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Matteo Morandi: “La mia fondazione per dare agli altri quello che ho avuto io”

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Bastano pochi secondi per salvare una vita. Ma bisogna saperlo fare. Per sua fortuna, dopo un brutto incidente in moto, Mattia è finito nelle mani giuste: quelle dei chirurghi dell’IRCCS San Gerardo di Monza, che proprio in quei pochi, fondamentali istanti hanno saputo fare tutto il necessario per consentire oggi a questo ragazzo poco più che ventenne di continuare a vivere e di iscriversi all’Università, anche se dopo un lungo e faticoso periodo di riabilitazione. “Noi abbiamo avuto accesso alle strutture e agli specialisti migliori. Ma ci sono persone che non se lo possono permettere. Per fare sì che anche altri possano, in caso di bisogno, ricevere tutto il supporto che abbiamo avuto noi, un anno fa abbiamo istituito la Fondazione Morandi ETS (www.fondazionemorandi.org), focalizzata su quelle che definiamo le nostre tre S: sanità, scuola e sport, tramite formazione, ricerca e inclusione”, spiega Matteo Morandi, papà di Mattia e presidente dell’ente benefico. 

Riabilitazione gratuita e una ricerca farmacologica in epatologia

Così, qualche giorno fa, è stata presentata una delle tante iniziative finanziate dalla Fondazione: “A gennaio partirà un progetto proprio con la struttura che ha salvato la vita di nostro figlio: sette fisioterapisti del San Gerardo metteranno a disposizione parte del loro tempo per occuparsi gratuitamente della riabilitazione di coloro che non possono permettersi l’assistenza privata di queste figure professionali – continua Morandi – incluse due palestre nel distretto di Monza-Brianza, con la capacità di trattare cinque pazienti a settimana”. Tra i progetti in procinto di partire, anche quello relativo alla ricerca applicata in epatologia. L’obiettivo è quello di implementare un protocollo medico per lo studio della potenziale efficacia di un farmaco – già disponibile e a basso costo – sul sanguinamento dopo un trauma o un’operazione chirurgica per metastasi al fegato, per ridurre la necessità di trasfusioni.

Alta formazione per fisioterapisti

Accanto ai progetti per l’anno che verrà, Morandi racconta anche quello che è stato fatto finora grazie al supporto delle donazioni di amici, conoscenti, e da oggi – in seguito all’iscrizione al Registro Unico Nazionale del Terzo Settore – anche grazie ai contributi del 5 per mille della dichiarazione dei redditi (si può indicare il CF 12611920963). “Nel 2023 abbiamo concretamente già sostenuto e finanziato al 100% molti progetti: quello relativo all’alta formazione specialistica di cinque professionisti che si occupano di pazienti in ambito chirurgia d’urgenza e del trauma – dice ancora il presidente della Fondazione – La preparazione di queste figure sanitarie è sempre in evoluzione: sono fondamentali corsi di formazione di altissimo livello, di aggiornamento e master che vengono realizzati da importanti strutture nazionali ed internazionali”. 

8 borse di studio per il liceo Paolo Frisi di Monza

Per quanto riguarda invece l’ambito scolastico, è partito il progetto per la formazione degli studenti degli istituti superiori. “Si tratta di un progetto che promuove l’accesso alle Facoltà di Medicina e Chirurgia per chi non ha possibilità economiche. A questi giovani, ragazzi e ragazze delle classi quinte del Liceo Scientifico statale “Paolo Frisi” di Monza – lo stesso che frequentava mio figlio Mattia prima dell’incidente – diamo gli strumenti necessari per poter seguire il loro sogno. Abbiamo messo a disposizione 8 borse di studio del valore totale di 25.000 euro, di cui due già erogate”.

Dsa, un manuale per aiutare i ragazzi nella pallavolo

Uno dei progetti di cui Morandi va più fiero è però quello in collaborazione con la squadra di pallavolo Vero Volley dedicato alla formazione di allenatori sportivi che lavorano con ragazzi-atleti con DSA (Disturbi Specifici di Apprendimento). Anche in questo caso si parte da un’esperienza personale della famiglia Morandi, visto che un’altra figlia gioca in questa squadra ad altissimi livelli. “Un giorno ci siamo accorti che per chi soffre di dislessia o di disprassia è più complesso seguire gli schemi di gioco, quelli tradizionali, disegnati alla lavagna con frecce di diversi colori e in diverse direzioni. Per questo abbiamo promosso degli incontri con due neuropsicologhe per spiegare agli allenatori come funziona il cervello di un ragazzo o una ragazza con questi disturbi dell’apprendimento, e come aiutarli ad esprimere al meglio tutte le loro potenzialità con gli strumenti giusti. Al primo appuntamento hanno partecipato un centinaio di persone. Obiettivo finale è quello di mettere a punto una sorta di manuale per allenatori, per valorizzare al meglio quelli che noi chiamiamo i ‘superpoteri’ di questi giovani. 

Tutti i fondi – conclude Morandi – vengono utilizzati al 99% nei progetti: “Nessun costo di struttura, costi burocratici ridotti all’osso per dare centralità assoluta al finanziamento dei progetti e per poter aiutare gratuitamente chi ne ha bisogno. A chi dona, diciamo subito come verrà utilizzato il contributo. Questo per noi fa la differenza”.



www.repubblica.it 2023-12-19 16:21:50

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