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Alcol e Capodanno: le regole del bere sicuro

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Si incomincia già nel pomeriggio con l’Happy hour e un paio di spritz o un prosecco. Si prosegue poi a cena con 2-3 bicchieri di vino e anche dopo in discoteca, al tavolo dei giochi di società, per una tombola o una partita a carte con annessi bicchierini di amaro, limoncello o superalcolici.

Del resto, le stime di Coldiretti confermano che le feste di fine anno fanno registrare il massimo di domanda dello spumante italiano con circa 95 milioni di tappi di spumante stappati solo in Italia, tra Natale e Capodanno dello scorso anno: oltre otto italiani su 10 (84%) non rinunciano a fare un brindisi Made in Italy a fine anno. Siamo in vacanza, sono giornate di festa e si ha voglia di allentare i freni, ma guai a perdere di vista gli effetti che quest’accumulo di alcol nell’arco di poche ore, il cosiddetto binge drinking, può avere sulla salute.

Quanto si può bere?

Dalla revisione sistematica della letteratura scientifica, emerge che non esiste un consumo salutare di alcol e non ci sono effetti protettivi sulla salute, neanche a piccole dosi. “Le donne – spiega Emanuele Scafato, direttore dell’Osservatorio Nazionale Alcol del Centro Nazionale Dipendenze e Doping dell’Istituto Superiore di Sanità – sono le più vulnerabili in assoluto perché il loro sistema metabolico funziona in maniera diversa”. Per questo le Linee guida nazionali raccomandano ad una donna adulta e in buona salute di non superare un consumo giornaliero di 1 unità alcolica, mentre l’uomo non deve superare le 2 unità alcoliche. “Questa differenza – prosegue l’esperto dell’Iss – dipende dal fatto che l’organismo femminile presenta una massa corporea inferiore rispetto all’uomo, minor quantità di acqua corporea e meno efficienza dei meccanismi di metabolizzazione dell’alcol”.

Mai prima dei 18 anni

Le quantità variano anche in base all’età e in base alle ultime indicazioni delle Linee guida per una sana alimentazione al di sotto dei 18 anni l’alcol non può essere consumato. Il problema è che invece si inizia a bere sempre prima. Secondo gli ultimi dati dell’Osservatorio Nazionale Alcol dell’Istituto Superiore di Sanità, circa 1 milione e 370 mila ragazzi di età compresa tra 11 e 25 anni ha bevuto alcolici secondo modalità a rischio per la salute nel 2021. In questa fascia d’età, che include adolescenti poco più che bambini e giovani adulti, il 18,6% dei maschi e il 12,8% delle femmine sono consumatori a rischio.

E poi c’è il binge drinking, l’abbuffata alcolica, pratica che nell’anno considerato ha interessato l’11,4% dei maschi e il 6,4% delle femmine di 11-25 anni. Tra gli under 18 ha sperimentato il binge drinking il 2,3% dei maschi e l’1,8% delle femmine. Tra i 18-20enni, il 72,3% dei maschi e il 62,2% delle femmine consuma bevande alcoliche, 300.000 bevono secondo modalità a rischio, 279.000 si ubriacano. “Secondo le Linee guida per una sana alimentazione – sottolinea Scafato – i minori di 18 anni non dovrebbero ingerire alcol e anzi le ultime ricerche scientifiche indicano che addirittura fino ai 21 anni sarebbe meglio evitare questa sostanza perché interferisce con lo sviluppo cerebrale. Del resto, per il nostro organismo l’alcol è tossico e infatti lo elimina quasi tutto attraverso le escrezioni delle urine”.

L’happy hour delle feste

In questi giorni tra Natale e la Befana le occasioni di convivialità tra aperitivi e cene sono più frequenti ed è facile eccedere in brindisi. “C’è una deformazione sociale e culturale dello stare insieme. Del resto, basta guardare cosa offrono gli open bar dove in cambio di una cifra fissa si può bere senza limiti”, avverte Scafato che suggerisce alcuni accorgimenti per evitare di esagerare: “Meglio mangiare qualcosa prima di bere per rallentare l’assorbimento di alcol e scegliere cosa bere verificando qual è la gradazione alcolica. Inoltre, bisogna saper dosare bene le quantità di alcol tenendo conto dei vari impegni sociali. Se iniziamo con l’happy hour alle 18 e poi abbiamo un apericena e a seguire anche un dopo-cena sommiamo quantità di alcol che – anche se diluite nel tempo – provocano danno perché per smaltire un bicchiere di una bevanda alcolica l’organismo impiega tre ore, quindi se in quelle tre ore invece di dare la possibilità al fegato di smaltire quel bicchiere se ne aggiunge uno dietro l’altro stiamo provocando un danno alla salute”.

