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Tumori, con la prevenzione possibile risparmio di 20 miliardi di euro l’anno

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Se non fosse una leva sufficientemente forte l’aver letto appena pochi giorni fa i dati dell’ultimo Rapporto Aiom che fotografano un incremento di 18.400 nuovi casi di tumore nel 2023, per indurci a cambiare abitudini e davvero mettere in atto le ‘regole del buon vivere’ che sono il cuore della prevenzione, ecco che arrivano anche i numeri sui costi legati alle neoplasie. Ben 20 miliardi di euro sono stati spesi nel 2022 in Italia per curare i malati di cancro, fra costi diretti di terapie, ospedalizzazioni, interventi chirurgici, esami, riabilitazione e indiretti (assenza dal posto di lavoro, assistenza dei familiari ecc.). Cifre enormi che raccontano anche del peso della malattia sul singolo e sull’universo che gli sta intorno. Di costi socio-sanitari e soprattutto di una nuova strategia di prevenzione attiva che possa invertire la rotta si è parlato nel corso di un convegno nazionale promosso dal Cnel, Fondazione Aiom e Bioscience Foundation.

 

Uno tsunami di nuovi casi

 

L’ultimo Rapporto ‘I numeri del cancro 2023’ presentato qualche giorno fa mostra come negli ultimi tre anni, i casi di tumore sono aumentati del 5% passando da 376.600 nuove diagnosi del 2020 a 395.000 di quest’anno. Ben 18.400 nuove diagnosi in più e purtroppo il trend è destinato a peggiorare: si stima, infatti, che nei prossimi due decenni, il numero assoluto annuo di nuove diagnosi oncologiche nel nostro Paese aumenterà, in media ogni anno, dell’1,3% negli uomini e dello 0,6% nelle donne. “I costi legati al pianeta tumori stanno diventando enormi in tutti i Paesi occidentali – sottolinea Francesco Riva, presidente Delegato della Giunta del Regolamento del Cnel. “Si rischia di minare la sostenibilità dell’intero sistema e di far pagare di tasca propria sempre più ai cittadini. Dobbiamo tutti insieme impegnarci per avere meno malati oncologici: la prevenzione rappresenta la sola arma davvero vincente”.

Le cattive abitudini che fanno aumentare il rischio oncologico

 

Un peggioramento legato soprattutto agli scorretti stili di vita (fumo di sigaretta, obesità, sedentarietà, eccessivo consumo di alcol) e che genera appunto dei costi sanitari. “Gli indicatori ci dicono che si fa ancora troppo poco: aumenta la sedentarietà, le persone in sovrappeso e obese e i forti consumatori di alcol – spiega Saverio Cinieri, presidente di Fondazione Aiom. Quello che è preoccupante è che questi dati, così pericolosi, sono molto diffusi fra gli adolescenti”. Ad esprimere preoccupazione è anche Francesco Cognetti, presidente di Foce che dichiara: “Gli scorretti stili di vita sono in forte aumento: basti pensare all’incremento di ben il 6% (dal 23% al 29%) di persone completamente sedentarie e all’aumento di chi è in sovrappeso e obeso. Sono indispensabili piani operativi sul modello del Beating Cancer Act Europeo che integrino il Piano Oncologico Nazionale”.

 

Come si evolve la prevenzione

 

È importante, quindi, ridurre il carico di malattia attraverso la prevenzione, ma dopo anni di campagne di sensibilizzazione sui corretti stili di vita da anni gli esperti stanno lavorando ad un nuovo concetto di prevenzione basata sulla ricerca e l’individuazione dei fattori prodromici che possono negli anni portare ad un cancro. È la cosiddetta ‘Cancer Driver Interception’, cioè la ricerca di quelle alterazioni che, se non corrette, possono favorire la cancerogenesi. “Non basta insistere sugli stili di vita: bisogna ricercare i fattori prodromici che possono favorire la nascita di una neoplasia”, sottolinea Adriana Albini, collaboratrice della Direzione Scientifica dell’Istituto Europeo di Oncologia di Milano e coordinatrice mondiale del Working Group sulla Cancer Prevention dell’Associazione americana per la ricerca sul cancro (Aacr). 

 

I quattro fattori all’origine del rischio

 

Esistono ormai numerosi studi clinici che hanno dimostrato l’utilità di andare a misurare alcuni fattori prodromici: “Si tratta dell’instabilità genomica, l’infiammazione cronica, la disbiosi intestinale e il disequilibrio del sistema immunitario. Tutti misurabili attraverso esami del sangue e materiale biologico”, prosegue Albini. Ma come funziona esattamente questa misurazione del rischio? “Il tumore impiega anni prima di svilupparsi – risponde Giuseppe Mucci, presidente di Bioscience Foundation, nata da uno spin off dell’Università Tor Vergata di Roma. Oggi è possibile monitorare queste alterazioni con semplici test che possono rivelarci condizioni prodromiche negative che possono poi essere corrette con stili di vita sani. Una prevenzione attiva, dunque, come si fa in campo cardiovascolare controllando la pressione arteriosa o l’ipercolesterolemia”. 

 

Prevenzione attiva anche per i pazienti oncologici

 

La prevenzione attiva è preziosa anche quando si è già ricevuta una diagnosi di tumore. “Una prevenzione attiva è fondamentale anche per chi ha già incontrato la malattia, aggiunge Antonella Campana di Fondazione IncontraDonna. “Seguire corretti stili di vita interessa tutti e promuovere efficaci campagne di sensibilizzazione è ora una priorità”.

 

Le collaborazioni istituzionali

 

Molti studi hanno indicato l’efficacia di questo approccio già operativo, ma in Italia si stanno muovendo ora i primi passi. “Stiamo avviando una collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità per far partire un progetto concreto in alcune Regioni con un modello innovativo italiano all’avanguardia nel mondo”, conclude Mucci. “La collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità rappresenta una partnership che ho voluto fortemente – sottolinea il Senatore Francesco Zaffini, presidente della Commissione 10° Affari sociali, sanità, lavoro pubblico e privato, previdenza sociale – perché sono convinto che la Cancer Driver Interception rappresenti un modello vincente ai fini della riduzione del carico di malattia, indispensabile per garantire la sostenibilità del Sistema e ridurre il numero di persone colpite dalla malattia. Come Commissione Sanità del Senato ci poniamo l’obiettivo di affrontare il tema cancro proprio

 

“Questo convegno – conclude Riva – rappresenta l’occasione per la presentazione dell’imminente partenza dei lavori sul disegno di legge dedicato alla prevenzione delle neoplasie e alla sensibilizzazione sugli stili di vita e all’alfabetizzazione sanitaria. L’interesse verso questa tematica è molto forte e vedrà una partecipazione attiva dei ministeri: Sport e Giovani, della Salute, dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e di Sport e Salute per creare sinergia e partecipazione sotto la guida del Cnel che può rappresentare una garanzia di qualità e risultato”.

 

 



www.repubblica.it 2023-12-15 11:51:53

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