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Musica a volume troppo alto: un miliardo di giovani a rischio udito

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Le cuffiette per la musica o per giocare alle consolle, gli auricolari per le telefonate, ma anche le serate in discoteca, ai concerti e nei club che finalmente hanno riaperto e sono spesso gremiti. Il denominatore comune è il suono, quasi sempre altissimo, molto più di quello che sarebbe consigliabile.

È per questo che una ricerca pubblicata su Bmj Global Health lancia l’allarme: oltre un miliardo di giovani nel mondo rischia di perdere l’udito nel prossimo futuro.

La metanalisi coinvolge oltre 19.000 persone

I ricercatori dell’Università della South Carolina hanno analizzato gli studi pubblicati dal 2000 al 2021 che prendevano in considerazione sia pratiche di ascolto con dispositivi (come auricolari e simili), sia la partecipazione a concerti e la presenza in luoghi rumorosi come i bar. In tutto si tratta di 33 paper per un totale di 19.000 persone coinvolte.

“I risultati ci dicono che il 24% dei giovani ascolta musica o altro a un volume troppo alto e che il 48% è esposto a un rumore eccessivo quando frequenta locali e concerti. Questo tipo di ascolto ricorrente può causare danni al sistema uditivo, portando ad acufeni e ipoacusia temporanei o permanenti”, spiega l’autrice dello studio, Lauren Dillard della Medical University della South Carolina.

Ecco cosa succede all’udito

“È stato dimostrato che un’esposizione prolungata a suoni con volume eccessivo può danneggiare le cellule cigliate dell’orecchio e provocare perdita di udito – spiega a Salute Lucia Oriella Piccioni, otorinolaringoiatra, responsabile dell’Unità Funzionale dell’Orecchio dell’Ospedale San Raffaele di Milano – La soglia oltre la quale si possono subire danni è di 85-90 decibel. All’interno di questo range funziona quello che viene chiamato riflesso stapediale. Il muscolo stapedio è attaccato a un ossicino, la staffa, che si contrae e impedisce che l’orecchio sia raggiunto da un rumore troppo alto. Ci protegge, insomma. Ma oltre i 90-100 decibel questo effetto non funziona più”.

I danni del rumore

La specialista avverte che anche a 90 decibel, un’esposizione prolungata, può arrecare danni. “C’è un motivo se chi lavora in un ambiente rumoroso è tenuto a fare delle pause durante il turno. Le cellule cigliate hanno bisogno di riprendersi per recuperare. A lungo andare il rumore smisurato provoca acufeni e danni all’apparato uditivo, anche permanenti. A rischio sono soprattutto i giovani. Anche la Società Italiana di Otorinolaringoiatria ha promosso una campagna per sensibilizzare i ragazzi su questi rischi”.

E l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha stimato che oltre 430 milioni di persone in tutto il mondo soffrono oggi di sordità anche grave e prevede che entro il 2050 saranno 900 milioni i soggetti che avranno una perdita uditiva disabilitante.

La regola del 60-60

Per evitare o minimizzare i rischi, Piccioni consiglia la regola del 60-60: “Si deve ascoltare al 60% del volume e per non più di 60 minuti consecutivi. Poi occorre una pausa di dieci minuti”. La specialista raccomanda anche di utilizzare cuffie e auricolari che abbiano la funzione noise cancelling, cancellazione del rumore. In questo modo non si sentirà il bisogno di alzare troppo il volume.

E quando si va ai concerti è consigliabile fare uso di tappi, anche quelli di gommapiuma sono meglio di niente. “Ma esistono dispositivi appositi per i musicisti che riducono l’intensità ma non la qualità del suono”, dice Piccioni.

Non solo udito

Il rumore, però, non ferisce soltanto le nostre orecchie. “Un’esposizione prolungata può anche incidere sulla concentrazione, provocare stanchezza, agitazione e depressione – conclude l’esperta – Per questo soprattutto i bambini vanno sempre monitorati”.



www.repubblica.it 2022-11-17 11:40:32

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