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Insufficienza della valvola tricuspide, al via in Italia gli interventi senza bisturi

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La sonda risale fino al cuore. E senza bisogno di “aprire” il torace, come una navicella intelligente, rilascia il dispositivo sostitutivo che fa le veci della valvola cardiaca che non funziona a dovere. Questa trafila, che è routine quotidiana per altre valvole cardiache, diventa realtà anche per la tricuspide. Presso il Centro Cardiologico Monzino l’équipe guidata Federico De Marco, Direttore dell’Unità Operativa di Cardiologia Interventistica Valvolare e Strutturale, ha effettuato l’innovativo intervento in Italia di sostituzione via catetere di questa valvola. Intervento che non è ancora routine, ma che comincia ad essere effettuato, visto che a giugno è stato fatto anche al San Gerardo di Monza con la valvola triclip.

La paziente trattata è stata dimessa dall’ospedale dopo soli tre giorni e, a più di una settimana dall’intervento, è in ottime condizioni di salute. Si tratta di un passo avanti importante perché nell’anatomia del cuore la tricuspide è stata a lungo considerata una sorta di “sorella minore” delle altre valvole, quasi “dimenticata”.

Perché la tricuspide è importante

Anche se “sottovalutata”, per la funzione cardiaca globale, il compito della ticuspide è basilare per il buon funzionamento del cuore. Se si ammala infatti si può determinare un rigurgito di sangue, condizione molto diffusa e spesso individuata quasi per caso con un ecocardiogramma. Ci sono però forme serie di difetto valvolare. In particolare negli anziani e nelle donne. Mediamente il 4% delle persone over 75 ha una forma di rigurgito clinicamente significativa. L’insufficienza valvolare tricuspidalica è quindi un reperto comune nella popolazione anziana e preoccupa soprattutto quando si associa a patologie del cuore sinistro o all’ipertensione polmonare. La chirurgia viene considerata il gold standard per il trattamento di questa valvola. Ora si aprono nuove opportunità, per casi ovviamente selezionati.

Come si fa l’intervento

Per comprendere meglio quanto e come sia complessa da trattare la tricuspide occorre tenere presenti sia la sua particolare conformazione anatomica sia la posizione che ha nel cuore. Il sistema di sostituzione valvolare transcatere applicato al Monzino è stato studiato per risolvere questi problemi. E’ composto da una struttura in nitinolo (un metallo elastico autoespandibile), da una fascia in tessuto intra-anulare e da lembi di tessuto pericardico animale, equivalente a quello delle tradizionali valvole cardiache. Viene impiantata inserendo un catetere nella vena femorale che spinge la protesi fino al cuore. Il rilascio è guidato dall’ecografia e la protesi si aggancia mediante dei piccoli dentini ai lembi e contro l’anello valvolare, azzerando il rigurgito e ripristinando la normale funzione della tricuspide impedendo al sangue di sovraccaricare le vene del corpo.

Stop al cuore aperto

“Finalmente siamo in grado di trattare in modo efficace la valvulopatia tricuspidale senza dover sottoporre il paziente a un intervento a cuore aperto, vale a dire senza aprire il torace e senza fermare il cuore. I risultati sono sorprendenti: nei gradi avanzati di malattia la protesi sulla tricuspide permette di azzerare completamente il rigurgito – è il commento di De Marco. Interventi come l’impianto di Evoque (questo il nome del dispositivo) richiedono equipe multidisciplinari formate da figure con la massima specializzazione, competenza ed esperienza: i cosiddetti Hearteam che al Monzino, per la sua storia e cultura monospecialistica, sono realtà operative consolidate”.



www.repubblica.it 2024-02-19 10:36:41

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