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Escherichia coli, osservato speciale nel tumore del colon

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Il tumore del colon-retto è una delle forme di cancro più comuni, e uno dei big killer oncologici. La prevalenza di questa neoplasia è in crescita, soprattutto negli under 40, e le cause del fenomeno rimangono per ora misteriose. Una delle possibili spiegazioni in fase di studio riguarda il rapporto tra microbiota, infiammazione dell’intestino e insorgenza dei tumori: dieta sbilanciata e stili di vita non salutari possono determinare un aumento della prevalenza di “batteri cattivi” nella flora intestinale, che a loro volta potrebbero influire sul rischio di sviluppare neoplasie del colon-retto.

Un nuovo studio congiunto dell’Università di Milano-Bicocca, dello Human Technopole e dell’Istituto di ricerca sul cancro di Londra sembra confermarlo, dimostrando una correlazione tra ceppi del batterio Escherichia coli che presentano un enzima chiamato polichetide sintetasi (o psk+) e danni genetici nel tessuto dell’intestino che determinano mutazioni spesso riscontrabili proprio nelle cellule del tumore del colon.

Batteri cattivi

Gli esperti sospettano da tempo che il tumore del colon possa essere collegato all’azione di qualche batterio patogeno. Si tratta come dicevamo di una patologia comune e in costante crescita, che in pochissimi casi è legata a fattori di rischio genetici. La maggior parte delle nuove diagnosi è quindi composta da cosiddetti tumori sporadici (neoplasia che non hanno cause genetiche), o è correlata alla presenza di malattie infiammatorie intestinali, un fattore di rischio noto per lo sviluppo di tumori, a loro volta legate a doppio filo alle disbiosi intestinali, cioè alla presenza eccessiva di batteri dannosi nel microbiota intestinale, che causano l’infiammazione dei tessuti.

Tra i potenziali colpevoli, E. coli è un osservato speciale, perché è spesso presente in caso di malattie infiammatorie intestinali, e perché i ceppi psk+ producono una molecola, chiamata colibactina, di cui cui è stata dimostrata da tempo la capacità di danneggiare le cellule del nostro organismo. Con le più moderne tecniche di sequenziamento è inoltre possibile riconoscere le firme mutazionali di questa attività genotossica, cioè l’insieme di mutazioni che vengono indotte nel Dna delle cellule dall’azione della colibactina, ed è stato dimostrato che sono spesso presenti nelle cellule del tumore del colon.

Il nuovo studio

Partendo da questi dati, gli autori del nuovo studio, pubblicato su Nature Communications, hanno analizzato il profilo genetico del tessuto intestinale di un gruppo di pazienti colpiti da tumore del colon, analizzando le mutazioni presenti nelle cellule tumorali e in quelle sane. In questo modo hanno potuto dimostrare la presenza della firma mutazionale distintiva della colibactina sia nei tessuti tumorali sia nel resto dell’intestino dei pazienti. Un dato che, a detta dei ricercatori, suggerisce una presenza prolungata di E.coli dei ceppi psk+, e quindi un probabile ruolo nella genesi del tumore.

“Questi risultati mostrano come l’E.coli pks+ potrebbe rappresentare un elemento chiave nella carcinogenesi del colon”, sottolinea Daniele Ramazzotti, ricercatore dell’Università di Milano-Bicocca che ha partecipato allo studio. “Ciò non solo offre una nuova prospettiva sulla complessità dell’insorgenza del cancro del colon-retto, ma potrebbe anche aprire la strada allo sviluppo di nuovi biomarcatori di rischio per questa patologia”.

Un’opportunità per la prevenzione

Se i risultati saranno confermati, infatti, in futuro sarà possibile considerare la presenza dei ceppi di Echerichia coli psk+ come un fattore di rischio per l’insorgenza del tumore del colon, soprattutto nei più giovani, e come un potenziale target per lo sviluppo di nuove terapie. Nel frattempo, la buona notizia è che con alcune semplici buone abitudini è possibile ridurre al minimo le probabilità di sviluppare alterazioni del microbiota intestinale: sigarette, stress e dieta ricca di grassi sono infatti correlati alla comparsa di batteri dannosi, mentre un’alimentazione ricca di fibre, vitamine e alimenti prebiotici e probiotici, e la giusta dose di esercizio fisico, sono tutti elementi che possono migliorare la salute della nostra flora intestinale.



www.repubblica.it 2023-12-19 13:19:37

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