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Cancro, istruzioni per la prevenzione

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La prevenzione dei tumori non passa solo per la bilancia. Ci vuole anche il metro da sarta. Perché è proprio misurando la circonferenza addominale, e dunque l’estensione del grasso viscerale, che si può capire se stiamo seguendo o meno quelle buone abitudini in grado di ridurre il rischio di sviluppare il cancro. Fino al 40% dei nuovi casi di tumore, ricorda infatti Fondazione AIRC, è potenzialmente prevenibile o più curabile quando si agisce sui fattori di rischio modificabili tramite i comportamenti individuali: non fumare, fare attività fisica, scegliere un’alimentazione sana ed equilibrata, aderire agli screening raccomandati per la diagnosi precoce.

 

Gli Italiani fanalino di coda per stili di vita in Europa

Ma nella pagella degli stili di vita, gli italiani sono rimandati a settembre: gli ultimi dati dicono infatti che nel nostro paese il 33% circa delle persone è in sovrappeso e il 10% obeso, il 31% è sedentario e il 24% fuma. In altri termini, un terzo circa degli adulti ha fattori di rischio per lo sviluppo di un cancro. I numeri più preoccupanti riguardano i bambini in età scolare: il 39% circa è in sovrappeso e, di questi, il 17% è obeso. Si tratta di numeri tra i più alti in Europa, dovuti principalmente a un’insufficiente attività fisica e a un’alimentazione che si è allontanata dai principi della dieta mediterranea. 

 

Proprio per sensibilizzare i cittadini sull’importanza di una corretta alimentazione, Fondazione AIRC propone anche quest’anno la campagna Le Arance della Salute: nei prossimi giorni, decine di migliaia di volontari e sostenitori si incontreranno nelle piazze, mentre studenti e insegnanti si mobiliteranno all’interno delle scuole, per raccogliere fondi e diffondere consapevolezza sull’importanza e sull’urgenza della prevenzione.

“Le arance – conferma Antonio Moschetta, professore ordinario di medicina interna all’Università Aldo Moro di Bari – rappresentano certamente uno dei capisaldi della dieta mediterranea, insieme alla frutta in generale, alla verdura, all’olio extravergine di oliva, ai carboidrati poco raffinati, ma anche all’attività fisica e al rispetto degli orari dei pasti”. Ecco perché quindi l’arancia è il simbolo di questa campagna: perché i grandi studi – aggiunge Moschetta – sottolineano come la dieta mediterranea sia davvero il paradigma della longevità. Ma anche della capacità di ammalarsi di meno, e di rendere più efficaci le terapie.

Metabolismo e tumori, una relazione complicata

Alla base di questo fenomeno c’è il metabolismo del tumore. Ogni volta che si trovano davanti a un cancro, i ricercatori si pongono delle domande: qual è l’energia che il tumore usa per crescere in quel modo, e chi gliela fornisce? Perché a parità di certe condizioni, in un certo soggetto il tumore cresce a una data velocità e in un altro cresce a velocità di dieci volte maggiore? “I nostri studi sono volti a comprendere cosa alimenti questa capacità di crescita. Ci chiediamo, per esempio, se siano i livelli circolanti di ormoni, i livelli di infiammazione, o se invece non siano proprio le cellule che avrebbero il compito di circondare e silenziare le cellule malate, che in alcune condizioni metaboliche conferiscano una maggiore capacità a queste ultime di essere aggressive”. E’ come se, prendendo in prestito una metafora dell’immunologo Alberto Mantovani, le cellule che dovrebbero fare i poliziotti, circondare il malvivente e arrestare la sua corsa, nel soggetto metabolico obeso – che si nutre male e non fa attenzione allo stile di vita – si trasformassero in poliziotti corrotti e anziché bloccare la crescita gli portassero da mangiare. 

“Nel caso del cancro del seno, per esempio, i numeri dicono che su 250.000 donne studiate a 10 anni dalla prima diagnosi, quelle che – a parità di stadio, di tipologia di tumore e di terapia effettuata – presentavano obesità addominale, avevano il 25% in meno di possibilità di buona prognosi a 5 anni. Dunque per questo e altri tumori il dismetabolismo guida non solo la possibilità di ammalarsi di più, impedendo di arrivare in tempo con la prevenzione, ma anche il funzionamento delle terapie in atto”, aggiunge lo studioso. 

Questo rapporto con i numeri del girovita, con il peso e con i dati relativi a glicemia e colesterolemia, non è vero per tutti i tumori, ammonisce però Moschetta. Quindi attenzione, ci vuole sartorialità nella prevenzione così come nelle terapie. Ma è un dato di fatto che i tumori del tratto gastrointestinale, esofago e soprattutto colon, insieme ai tumori del fegato, dopo i 65 anni stiano aumentando in frequenza, proprio perché sta aumentando la malattia da cosiddetto fegato grasso. Ecco perché la prevenzione attraverso stile di vita e nutrizione diventa fondamentale per ammalarsi di meno, e per permetterci di curarci meglio.

Le Arance della Salute di AIRC

Per questo Fondazione AIRC invita tutti ad agire in prima persona, adottando abitudini più sane e sostenendo la ricerca per prevenire, diagnosticare e curare sempre prima e sempre meglio tutti i tumori. Le Arance della Salute saranno nelle piazze sabato 27 gennaio, con 20.000 volontari a distribuire reticelle di arance rosse coltivate in Italia (contributo di 13 euro), miele ai fiori d’arancio (10 euro) e marmellata d’arancia (8 euro). Dal 2 febbraio nei supermercati saranno disponibili anche le Arance rosse per la ricerca per sostenere il lavoro dei ricercatori AIRC: per ogni reticella acquistata, AIRC riceve 50 centesimi di euro. Per trovare il punto di distribuzione più vicino: arancedellasalute.it



www.repubblica.it 2024-01-25 08:48:51

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