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Ebola, il vaccino può dimezzare la mortalità

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Il vaccino rVSVΔG-ZEBOV-GP, l’unico contro Ebola raccomandato durante le epidemie, è in grado di dimezzare la mortalità. È quanto emerge da uno studio osservazionale finanziato e condotto da Epicentre, il centro di ricerca medica ed epidemiologica di Medici Senza Frontiere (in Francia), in collaborazione con l’Istituto Nazionale di Ricerca Biomedica (INRB) e il Ministero della Salute della Repubblica Democratica del Congo (RDC), e pubblicato su Lancet Infectious Diseases.

Lo studio

L’impatto della profilassi sulla mortalità non era ancora stato valutato durante un’epidemia, ma è un dato importante – sottolineano dall’organizzazione umanitaria – che si aggiunge a quello sulla protezione conferita contro l’infezione, valutato invece negli studi clinici.

I dati utilizzati in questo studio sono stati raccolti durante la decima epidemia di Ebola in RDC e riguardano oltre 2.200 persone di entrambi i sessi e di tutte le età: tutte quelle contagiate e ricoverate tra luglio 2018 e aprile 2020 in una delle strutture sanitarie. I risultati mostrano che la mortalità è stata del 56% tra i non vaccinati e del 25% tra i vaccinati con rVSVΔG-ZEBOV-GP. Inoltre, la mortalità diminuisce anche quando il vaccino viene somministrato tardivamente, ossia dopo l’esposizione al virus e non è stato evidenziato alcun effetto antagonista tra la vaccinazione e il trattamento per Ebola.

“La vaccinazione dopo il contatto con una persona affetta dal virus Ebola, anche se somministrata poco prima della comparsa dei sintomi, conferisce comunque una protezione significativa contro la morte – ha confermato infatti Rebecca Coulborn, epidemiologa del centro Epicentre di MSF – Il rischio ridotto di morte grazie alla vaccinazione si aggiunge alla riduzione del rischio data dal trattamento contro Ebola”. “Oltre ai benefici diretti – ha aggiunto Etienne Gignoux, direttore del dipartimento di epidemiologia e formazione di Epicentre – i nostri risultati ci permettono di considerare una possibile combinazione della vaccinazione con il trattamento dei pazienti che sono stati direttamente in contatto con casi confermati di Ebola per ridurre il rischio di malattia e di morte”.

 

Cos’è Ebola

La malattia del virus Ebola è una febbre emorragica molto grave, scoperta nel 1976 proprio nella Repubblica Democratica del Congo. Si conoscono sei diversi ceppi del virus: Zaire, Sudan, Ivory Coast, Bundibugyo e Reston. I primi quattro sono patogeni per l’essere umano, e negli anni hanno provocato epidemie in diversi paesi africani, con tasso di mortalità variabile dal 25% al 90%. Zaire è stato quello più comune negli ultimi 10 anni. Le epidemie più recenti hanno toccato la RDC (la dodicesima epidemia nel 2021) e l’Uganda (2019 e 2022).

Il vaccino

Sono due i vaccini che ad oggi hanno ottenuto la prequalificazione dall’Organizzazione Mondiale della Sanità contro Ebola Zaire: rVSVΔG-ZEBOV-GP e Ad26.ZEBOV/MVA-BN-Filo (il Programma di Prequalificazione dei Medicinali dell’OMS garantisce che i medicinali forniti da parte degli enti appaltanti soddisfino degli standard di qualità, sicurezza ed efficacia). Come riporta MSF, il vaccino rVSVΔG-ZEBOV-GP (a singola dose) è raccomandato soprattutto per la vaccinazione ad anello, cioè delle persone ad alto rischio di esposizione durante le epidemie, come coloro che sono state in contatto con un individuo infetto e, a cascata, i loro contatti; gli operatori sanitari e gli altri operatori in prima linea.

L’impegno di MSf contro Ebola

Nel 2014, esattamente 10 anni fa, si è assistito all’epidemia di Ebola più grande della storia, che ha colpito l’Africa Occidentale – in particolare Liberia, Guinea e Sierra Leone: sono state contagiate 28.646 persone e più di 11.300 sono decedute. Circa un terzo di tutti i pazienti è stato accolto in un centro sanitario di MSF, dove 2.478 persone sono state salvate.  MSF è stata in prima linea fin dai primi giorni dell’epidemia e nel picco della diffusione ha impiegato fino a 4.000 operatori nazionali e 325 internazionali, di cui oltre 70 italiani. In seguito, ha avviato progetti dedicati ai sopravvissuti e oggi continua a fornire servizi per supportare i sistemi sanitari devastati dall’epidemia.



www.repubblica.it 2024-02-16 16:14:12

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