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Sclerosi multipla, cinque possibili campanelli d’allarme

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Si chiamano prodromi, sintomi che compaiono anche anni prima che una certa condizione patologica si manifesti appieno e venga diagnosticata. Ci sono per la malattia di Parkinson così come per alcuni disturbi autoimmuni, ma per la sclerosi multipla ci sono solo dati preliminari. Per far luce su quelli che potrebbero essere dei campanelli d’allarme, un team francese ha condotto un ampio studio sulle cartelle cliniche di decine di migliaia di persone, individuando 5 condizioni che sembrano essere più frequenti nelle persone che svilupperanno la sclerosi multipla, anni prima della diagnosi: depressione, disturbi sessuali, stitichezza, cistite e altre infezioni delle vie urinarie. Lo studio è stato appena pubblicato su Neurology, la rivista dell’American Academy of Neurology.

Possibili campanelli d’allarme

I ricercatori hanno preso in considerazione le cartelle cliniche di oltre 20mila persone con sclerosi multipla, scandagliandole alla ricerca di sintomi o malattie (complessivamente ne sono stati considerati 113) nei 5 anni precedenti alla diagnosi. La loro frequenza è stata poi messa a confronto con il dato risultato dalle cartelle cliniche di persone con diagnosi di malattia di Crohn e di lupus eritematoso (due condizioni autoimmuni più frequenti nelle donne, proprio come la sclerosi multipla), oltre che con le cartelle di pazienti con nessuna di queste condizioni.

Quello che è emerso è che 5 condizioni sono risultate statisticamente associate alla successiva diagnosi di sclerosi multipla. In particolare, le persone che avrebbero sviluppato la patologia autoimmune, nei 5 anni precedenti alla diagnosi, hanno sofferto di più di depressione (+22%), stitichezza (+50%), infezioni delle vie urinarie (+38%), disfunzioni sessuali (+47%) e cistite (+21%) rispetto alle persone senza sclerosi multipla.

 

Verso la diagnosi precoce

Gli autori della ricerca ritengono che queste condizioni possano essere dei prodromi della sclerosi multipla, o anche sintomi del suo stadio iniziale. Tuttavia, tali disturbi si ritrovano anche in stadi precoci di altre patologie (non permettono di distinguere per esempio tra chi svilupperà la malattia di Crohn o il lupus eritematosi) e in generale sono abbastanza comuni nella popolazione. Pertanto da soli non costituiscono una firma univoca per una diagnosi precoce né, come ha commentato l’autrice Celine Louapre dell’Università Sorbona di Parigi, tutti coloro che presentano questi sintomi svilupperanno la sclerosi multipla. In ogni caso, aver identificato questi primi segnali può aiutare a comprendere i fattori eziologici, i meccanismi biologici che si verificano nel corpo prima che si sviluppino i sintomi tipici della malattia.

“Questo tipo di studi sui prodromi della sclerosi multipla ha come scopo quello di identificare dei ‘marcatori’ per poter fare diagnosi precoce, anticipando quanto più possibile i sintomi tipici della malattia – ha precisato Maria Trojano,direttore del Dipartimento di Neuroscienze del Policlinico di Bari, non coinvolta nello studio – Questo studio aggiunge un tassello alle nostre conoscenze, e altri se ne aggiungeranno in futuro, fino a che saremo in grado di creare un algoritmo che ci permetta di arrivare precocemente e in modo preciso alla diagnosi”.



www.repubblica.it 2023-12-06 17:02:06

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