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Retina ‘specchio’ della salute di occhi, cuore e polmoni

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Potrebbe bastare l’osservazione della retina per capire in che condizioni di salute siamo. Un team di scienziati del Massachusetts Eye and Ear/Broad Institute ha scoperto che ci sono delle connessioni tra lo spessore della retina e il rischio di sviluppare diverse malattie non soltanto oculari, ma anche neuropsichiatriche e cardiometaboliche.

Non è la prima volta che uno studio scientifico dimostra che guardarsi negli occhi può servire a saperne di più della salute. Già una ricerca della St George’s University of London, pubblicata online sul British Journal of Ophthalmology, aveva dimostrato che l’imaging retinico, le scansioni della rete di vene e arterie della retina, con l’aiuto dall’intelligenza artificiale, può predire le malattie cardiovascolari, senza bisogno di esami del sangue o di misurare la pressione sanguigna.

Cosa si può vedere con l’Oct

La retina umana è un tessuto altamente complesso, composto da strati di cellule, e queste cellule retiniche possono spesso offrire indizi sulla salute sia dell’occhio che su quella sistemica più generale. Quest’ultima ricerca, appena pubblicata sulla rivista Science Translational Medicine, ha analizzato le immagini retiniche e i dati sanitari di oltre 44.000 individui appartenenti a un vasto database medico. Le immagini retiniche sono state catturate utilizzando una tecnica chiamata tomografia ottica a radiazione coerente (OCT), un metodo di imaging di routine e non invasivo che costruisce immagini tridimensionali dell’occhio.

Il nesso tra retina, cuore e polmoni

Eseguendo una serie di studi genotipici, il team ha identificato alcuni geni ereditati che influenzano lo spessore della retina e scoperto molteplici associazioni tra lo spessore retinico e vari disturbi oculari, condizioni neuropsichiatriche e malattie cardiache e metaboliche durante un periodo di follow-up di 10 anni.

Ad esempio, i ricercatori hanno scoperto un collegamento tra strati retinici più sottili e malattie cardiache e renali, e hanno riscontrato che strati più sottili di segmenti di fotorecettori correlavano con una funzione cardiaca e polmonare peggiore. I ricercatori precisano, però, che questi  risultati devono ancora essere validati per valutare la loro utilità clinica e sono limitati dalla mancanza di diversità nel gruppo di partecipanti europei.



www.repubblica.it 2024-01-26 14:45:32

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