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Parkinson, allo studio una tuta robotica per non rimanere bloccati

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Una tuta minimal robotica, su fianchi e cosce, per sciogliere il movimento. E’ questa l’idea che ha permesso a un paziente con Parkinson di riuscire a camminare più speditamente, liberandolo dalla fastidiosa sensazione di non riuscire a muovere i piedi che accompagna spesso purtroppo la malattia. E che né i farmaci, né la stimolazione cerebrale profonda erano riusciti a risolvere. 

Che cosa è il freezing

L’idea del soft robot – una sorta di esoscheletro, ma più snello – è stata ufficialmente presentata sulle pagine di Nature Medicine. E’ stata testata su un solo paziente e gli stessi autori, un team della Harvard e della Boston University, ne parlano come una prova di concetto, ma è una soluzione promettente contro il fenomeno del freezing. Prende questo nome infatti l’incapacità dei pazienti con Parkinson di camminare, pur volendo, e che li costringe a fare piccoli passi, col rischio di caduta. Un problema che, ricordano i ricercatori, interessa circa l’80% dei pazienti con la malattia e contro cui i trattamenti, compresa la stimolazione cerebrale profonda, non funzionano o se lo fanno non o fanno a lungo. Di qui l’idea di guardare altrove, magari a un aiuto dall’esterno. 

Un soft robot per sciogliere il movimento

Il dispositivo indossabile ideato dai ricercatori è costituito da una cinta che si appoggia a livello del basso addome, contenente batterie e attuatori, collegati a dei sensori posti lungo la gamba. I sensori consentono di leggere le intenzioni al movimento e trasmettono l’informazione agli attuatori che così lo sostengono. Di fatto il dispositivo spinge, quando serve, il movimento, lo accompagna, assistendo la flessione dell’anca, spiegano gli scienziati. E accompagnandolo lo rende più fluido. 

La prova sul paziente con Parkinson

Il paziente con Parkinson incluso nello studio – e che sperimentava fino a 10 episodi di freezing al giorno, contando su uno scooter per muoversi – è riuscito a indossare il dispositivo, traendone beneficio, senza che fosse stato istruito o allenato, sottolineano gli autori (qui il video dei test). Nessun episodio di freezing è stato osservato nei setting indoor, con camminate leggermente più lunghe e più veloci rispetto alla camminata non assistita, spiegano i ricercatori. Anche all’aperto, su un marciapiede, il dispositivo mostrava i suoi benefici, sebbene il freezing in questo caso non fosse del tutto assente, pur essendo molto ridotto.  “La tuta mi aiuta a fare passi più lunghi e quando non è attiva tendo a trascinare molto di più i piedi – ha dichiarato lo stesso paziente, un settantatreenne – Mi ha davvero aiutato e penso che sia incoraggiante. Potrebbe aiutarmi a camminare più a lungo e a mantenere la mia qualità di vita”. 

Per ora però il dispositivo resta un oggetto di studio, su cui concentrare gli sforzi della ricerca e quelli dei test nella popolazione per valutarne appieno l’efficacia, l’utilità (e la fattibilità) contro il problema del freezing nella popolazione con Parkinson.



www.repubblica.it 2024-01-05 14:55:12

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