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Quali sono i vaccini che prevengono la polmonite?

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Il primo vaccino da fare per prevenire le polmoniti è quello contro l’influenza, perché l’influenza si può complicare sia come polmonite primaria, dovuta al virus influenza nelle vie respiratorie, sia facendo da apripista a batteri come lo pneumococco. Come tutte le malattie infettive, infatti, l’influenza indebolisce il sistema immunitario e compromette l’epitelio dell’apparato respiratorio. In pratica, invece di avere un bel tessuto protettivo, è come avere dei “buchi”: alterazioni in cui i batteri possono attecchire.

Ci sono poi vaccinazioni specifiche per la polmonite batterica. Quella contro lo pneumococco è molto importante nella popolazione più anziana, ma anche in ultra quarantenni con malattie del cuore, epatiche, o con malattia renale cronica, e così via. 

Il vaccino è fatto da polisaccaridi coniugati con proteine ed è diretto contro i tipi più patogeni, “cattivi”, di questo batterio. Ne esistono più di 90 tipi, ma alcuni sono più aggressivi e causano la malattia. Oggi abbiamo vaccini contro 15 e 20 sierotipi diversi, e in prospettiva anche contro 21. 

È importante sottolineare che questa vaccinazione non va fatta tutti gli anni: si fa una volta dai 65 anni (o prima se è presente una condizione cronica) e non va ripetuto se non dopo molti anni. Non c’è necessità di farla insieme alla vaccinazione anti influenzale: si può fare in un momento qualsiasi dell’anno, anche ad agosto, e potrebbe essere utile fare in modo che ci siano delle chiamate attive della popolazione.

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Un’altra vaccinazione che difficilmente viene considerata come difesa dalle polmoniti è quella per tetano-difterite-pertosse, raccomandato ogni 10 anni e importante contro le infezioni delle basse vie respiratorie. Infatti l’immunità contro la pertosse, anche quella naturale, non dura per tutta la vita. Se però nei bambini la pertosse viene riconosciuta prontamente, negli adulti è spesso sottodiagnosticata.

Nel prossimo futuro ci sarà poi la vaccinazione contro il virus respiratorio sinciziale, molto importante nella persona anziana. Questo virus, infatti, circola più o meno nello stesso periodo dell’influenza e può provocare malattie anche abbastanza serie e pericolose: spesso non si manifestano con la febbre, ma con sibili e fischi, e provocano danni anche alle basse vie respiratorie. Attualmente ci sono due vaccini già autorizzati ma non ancora inseriti nel calendario vaccinale.

Infine può essere considerata la vaccinazione contro alcune forme di meningococco che si manifestano come polmoniti. Sono più rari delle precedenti e per questo è importante fare un’attenta valutazione della possibilità di proteggere la popolazione anziana.

Nel computo benefici/costi va sottolineato che i vaccini contribuiscono a limitare il grande problema dell’antibiotico-resistenza, perché ci permettono di assumere meno antibiotici.

*Paolo Bonanni è ordinario di Igiene all’Università di Firenze

Le informazioni riportate vanno intese esclusivamente a scopo informativo: non rappresentano in alcun modo una consulenza medica e non possono sostituire diagnosi o indicazioni di trattamento consigliati dal proprio medico o da uno specialista.



www.repubblica.it 2023-12-27 10:29:08

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