diffondere un piano di prevenzione efficace, quindi,  la Commissione Europea ha predisposto un piano di intervento dedicato per l’eliminazione dei tumori correlati al Papillomavirus, lo Europe’s Beating Cancer Plan. Lo scopo è quello di supportare gli stati membri dell’UE nelle strategie vaccinali di ragazze e ragazzi, al fine di arrivare a una copertura del 90% e consentire al 90% della popolazione target l’accesso agli screening oncologici.

La situazione in Italia

Secondo gli ultimi dati sulla prevenzione (primaria e secondaria) pubblicati dal Ministero della Salute, emerge che il nostro paese ha ancora molto da fare per raggiungere gli obiettivi nazionali (che mirano a fornire il 95% di copertura a maschi e femmine) e internazionali. Non solo, nel biennio della pandemia il numero degli screening (sia quelli programmati dal servizio sanitario nazionale sia quelli spontanei) è peggiorato rispetto agli anni precedenti: il 77% delle donne fra i 25 e i 64 anni di età si è sottoposta allo screening cervicale (Pap-test o HPV test) nel 2020-2021, circa il 3% in meno rispetto al triennio precedente. Lo stesso sta accadendo anche per quel che riguarda l’adesione vaccinale, dove i tassi di copertura non sono ancora tornati ai livelli pre-pandemia. Alla fine del 2021, secondo i dati pubblicati dal Ministero della Salute, le undicenni vaccinate con ciclo completo erano il 32,22%, contro il 41,6% del 2019, mentre fra gli undicenni maschi si è vaccinato il 26,75%, a fronte del 32,25% del 2019. La copertura per ciclo completo nella coorte delle quindicenni – utilizzata dall’Oms come riferimento nelle sue statistiche – si attesta invece intorno al 70,55%.

Alla luce di questi dati, le Associazioni che hanno firmato il manifesto si rivolgono direttamente all’esecutivo: “Come già sta avvenendo in altri Paesi, occorre un intervento del Governo italiano affinché si possa proseguire con forza e sollecitudine verso gli obiettivi nazionali e internazionali – sostengono – questa è una battaglia di salute pubblica per un traguardo oggi raggiungibile: eliminare i tumori causati da papillomavirus”.

Per informazioni sul vaccino anti-Hpv, inviate le vostre domande a [email protected]



www.repubblica.it 2022-11-17 17:25:40

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