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Se non ci senti bene, la pillola “mangia-zinco” potrà aiutarti

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Chiunque sia mai stato ad un concerto o in discoteca conosce bene la sensazione delle orecchie che fischiano. C’è chi sperimenta una perdita dell’udito temporanea o addirittura permanente. Oppure chi subisce cambiamenti drastici nella percezione del suono anche dopo essersi allontanato dai rumori forti.

Rumore e perdita dell’udito

Ora uno studio condotto da Thanos Tzounopoulos, direttore del Pittsburgh Hearing Research Center presso la School of Medicine dell’Università di Pittsburgh, ha scoperto un meccanismo molecolare dietro la perdita dell’udito indotta dal rumore e ha dimostrato che è possibile mitigarne gli effetti con i farmaci. Lo studio, pubblicato sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences, ha dimostrato che la perdita dell’udito indotta dal rumore, deriva da un danno cellulare nell’orecchio interno associato all’eccesso di zinco fluttuante, un minerale essenziale per la corretta funzione cellulare e dell’udito. Esperimenti sui topi hanno dimostrato che alcuni composti, che funzionano come spugne molecolari, intrappolano lo zinco in eccesso e possono aiutare così a ripristinare l’udito perduto. Oppure, se somministrati prima di un’esposizione a suoni forti, possono proteggere dalla perdita dell’udito.

Le cause

“La perdita dell’udito indotta dal rumore danneggia milioni di vite ma, poiché la biologia della perdita dell’udito non è completamente compresa, prevenirla è una sfida continua”, spiega Tzounopoulos. Mentre alcuni sperimentano una perdita dell’udito causata dal rumore a seguito di un trauma acuto all’orecchio, altri notano un improvviso calo dell’udito dopo essere stati esposti per lunghi periodi di tempo a forti rumori, ad esempio in un campo di battaglia o in un cantiere edile. Altri notano un peggioramento dell’udito dopo aver assistito a uno spettacolo musicale.

“Da segnalare come ultimamente anche nei giovani l’esposizione alla musica ad alto volume abbia determinato un netto aumento delle ipoacusie neurosensoriali da danno acustico”, segnala Stefano Di Girolamo, ordinario e direttore della Clinica di Otorinolaringoiatria del Policlinico Tor Vergata.

Un disturbo debilitante

I ricercatori affermano che la perdita dell’udito indotta dal rumore può essere debilitante. Alcune persone iniziano a sentire suoni che non esistono, sviluppando una condizione chiamata acufene, che influisce gravemente sulla qualità della vita di una persona. “Il danno da rumore a livello di orecchio è conosciuto da tanti anni”, spiega Di Girolamo. “In letteratura sono presenti molti studi che cercano di capire come effettivamente si crea il danno a livello delle cellule ciliate interne, che sono i sensori che trasformano l’energia meccanica del suono in energia bioelettrica che viene portata al cervello”, aggiunge.

La ricerca su farmaci e trattamenti

La ricerca di Tzounopoulos, che si concentra sulla biologia dell’udito, dell’acufene e della perdita dell’udito, ha cercato di determinare le basi meccanicistiche della condizione nel tentativo di gettare le basi per lo sviluppo futuro di trattamenti efficaci e minimamente invasivi. Eseguendo esperimenti sui topi e su cellule dell’orecchio interno isolate, i ricercatori hanno scoperto che alcune ore dopo che gli animali sono stati esposti a un forte rumore, il livello di zinco dell’orecchio interno aumenta. In particolare, l’esposizione a un suono forte provoca un forte rilascio di zinco nello spazio extra e intracellulare che, in definitiva, porta a danni cellulari e interrompe la normale comunicazione cellula-cellula.

La scoperta: il ruolo dello zinco

Questa scoperta apre le porte a una possibile soluzione. Gli esperimenti hanno dimostrato che i topi trattati con un composto a rilascio lento che intrappola lo zinco libero in eccesso sono meno inclini alla perdita dell’udito e sono protetti dai danni indotti dal rumore. I ricercatori stanno attualmente sviluppando un trattamento da testare in studi preclinici con l’obiettivo di renderlo disponibile come opzione semplice da banco per proteggersi dalla perdita dell’udito. È possibile dunque che in futuro avremo pillole, gocce o impianti a rilascio lento che intrappolano lo zinco e che potrebbero aiutare a prevenire o curare i danni all’orecchio interno dovuti a traumi da rumore.

“Potresti andare a un concerto o in guerra e prendere una pillola”, dice Tzounopoulos. “Oppure potresti avere un incidente e al pronto soccorso potrebbero avere questi composti da dare per mitigare il danno”, aggiunge. “Lo studio è solamente sperimentale e comunque è una strada da seguire per cercare di attenuare il danno da rumore in tutti i soggetti che sono stati esposti”, conclude Di Girolamo.



www.repubblica.it 2024-02-15 02:15:06

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