Tutte le notizie qui
Backaout
Backaout

Tumori neuroendocrini, risultati positivi per la terapia con i radiofarmaci

28

- Advertisement -


Sono rari, e nascono da cellule diffuse in tutto il corpo, per questo possono colpire organi diversi, e la loro incidenza è aumentata negli ultimi decenni. Parliamo dei tumori neuroendocrini (NET): nella maggior parte dei casi sono a crescita lenta, ma alcuni possono progredire velocemente e per questo vengono spesso diagnosticati quando sono già in fase avanzata, per la quale esistono oggi poche possibilità terapeutiche. Una nuova speranza arriva però dai radioligandi per un particolare tipo di tumori neuroendocrini, quelli gastroenteropancreatici (GEP-NET). Gli ultimi risultati dello studio Netter-2 mostrano che il 177lutezio oxodotreotide in aggiunta al farmaco octreotide a rilascio prolungato (LAR), in prima linea, ha ridotto il rischio di progressione di malattia o di morte del 72% rispetto al solo LAR a dosaggio elevato. Lo studio ha riguardato, in particolare, pazienti con GEP-NET ben differenziati, di grado 2/3, positivi al recettore della somatostatina (SSTR+). I dati sono stati presentati all’American Society of Clinical Oncology (ASCO) Gastrointestinal (GI) Cancers Symposium 2024.

La terapia con 177lutezio oxodotreotide

“I risultati positivi di 177lutezio oxodotreotide sono in grado di cambiare la pratica clinica offrendo ai pazienti una risposta ad un bisogno clinico insoddisfatto attraverso nuove evidenze nel trattamento di prima linea – commenta Salvatore Tafuto, Direttore della Struttura Complessa Sarcomi e Tumori Rari all’lRCCS Istituto Nazionale Tumori ‘Fondazione G. Pascale’ di Napoli e coordinatore dello studio NETTER-2 a livello nazionale – Questo studio conferma il beneficio clinico in prima linea della terapia con radioligandi nei pazienti con nuova diagnosi di GEP-NET in stadio avanzato. La forza dello studio è stata anche poter dimostrare che questo approccio innovativo non solo migliora la sopravvivenza libera da progressione dei pazienti e la risposta clinica, con la riduzione dei diametri di malattia, e quindi del carico tumorale, ma è ben tollerato, consentendo anche un’eccellente qualità di vita dei pazienti. Molti pazienti hanno continuato senza problemi la loro vita lavorativa e di relazione, con effetti collaterali a breve termine di scarso rilievo. Simili risultati consentono di infondere fiducia nei medici nell’utilizzo di 177lutezio oxodotreotide come trattamento di prima linea nei pazienti con questo tipo di cancro potenzialmente letale”.

Lo studio NETTER-2 è tuttora in corso per la valutazione della sopravvivenza globale e la sicurezza a lungo termine. Ad oggi non sono stati osservati risultati nuovi o inattesi sulla sicurezza e i dati sono coerenti con il profilo di sicurezza già consolidato di 177lutezio oxodotreotide. La maggior parte dei pazienti (88%) nel braccio sperimentale ha ricevuto quattro cicli di trattamento; i più comuni eventi avversi sono stati nausea (27,2% vs 17,8%), diarrea (25,9% vs 34,2%) e dolori addominali (17,7% vs 27,4%), mentre il più comune evento avverso di grado ≥3 è risultato la diminuzione della conta linfocitaria (5,4% vs 0%). 

Come agiscono i radioligandi

Ma di cosa sono i radioligandi? “La terapia con radioligandi agisce come una radioterapia interna mirata al tumore – spiega Secondo Lastoria, Direttore Struttura Complessa Medicina Nucleare e Terapia Radiometabolica all’lRCCS Istituto Nazionale Tumori ‘Fondazione G. Pascale’ di Napoli -. Il ligando riconosce e si lega specificatamente ai recettori espressi sulle cellule tumorali, e un radioisotopo svolge l’azione terapeutica, rilasciando radiazioni che ne danneggiano il Dna. Questo approccio ha specificità e sensibilità senza precedenti, anche per questo la terapia con radioligandi può essere considerata un importante paradigma della medicina personalizzata”.

L’esperienza clinica sui radioligandi deriva proprio dal trattamento dei tumori neuroendocrini. “Questo è il primo studio positivo di Fase III di una terapia con radioligandi in prima linea, e i risultati complessivi di efficacia e sicurezza sono tra quelli maggiormente rilevanti a livello clinico osservati sino ad oggi in questo tipo di tumore avanzato, rispondendo ad un elevato bisogno clinico insoddisfatto per i pazienti con nuova diagnosi di GEP-NET in stadio avanzato – conclude Jeff Legos, Global Head of Oncology Development di Novartis. “I risultati positivi rappresentano un progresso significativo e confermano ulteriormente la nostra strategia di ricerca e sviluppo della terapia con radioligandi in linee terapeutiche precoci o nei diversi stadi di malattia, per migliorare l’outcome dei pazienti”.



www.repubblica.it 2024-01-25 11:53:05

This website uses cookies to improve your experience. We'll assume you're ok with this, but you can opt-out if you wish. Accept Read More