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Efsa, solfiti preoccupano ma mancano dati per dose sicura – Sanità

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(ANSA) – BRUXELLES, 24 NOV – L’assunzione di solfiti nella
dieta è fonte di preoccupazione ma i dati disponibili non sono
sufficienti per stabilire un livello di esposizione sicuro. Sono
le conclusioni dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare
(Efsa), che su richiesta della Commissione europea ha aggiornato
la valutazione del rischio per anidride solforosa (E220) e
solfiti (E221-228) in alimenti e bevande. I solfiti si trovano
naturalmente in alimenti come mele, riso, cipolle e cavoli e
bevande come il vino. Sono aggiunti come conservanti e
antiossidanti a frutta e verdura secca, prodotti a base di
patate, birra e bevande al malto, vino e succhi di frutta. Nel
2016, l’Efsa aveva fissato la dose giornaliera accettabile in
0,7 milligrammi per chilo di peso corporeo. Oggi la ritira per
insufficienza di dati sulla tossicità. Ma secondo gli esperti
dell’Autorità con sede a Parma, il calcolo dei margini di
esposizione associato ai risultati di test sugli animali desta
preoccupazioni di sicurezza per tutte le categorie di
consumatori forti di alimenti e bevande che contengono questi
additivi, esclusi gli adolescenti. (ANSA).
   

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