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Mese del tumore dello stomaco: troppi pazienti lo scoprono tardi

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Novembre è il mese dedicato alla sensibilizzazione sul cancro dello stomaco, una malattia che ogni anno è responsabile 14.500 nuovi casi in Italia, dove con una diagnosi di carcinoma gastrico vivono più di 82.000 persone, e la sopravvivenza a 5 anni, senza significative differenze tra le diverse regioni, è del 32%.

Bassa sopravvivenza: una questione di diagnosi tardiva

Il 32% è un numero basso. “Lo è, e dipende dal fatto che la diagnosi di cancro dello stomaco e spesso tardiva – dice Claudia Santangelo, presidente di Vivere senza stomaco si può!, associazione che conta 4.300 iscritti: tutte persone che per via del cancro hanno subito una resezione parziale o totale dell’organo della digestione. Che sono tanti: il 60% dei pazienti con diagnosi di tumore gastrico in Italia va incontro a intervento chirurgico. Per dare voce ai loro bisogni, vecchi e nuovi, l’associazione ha organizzato a Roma (il 19 novembre in presenza e dal 21 in differita sul canale YouTube e Fb dell’associazione) il suo settimo convegno nazionale, in cui verranno trattati sia temi legati alla qualità della vita sia lo stato dell’arte della ricerca e dei trattamenti.

Il ruolo di Helicobacter pylori e quell’esame troppe volte rimandato

Quali sono le domande dei pazienti ancora senza risposte, e quali, se ci sono, i temi emergenti? “Una questione sempre verde è proprio quella della diagnosi”, risponde Santangelo: “Parliamo di una forma di cancro multifattoriale, ma l’infezione da Helicobacter pylori rappresenta la prima causa della malattia”. Helicobacter pylori è un batterio che si trova molto spesso nello stomaco e che però assai difficilmente viene attaccato dal sistema immunitario. Nel 1994 la Iarc, International agency for research on cancer, lo ha incluso tra gli agenti cancerogeni. L’Helicobacter viene eliminato con una cura antibiotica. “Ma non in tutti i casi”, dice Santangelo: “Abbiamo riscontrato che non sempre viene eradicato. Ancora oggi, inoltre, succede che i pazienti con sintomi lievi di gastrite o di reflusso gastroesofageo facciano tanti cicli di antiacido prima di sottoporsi alla gastroscopia, che invece è un esame che fa emergere la malattia ad uno stadio precoce”.

Negli ospedali mancano (ancora) i nutrizionisti

Vivere senza un organo così importante comporta molte difficoltà, prime tra tutte quella di alimentarsi. “Una difficoltà che emerge immediatamente dopo l’intervento. Non in tutti gli ospedali c’è un nutrizionista dedicato – dice la presidente, che ha subito lei stessa una resezione gastrica – quando invece dal 2017 abbiamo un accordo Stato-Regioni che prevede la presenza di questo professionista in ogni struttura”.

E fuori dall’ospedale? “Fuori dall’ospedale ci si ritrova in un deserto – riprende Santangelo – . Facciamo fatica ad alimentarci: la mancanza dell’organo ci fa soffrire di malnutrizione, mangiamo molto lentamente, beviamo mezz’ora lontano dai pasti, acquisiamo insomma accorgimenti con l’esperienza, ma una guida esperta ci aiuterebbe a vivere meglio e a non perdere peso. Alcuni pazienti arrivano a pesare 35-40 chili, e sono costretti a interrompere le cure”.

A questo poi, dice Santangelo, si aggiunge che ancora oggi l’accesso gratuito agli alimenti a fini medici speciali non è garantito in tutti i territori. Gli alimenti a cui fa riferimento Santangelo sono gli Ons, Oral nutritional supplement, e servono per prevenire o gestire la malnutrizione calorico-proteica. “Questi prodotti sono costosi e non vengono offerti gratuitamente in tutte le regioni”.

Dietro front: fare attività fisica è possibile e fa bene

Proprio per la fatica di alimentarsi, i pazienti hanno  pensato per tanto tempo di non dover disperdere calorie con l’attività fisica. Ma oggi l’idea è che fare movimento, con tempi e intensità adeguati, si possa e sia utile.

“Questo è uno dei temi emergenti dell’incontro di quest’anno – conferma la presidente – . Il movimento, infatti, preserva la muscolatura e la salute dell’osso, entrambe messe a rischio da un’alimentazione problematica. Le pazienti normalmente monitorano la salute del sistema scheletrico su indicazione del ginecologo, ma gli uomini non lo fanno nonostante anche loro, per via della carenza di nutrienti, abbiamo un rischio più alto di andare incontro prima a osteoporosi”.

Tempi troppo lunghi per l’approvazione dei farmaci

Infine, c’è il problema della burocrazia. “I pazienti con carcinoma gastrico hanno bisogno di farmaci che aumentino l’aspettativa di vita e che ne migliorino la qualità. Ma i tempi di approvazione si protraggono eccessivamente: il passaggio da Ema ad Aifa richiede oltre 365 giorni”, sottolinea Santangelo.

“Tuttavia il 2022 è stato un anno buono per i pazienti con carcinoma dello stomaco: dopo 8 anni senza novità, ci sono state due approvazioni di nuove terapie da parte dell’Agenzia Italiana del Farmaco”, aggiunge Stefano Cascinu, direttore del Dipartimento di oncologia medica, IRCCS Ospedale S. Raffaele di Milano, che interverrà al convegno: “La prima è arrivata all’inizio dell’anno e ha riguardato la trifluridina-tipiracil come trattamento di terza linea, cioè per pazienti con carcinoma gastrico metastatico già trattati con almeno due chemioterapie classiche per malattia avanzata, ma senza successo oppure diventati resistenti a quelle cure. Questi pazienti – continua Cascinu – oggi hanno una possibilità reale di allungamento e di miglioramento della vita. La seconda autorizzazione di Aifa, che risale a pochi giorni fa, ha riguardato l’immunoterapia con nivolumab da usare insieme alla chemioterapia classica come prima linea nel carcinoma avanzato metastatico o non operabile. Parliamo di un trattamento che cambia davvero la pratica clinica per tanti pazienti”.

Il ruolo dei medici di famiglia

Per il carcinoma gastrico non c’è screening, e la diagnosi arriva in fase precoce nel 7-10% dei casi. “È così. Ma oggi i medici di medicina generale sono molto attenti a prescrivere la gastroscopia anche in caso di sintomi di gastrite lievi – conclude l’oncologo -. La gastroscopia è un esame che anticipa la diagnosi: più gastroscopie significa più eradicazioni di Helicobacter e meno casi avanzati. I medici di medicina generale giocano un ruolo fondamentale nell’anticipo diagnostico e la sinergia con loro è davvero importante, specialmente per questo tipo di malattia”.



www.repubblica.it 2022-11-18 12:12:57

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