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Tumori, al via Skin & Cancer per dare risposte ai bisogni dermatologici dei pazienti

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“Ero nel pieno della mia giovinezza, ma quando ho saputo di avere un tumore all’improvviso lo specchio è diventato il mio peggior nemico”. A parlare è Monica Forchetta, una giovane bella donna di 39 anni, che dieci anni fa ha ricevuto la diagnosi di melanoma metastatico di quarto stadio. Un tumore, quindi, abbastanza aggressivo che spaventò molto Monica ma – grazie alle terapie innovative – è riuscita a venirne fuori. Accade sempre più frequentemente: i dati dell’ultimo Rapporto Aiom testimoniano che in Italia sono un milione gli italiani considerati guariti dal cancro che in molti pazienti viene cronicizzato. Ecco perché oggi sia medici che pazienti puntano a migliorare anche la qualità di vita che a volte passa dalla pelle su cui la malattia e le terapie lasciano tracce che mostrano a tutti le proprie condizioni, ma soprattutto creano disagio psicologico quando non dolori o fastidi veri e propri. Va in questa direzione il progetto ‘Skin & Cancer’ di Pierre Fabre Italia (Eau Thermale Avène), in collaborazione con la task force SIDeMaST (Società Italiana di Dermatologia medica, chirurgica, estetica e delle Malattie Sessualmente Trasmesse) ‘Ticuro’ e con la collaborazione delle principali associazioni di pazienti italiane.

Dallo sconforto al prendersi cura

Nell’immaginario collettivo quando si parla di chemioterapia l’idea rimanda subito a nausea e caduta di capelli. Oggi ci sono anche altri trattamenti oncologici e la stessa chemioterapia si è evoluta, ma restano alcuni inevitabili effetti collaterali anche di tipo dermatologico. “Ho vissuto un po’ tutti gli effetti collaterali delle terapie a cui mi sono sottoposta partendo da una leggera alopecia, rush cutanei su tutto il corpo e unghie che si sfaldavano”, racconta Monica Forchetta che ha poi fondato APaIM (Associazione Pazienti Italia Melanoma) di cui è presidente. “Lo sconforto è stato enorme perché quando mi guardavo allo specchio non vedevo più me stessa e pensavo che non sarei più tornata com’ero prima del tumore e invece con il tempo ho ripreso fiducia in me stessa ed è stato bello imparare a gestire anche questi effetti collaterali delle terapie”.

Cute, unghie, capelli: i segni del cancro sul corpo

Alcune terapie antitumorali possono influire in maniera diretta o indiretta sulle cellule che producono pelle, unghie e capelli. A livello dermatologico alcuni segni o sintomi possono comparire anche pochi giorni dopo l’inizio della terapia mentre a mani e piedi dopo settimane o anche a 6 mesi dall’inizio del trattamento. “Più dell’80% dei pazienti ha degli effetti collaterali sulla pelle e in chi ha un tumore del polmone trattato con anti-Egfr si arriva quasi al 90%, maggiormente negli anziani perché partono da condizioni di secchezza cutanea per cui la pelle è più fragile”, spiega Pietro Sollena, dermatologo presso la Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli di Roma e coordinatore della Task force SIDeMaST (Società Italiana di Dermatologia medica, chirurgica, estetica e delle Malattie Sessualmente Trasmesse) ‘Ticuro’. “I problemi riportati con maggior frequenza sono prurito, secchezza cutanea, rossori, desquamazioni, alterazioni degli annessi cutanei con alopecia e problemi alle unghie, ma possono esserci anche reazioni infiammatorie cutanee che possono provocare dolori e problemi di deambulazione”. 

Perché non trascurare questi problemi

Preoccupati in primo luogo di capire quale sarà l’iter terapeutico da seguire per superare il tumore, molto spesso i pazienti accettano passivamente questi effetti collaterali e non hanno il coraggio di chiedere informazioni all’oncologo: “Le reazioni cutanee e in generale gli effetti dermatologici – spiega Davide Fattore, dermatologo presso l’Ambulatorio ‘Il corpo ritrovato’ dedicato alla prevenzione e al trattamento delle tossicità cutanee in corso di oncoterapia presso il reparto di dermatologia diretto da Massimiliano Scalvenzi all’Università di Napoli Federico II – sono spesso sottovalutati ma dovremmo porci tutti più attenzione perché gli effetti delle terapie oncologiche sulla cute non solo causano ripercussioni significative sulla qualità di vita, ma possono ledere il benessere psicofisico al punto da compromettere la continuità e quindi l’efficacia dello stesso percorso terapeutico”.

L’importanza di un gioco di squadra

Come emerge dalla testimonianza di Monica Forchetta e da quella di altri pazienti che come lei convivono con un tumore e con problematiche dermatologiche legate ai trattamenti, sono tante le implicazioni anche sulla vita di relazione e sessuale. Purtroppo, però, spesso il dermatologo non fa parte del team multidisciplinare ed è poco o per nulla coinvolto negli studi registrativi dei farmaci anti-tumorali. “La possibilità di disporre nello stesso centro anche di un servizio di dermatologia, con professionisti dotati di esperienza e competenze specifiche nella gestione delle problematiche cutanee dei pazienti oncologici, è fondamentale per l’elaborazione del piano di cura e per l’identificazione precoce di effetti indesiderati indotti dalle terapie”, dichiara Luigi Formisano, specialista in oncologia medica all’Università Federico II di Napoli. “Una corretta gestione della tossicità cutanea sarà rilevante anche in prospettiva futura, data la sempre migliore aspettativa di vita dei pazienti oncologici”.

Il progetto ‘Skin & cancer’

Proprio dalla consapevolezza di quanto sia oggi importante prendere in considerazione anche i bisogni della pelle di un paziente oncologico e nello stesso tempo favorire una maggior collaborazione tra clinici, Pierre Fabre Italia (Eau Thermale Avène) ha sviluppato il progetto ‘Skin & cancer’ realizzato in collaborazione con la task force SIDeMaST “Ticuro” e alcune delle principali associazioni di pazienti italiane (A.I.Ma.Me., APaIM, Associazione Melanoma Italia Onlus, Europa Donna Italia, Fondazione IncontraDonna). “Partendo da una posizione d’ascolto verso clinici e pazienti, il nostro obiettivo è quello di ottimizzare il percorso di cura catalizzando l’interazione virtuosa tra aziende, clinici e pazienti”, spiega David Turilli, General Manager Pierre Fabre Italia. “Abbiamo già realizzato due incontri multidisciplinari che hanno riunito clinici e associazioni di pazienti nel corso dei quali sono emerse la necessità di una maggiore sensibilizzazione, informazione e formazione su questi temi”.

Diciotto risposte per i pazienti oncologici

Oltre alla formazione dei medici specialisti, è stato realizzato un opuscolo nel quale gli specialisti della task force SIDeMaST spiegano come i pazienti possono prendersi cura della pelle durante il percorso terapeutico rispondendo a domande molto pratiche come, per esempio, cosa fare se si notano cambiamenti su pelle, capelli e unghie; se è possibile esporsi al sole durante le terapie; come prendersi cura della cicatrice dopo un intervento chirurgico o anche se ci si può truccare o fare la barba.

 

 

 

 



www.repubblica.it 2024-01-31 09:56:46

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