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Cataratta: come capire quando è ora di fare l’intervento e che risultati attendersi

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L’intervento di cataratta è, con 650mila operazioni eseguite ogni anno, la chirurgia più praticata in assoluto, tanto da rappresentare l’84% del volume delle prestazioni di un intero reparto ospedaliero italiano. Oggi, è possibile correggerla utilizzando chirurgie tecnologicamente molto avanzate che, in un solo intervento, consentono di eliminare anche altre tipologie di deficit della vista pregressi alla cataratta stessa come miopia, astigmatismo e presbiopia. La lettrice chiede di sapere come capire quando è necessario ricorrere all’intervento chirurgico e quali risultati attendersi.

Risponde Stanislao Rizzo, direttore della UOC di Oculistica del Policlinico Universitario A. Gemelli Irccs e professore ordinario di Oculistica presso l’Università Cattolica di Roma.
 
Domanda. Di recente ho sperimentato un notevole calo della vista, con sintomi che si allineano strettamente con ciò che ho letto sulla cataratta. La sfocatura e la diminuzione dell’intensità dei colori sono progressivamente diventate parte della mia vita quotidiana, influenzando la capacità di svolgere le mie attività quotidiane. Ormai neppure con gli occhiali riesco a vedere bene e quindi sto contemplando la possibilità dell’intervento chirurgico e le sue implicazioni. Potrebbe per favore spiegare come si determina il momento giusto per un intervento di cataratta? Inoltre, quali sono i possibili rischi e come si confrontano generalmente i risultati con lo stato della vista pre-intervento? Come vedrò dopo l’intervento? Inoltre, potrebbe consigliarmi cambiamenti nello stile di vita o misure preventive che potrebbero rallentare la progressione della cataratta? Nel frattempo, ci sono attività o abitudini specifiche che dovrei evitare per prevenire un ulteriore deterioramento della mia vista? Grazie, Luciana S. (Pisa)

Mandate le vostre domande a [email protected]

Risposta. La cataratta è la principale causa di riduzione della capacità visiva in tutto il mondo. La procedura chirurgica per il trattamento della cataratta prevede la rimozione del cristallino opacizzato e l’inserimento di una nuova lente intraoculare. I fattori di rischio più comuni per lo sviluppo e la sua evoluzione includono il diabete mellito, l’uso a lungo termine di corticosteroidi topici, sistemici, intravitreali, inalatori o orali, precedenti interventi chirurgici intraoculari, traumi, radiazioni ionizzanti, esposizione a raggi Uvb.

Come definito da recenti linee guida nazionali sull’intervento di cataratta, l’indicazione primaria è la funzione visiva che non soddisfa più le esigenze del paziente e per la quale la chirurgia della cataratta fornisca una ragionevole probabilità di miglioramento della visione. Pertanto, il consiglio primario è quello di eseguire una visita oculistica per escludere che i suoi sintomi sottendano altre patologie oculari e valutare, in base alla sua attuale acuità visiva, la possibilità di procedere con l’intervento. Nonostante sia considerato un intervento di routine, non è esente da rischi e complicazioni che possono essere lievi o gravi come nel caso di una endoftalmite (infezione oculare), motivo per cui sono necessarie precauzioni e attenti controlli nel post-operatorio. Quanto alla visione dopo l’intervento, molto dipenderà dalla lente impiantata (monofocali o multifocali) e dalle condizioni generali del suo apparato visivo.



www.repubblica.it 2024-03-04 12:00:58

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