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Antidepressivi e disfunzioni sessuali, quale legame?

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Non è un mistero: sul foglietto illustrativo di numerosi antidepressivi è indicato che questi medicinali possono in alcuni casi causare sintomi associati a disfunzioni sessuali. Può essere importante affrontare l’argomento, non per demonizzare terapie che in alcuni casi risultano molto importanti, ma per essere consapevoli di eventuali limiti di questi farmaci e parlarne per tempo con il medico.

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Fra i sintomi che possono apparire in casi comunque limitati, ci sono problemi di erezione, diminuzione degli impulsi sessuali e difficoltà nel raggiungere l’orgasmo – quest’ultimo problema soprattutto nelle donne. Bisogna precisare che questi effetti colpiscono una ridotta fetta di pazienti e che non tutti gli antidepressivi sono associati a queste problematiche.

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Proprio per questo è utile fare chiarezza, ricordando che questi medicinali sono prescritti sempre valutando il rapporto favorevole fra benefici e rischi e che, quando necessari, possono essere fondamentali.

Depressione e calo del desiderio

“Si deve partire dalla considerazione che la depressione è una malattia che, proprio per le sue caratteristiche, è spesso accompagnata di da problemi di natura sessuale – chiarisce Marco Pistis, Ordinario di Farmacologia all’Università degli Studi di Cagliari e membro della Società Italiana di Farmacologia – ,fra cui calo del desiderio, problemi di erezione, eiaculazione ritardata, ridotta lubrificazione genitale e assenza di orgasmo”.

Dunque, in presenza di depressione o di sintomi depressivi, questi disturbi sessuali possono essere presenti, in maniera più o meno intensa, anche prima di iniziare la terapia. Pertanto, risulta importante ricostruire in primo luogo quando si sono manifestati. Ci sono casi in cui invece sono comparsi come effetti collaterali soltanto dopo aver cominciato ad assumere farmaci.

“In queste circostanze è opportuno consultare lo psichiatra che ha effettuato la prescrizione, con cui il paziente dovrebbe essere già in contatto, per esporre i propri dubbi – aggiunge l’esperto – .Per capire se il disturbo è riconducibile al trattamento è importante che il medico ponga una serie di domande al paziente, tenendo conto della durata, dell’entità del problema e di altri elementi”.

Alcune strategie alternative

La buona notizia è che qualcosa si può fare per mitigare l’effetto. “Sarà lo specialista a considerare la singola situazione, valutando un eventuale cambio di terapia”, prosegue Pistis. “Inoltre, generalmente le alterazioni sono dose-dipendente, per cui una strategia può essere quella di ridurre il dosaggio, se possibile, oppure di abbassarlo durante il week-end, quando la persona prevede di poter avere l’attività sessuale”. In generale, è importante non prendere in maniera autonoma iniziative, quali la riduzione o la sospensione del trattamento, comportamenti che potrebbero comportare conseguenze più gravi: è bene superare l’imbarazzo e consultare il medico.

Al contrario, come indica ad esempio una recente ricerca spagnola, questi sintomi vengono ancora segnalati poco, rendendo difficile anche svolgere analisi statistiche e stimarne il reale impatto. Lo psichiatra conosce ed è abituato a trattare il problema ed è in grado di orientare al meglio il paziente, indicando interventi comportamentali o farmacologici oppure indirizzandolo da altri professionisti.

Fra gli interventi legati allo stile di vita, alcuni studi indicano che fare movimento, per esempio praticare regolarmente 30 minuti di attività aerobica di intensità moderata, può migliorare significativamente la capacità di eccitazione fisica successiva, sia negli uomini sia nelle donne.

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I meccanismi alla base dei disturbi

Le ragioni del possibile legame fra antidepressivi e calo del desiderio sessuale sono ancora in corso di studio. “Secondo un’ipotesi – spiega Pistis – , il meccanismo con cui alcune classi di antidepressivi possono determinare questi sintomi riguarda l’interazione fra serotonina e dopamina”.

Serotonina e dopamina sono due sostanze – in particolare due neurotrasmettitori – prodotte nel cervello, che prendono parte a vari processi fisiologici e che contribuiscono in maniera importante al nostro benessere psico-fisico.

“Per alzare il tono dell’umore si va ad aumentare la serotonina – chiarisce il farmacologo – .L’ipotesi è che la serotonina maggiormente presente possa, attraverso complesse interazioni fisiologiche, diminuire la dopamina. Questa sostanza è coinvolta nei processi in cui proviamo gratificazione e piacere, incluso quello sessuale”.

La dopamina entra pertanto in gioco nella capacità di provare desiderio sessuale ed eccitarsi. Gli antidepressivi non sono peraltro gli unici medicinali che possono dare luogo a questo meccanismo. “Anche altri farmaci – conclude Pistis – , quali gli antipsicotici, prescritti nella schizofrenia ma non solo, possono comportare effetti simili”.

In tutti i casi, conoscere questo argomento in anticipo è un’arma in più in mano al paziente: la consapevolezza può essere utile, per chi ha questo timore, per esporlo fin dalla prima visita con lo psichiatra.

Salute Amore – l’archivio



www.repubblica.it 2023-12-14 06:30:07

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