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Pronto soccorso nel caos: colpa del calo di vaccinazioni contro Covid e influenza

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Pronto soccorso trasformati in un’esperienza da incubo per i pazienti, corsie ospedaliere sotto assedio, e centinaia di malati che attendono per giorni il trasferimento verso i reparti di degenza ordinaria o di terapia intensiva. È la situazione drammatica degli ospedali italiani descritta in un appello appena diffuso dalla Foce (Federazione degli Oncologi, Cardiologi e Ematologi), che vuole porre l’attenzione del pubblico e delle istituzioni sui problemi che stanno vivendo i nostri ospedali, e i pazienti che sono costretti a recarvisi, dall’inizio della stagione invernale. La colpa, secondo gli specialisti del direttivo Foce, è facile da individuare: l’intasamento dei pronto soccorso sarebbe dovuto infatti alla combinazione di infezione causate da Covid e influenza, che in questi mesi stanno provocando due epidemie parallele a causa di un’inadeguata campagna vaccinale.

Vaccinazioni in calo

Come ricorda la Foce, dall’inizio della campagna autunno-inverno al 4 gennaio 2024 nel nostro Paese sono stati vaccinati 1.927.035 cittadini: appena il 13,6% degli ultraottantenni, il 10,3% della fascia di età tra 70-79 anni e solo il 4,7% dei cittadini tra i 60-69 anni. E l’adesione alla campagna vaccinale è in costante calo, visto che le vaccinazioni sono crollate da un picco di 256 mila nella settimana del 14-21 dicembre 2023 a 75 mila nella settimana successiva, per arrivare a solo 59 mila negli ultimi 7 giorni. Toscana, Emilia-Romagna e Lombardia continuano ad essere le Regioni in cui si concentra la maggior parte delle dosi somministrate, mentre tutte le Regioni del Sud, Lazio, Marche e Abruzzo hanno prodotto numeri assolutamente contenuti.

Covid non è sparito

A fronte di un livello di contagi in costante aumento, quindi, e di una mortalità di pazienti positivi a Covid che ha raggiunto un picco di 425 decessi a fine dicembre e continua a rimanere elevata anche nell’ultima settimana, con 371 decessi, le vaccinazioni sono rimaste – per così dire – al palo.

“È evidente che non è vero quanto affermato da qualcuno a fine luglio, cioè che la pandemia Covid ‘era finita nei numeri’”, scrive il direttivo Foce nel suo appello. “Il virus non è mai scomparso. D’altra parte, lo stesso termine ‘pandemia’ contraddice clamorosamente un’affermazione del genere: ebbene sarà pure finita la fase pandemica vera e propria, ma fatto sta che il virus continua a circolare a livelli elevati ed il carico di malattia che determina si è andato ad aggiungere a quello di un’influenza quest’anno particolarmente contagiosa ed aggressiva. Affermazioni del genere ed altre hanno quindi ingenerato nella popolazione la convinzione che tutto fosse passato. Abbiamo assistito a una totale rimozione del SARS-CoV-2, è come se il virus fosse stato dimenticato. Di conseguenza la campagna vaccinale è stata del tutto insoddisfacente”.

Il fallimento della campagna vaccinale

La crisi attuale dei Pronto Soccorso, che la Foce definisce acutissima, sarebbe dovuta quindi alla scarsa adesione alle vaccinazioni anti-Covid nelle fasce a rischio, a coperture inferiori alla norma anche per quanto riguarda le vaccinazioni antinfluenzali, e all’allentamento delle misure e degli strumenti di distanziamento e delle mascherine. “A farne le spese – scrive sempre il direttivo – sono i più anziani e i pazienti fragili, anche affetti dalle patologie di nostro interesse. Foce non può che manifestare tutta la preoccupazione e lo sconcerto per questa allarmante situazione, per la mancanza di qualsiasi programmazione ed organizzazione di una campagna vaccinale già difficile. Va evidenziato anche lo spreco di risorse pubbliche, dovuto al mancato utilizzo di enormi quantità di dosi vaccinali già acquistate dallo Stato”.



www.repubblica.it 2024-01-10 13:20:18

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