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Tornare al lavoro dopo il tumore al seno: 1 donna su 4 ha subìto demansionamento

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Il ritorno al lavoro dopo un tumore o mentre si convive con la patologia può aiutare pazienti ed ex pazienti a guardare oltre la malattia, a riprendere ciò che avevano dovuto interrompere e a ritrovare la propria identità professionale. Spesso, però, proprio il reinserimento lavorativo può essere un periodo molto complicato da gestire, a causa di rapporti con colleghi e datori di lavori, resistenze psicologiche e fisiche, demansionamenti e ostacoli di tipo legislativo. E lo è ancora di più per le categorie contrattualmente più fragili, come le donne, che perdono in media il doppio delle giornate di lavoro rispetto agli uomini.  Per agevolare un momento così delicato, prende il via la seconda edizione del progetto TrasformAZIONE, il percorso di avvicinamento al mondo del lavoro dedicato alle donne che desiderano rientrarvi dopo una malattia oncologica. L’iniziativa – voluta e presentata oggi da Europa Donna Italia, con la collaborazione di Fondazione Human Age Institute, ManpowerGroup e Studio Fava & Associati – entrerà nel vivo a partire dal prossimo anno, continuando quanto fatto nell’edizione precedente e portando all’interno del programma attività di formazione su contratti e politiche del lavoro, modalità di selezione e laboratori sulle tecniche da utilizzare per cercare lavoro.

Le difficoltà maggiori

Insieme al progetto, sono stati presentati i risultati di una ricerca di Euromedia Research sull’impatto che la malattia può avere sulla vita lavorativa e familiare: un’analisi di 500 interviste che ha coinvolto anche le donne che hanno partecipato alla prima edizione del percorso “TrasformAzione”. Ne è emerso che la paura di ammalarsi di tumore e di perdere il lavoro riguarda circa 3 intervistate su 4 e che la gran parte delle donne che invece ha dovuto fare i conti con la malattia non si è sentita supportata da responsabili e colleghi. E nemmeno tutelata dalle norme che regolano il mercato del lavoro (il 61,8% delle intervistate). Le esperienze si dividono tra chi è riuscita a mantenere il proprio ruolo in azienda e chi, invece, ha subito un declassamento a seguito della malattia. Una situazione, quest’ultima, che ha colto di sorpresa una paziente su 4, generando isolamento e mancanza di fiducia nelle proprie capacità.

Un quadro normativo frammentato

Di sicuro, conciliare i tempi di lavoro con quelli che scandiscono una terapia non è semplice. E lo è ancora meno all’interno di un quadro normativo frammentato, che non agevola la ripresa della quotidianità lavorativa. “Dal punto di vista burocratico, il contesto italiano è molto complesso, perché esistono molte tipologie contrattuali nazionali, con parametri differenti, e questo rappresenta spesso un ostacolo ulteriore per le pazienti – spiega Rosanna D’Antona, Presidente di Europa Donna Italia – Il nostro obiettivo è quello di fornire un supporto concreto, perché è evidente quanto il lavoro possa essere di aiuto nel percorso terapeutico: da un lato aiuta a ritrovare una condizione di socialità, limitando la tendenza all’isolamento, dall’altro può essere uno stimolo in più per l’adesione alle terapie e l’aumento dell’autostima”.

I risultati della prima edizione di TrasformAZIONE

La prima edizione del progetto ha visto la partecipazione di circa 100 donne che hanno aggiornato le proprie competenze. Di queste, 62 si sono rese disponibili a intraprendere il primo step del progetto: il percorso di Talent Lab di Fondazione Human Age Institute di ManpowerGroup, che ha supportato le candidate con approfondimenti sull’elaborazione del curriculum vitae, sul colloquio di lavoro e la formazione di nuove competenze professionali. “Da sempre il nostro obiettivo è rendere più accessibile il mondo del lavoro, specie per chi ha più bisogno di supporto e orientamento, come le pazienti o le ex pazienti oncologiche che si trovano nella necessità di trovare nuovo equilibrio e normalità all’interno delle proprie vite”, commenta Anna Gionfriddo, Presidente Fondazione Human Age Institute e Amministratrice Delegata ManpowerGroup. “Al termine di questa prima fase abbiamo avuto modo di apprezzare fino in fondo il valore di TrasformAZIONE – conclude la Presidente di Europa Donna – Fin dalle prime fasi, abbiamo potuto vedere in modo concreto quale fosse l’effetto per le donne partecipanti, con una crescita dell’autostima e di fiducia nelle proprie capacità”.



www.repubblica.it 2022-11-17 16:48:44

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