Resistere alla tentazione del Capodanno

La tentazione di sperimentare gli effetti dell’alcol potrebbe essere più forte tra i ragazzi di 16-18 anni che proprio in occasione del primo Veglione fuori casa con gli amici si lasciano convincere a provare drink o altre bevande alcoliche temendo che se non fanno come gli altri vengono giudicati ancora piccoli e socialmente isolati. “I ragazzi – spiega Scafato – si avvicinano all’alcol perché li fa sentire disinibiti, ma in realtà quella sensazione di euforia che provano subito dopo aver bevuto è soltanto transitoria e anche se sul momento li aiuta ad essere più sciolti, a trovare il coraggio di guardarsi negli occhi, in seguito può creare forme di dipendenza perché di volta in volta per riprovare quella stessa sensazione avrà bisogno di quantità maggiori di alcol”.

I danni sul cervello

Oltre al rischio di sviluppare una vera e propria dipendenza, il consumo eccesivo di alcol nei ragazzi può danneggiare il cervello. L’alcol assorbito passa dal sangue al fegato, che ha il compito di distruggerlo tramite un enzima chiamato alcol-deidrogenasi. Soltanto quando il fegato ha assolto del tutto a questa funzione la concentrazione dell’alcol nel sangue risulta azzerata. Ma questo sistema di smaltimento dell’alcol non è uguale in tutte le persone, non è completamente efficiente prima dei 21 anni ed è inefficiente sino ai 16 anni. “Purtroppo, gli adolescenti di oggi bevono secondo la modalità del binge drinking assumendo 5-6 bevande alcoliche concentrate in un unico momento. In seguito a questo trend ogni anno arrivano nei nostri Pronto Soccorso 39.000 casi di intossicazioni da alcol di cui il 10%, quindi quasi 4000 persone riguardano ragazzini al di sotto dei 14 anni di età”.

Gli incidenti stradali dopo le feste

Tra l’altro, il rischio di un eccesso d’alcol durante le feste di Capodanno riguarda anche gli indicenti stradali a fine nottata. “In Italia – fa notare Scafato – una grande quota di mortalità è relativa all’incidentalità stradale alcol-correlata e può bastare poco per superare i limiti di legge e andare incontro ad un incidente che può magari coinvolgere anche delle persone che non bevono ma sono delle vittime innocenti del bere altrui”. I dati lo confermano: lo scorso anno nel 17% dei casi gli automobilisti vittime o coinvolti erano alla guida ubriachi o comunque con tassi irregolari. Nel corso dei normali controlli su strada, quasi il 20% degli automobilisti fermati è risultato positivo all’alcoltest. “Ci vuole responsabilità in particolare a Capodanno, quando i giovani tornano dai festeggiamenti dopo aver bevuto più che mangiato. Infatti, questo è uno dei periodi in cui si registra un picco di mortalità sulle strade per incidenti alcol-correlati soprattutto tra i giovani. Bisogna capire che chi beve non deve guidare e viceversa”.

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Consumo ridotto dopo i 65 anni

Ma i limiti riguardano anche gli adulti che hanno superato una certa età. Per esempio, gli ultrasessantacinquenni non dovrebbero consumare mai più di un bicchiere di una bevanda alcolica al giorno e in particolare nelle donne anziane si è visto che l’assunzione di alcol, anche moderata, può peggiorare e accelerare la degenerazione della sfera neurologica e psichica. Inoltre, spesso gli over 65 sono in terapia farmacologia e l’alcol può interferire con molti farmaci. 

Come restare sobri

Tra i soggetti che devono mantenere alta la soglia di allerta ci sono gli ex alcolisti che sono riusciti a disintossicarsi o stanno completando un percorso. Come restare sobri quando tutti invitano a brindare? “In genere, nelle famiglie degli ex alcolisti o di chi sta cercando di superare una dipendenza dall’alcol non ci sono bevande alcoliche in casa e si eliminano anche i profumi proprio per evitare che si possa cadere in tentazione”, risponde Scafato che aggiunge: “Per queste persone la ricaduta è sempre dietro l’angolo soprattutto in questi giorni e perciò devono evitare i contesti nei quali si beve e dovrebbero avvertire tutti coloro che frequentano della loro situazione in modo da evitare l’imbarazzo di dover parlare in pubblico magari più volte del loro problema”. E per non rinunciare del tutto ad un brindisi si può optare per bevande analcoliche. Il mercato delle bevande alcol free offre una vasta gamma di prodotti, dai classici analcolici come l’acqua e i succhi di frutta, alle bevande sofisticate come i mocktail e le birre senza alcol.

Gli effetti sulla salute

Non saranno certo i brindisi di questi giorni di festa a metterci a rischio (a patto di non esagerare), ma se si consuma alcol in modo costante nel tempo la salute ne risente a cominciare dal fegato: “Chiunque abusi di alcol – spiega il direttore dell’Ona – ha una steatosi epatica, ma se mantiene l’astensione dalle bevande alcoliche vedrà regredire completamente questo danno. Al contrario, se continua a bere il danno progredisce; nel 40-60% di queste persone compare un’infiammazione cronica delle cellule del fegato; anche in questo caso, smettendo di bere, si può ancora far regredire il danno. Viceversa, continuando a bere, il 20-25% dei pazienti passa dall’epatite cronica, alla cirrosi epatica”. Il consumo eccessivo di alcol è inoltre correlato ad un maggior rischio di cancro.

 

 



www.repubblica.it 2023-12-27 14:00:07

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