Tutte le notizie qui
Backaout
Backaout

Sistema immunitario, al via il progetto per il database immunologico più grande e com…

29

- Advertisement -


Sta per partire un’altra impresa titanica nel campo della biomedicina. Si chiama Human Immunome Project (HIP) e, attraverso la creazione del database immunologico più grande e completo al mondo, ha l’obiettivo molto ambizioso di fornire una mappa interattiva del sistema immunitario. Cambiando le variabili immunologiche, per esempio, si potranno prevedere le reazioni a un vaccino o a un farmaco. L’HIP è sostenuto da un consorzio internazionale di agenzie governative, università e aziende.

Human Immunome Project

Un qualsiasi vaccino o farmaco non avrà mai gli stessi effetti (voluti o collaterali) su tutti. Basti pensare che nemmeno uno dei migliori vaccini finora prodotti, quello per l’epatite B, è efficace nel 100% della popolazione: resta sempre una quota di vaccinati che non sviluppa o perde l’immunità. A cosa sono dovute le differenze? È questa la domanda a cui gli esperti che hanno disegnato lo Human Immunome Project vogliono rispondere, perché scoprirlo potrebbe aprire le porte a sistemi che consentono di prevedere come una certa popolazione o addirittura una singola persona potrebbe reagire a una profilassi o a una terapia.

Non è un quesito nuovo per la scienza: alcuni tentativi di individuare differenze nel sistema immunitario umano con significato predittivo sono già stati fatti. Molti, però, sono studi isolati, che hanno coinvolto poche persone in specifiche comunità e volti a valutare risposte a determinati fattori (un particolare vaccino o farmaco, o un certo virus). Alcuni, come il programma del NIH degli Stati Uniti “All of Us” (che ha raccolto dati genomici e clinici di un milione di americani) e il Project Baseline di Verily (che ha catalogato dati sull’infezione Covid-19), hanno sì coinvolto milioni di persone, ma traendone informazioni limitate oppure hanno creato database privati (come il Project Baseline).

Lo HIP, invece, sarà un’iniziativa su scala globale che coinvolgerà centinaia di centri in tutti i continenti abitati proprio per comprendere la diversità immunitaria nell’essere umano e il suo significato. Ogni sito analizzerà le stesse variabili in un massimo di 10mila persone di ogni età (dai neonati ai centenari), appartenenti a livelli socio-economici diversi, sane e con problemi di salute (cancro, malattie autoimmuni, allergie, etc).

Il grosso del reclutamento dovrebbe partire nel 2027, ma già quest’anno – ha raccontato a Science Magazine Hans Keirstead, amministratore delegato del progetto – verrà lanciata una prima fase dell’iniziativa: una decina di centri di ricerca, già competenti nella raccolta e nell’analisi dei dati, coinvolgeranno circa 500 persone per misurare variabili immunitarie come il numero dei diversi tipi di cellule immunitarie, l’attività dei geni coinvolti nei meccanismi dell’immunità, le concentrazioni di alcuni metaboliti. Da questa mole di dati verranno selezionate alcune variabili che saranno la base di un kit di monitoraggio immunitario, ossia una serie standard di analisi che poi sarà utilizzata da tutti i centri coinvolti nella seconda parte del progetto.

 

A cosa (e a chi) servirà, quanto costerà

L’infinità di dati (si stima ammonteranno a 2 trilioni di misurazioni) sarà raccolta in un database pubblico e alimenterà un futuro modello di intelligenza artificiale che, a partire dal profilo immunitario e da altre informazioni (età, stato economico, etc), dovrebbe essere in grado di prevedere la risposta a un certo agente patogeno o a un farmaco. Uno strumento simile, secondo gli ideatori del progetto, sarebbe molto utile sia ai medici sia agli sviluppatori di nuovi farmaci, sia alle istituzioni sanitarie nazionali per migliorare la medicina di precisione, con una possibile riduzione dei costi sanitari.

Lo sviluppo di una simile intelligenza artificiale, che avrebbe sia scopi predittivi sia di simulazione del funzionamento del sistema immunitario, “non è mai stato fatto prima” – ha detto Kierstead. Il che spiega, forse, il motivo per cui nel mondo scientifico aleggia un po’ di scetticismo sulla riuscita. Per un progetto tanto ambizioso al momento sono disponibili 5 milioni di dollari all’anno, ma si stima che per raggiungere gli obiettivi potrebbe volerci un investimento complessivo molto più grande, fino a 3 miliardi di dollari in 10 anni.



www.repubblica.it 2024-01-10 12:03:33

This website uses cookies to improve your experience. We'll assume you're ok with this, but you can opt-out if you wish. Accept Read More