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“Ritratti di donna”: le pazienti oncologiche diventano sculture viventi

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Abiti sartoriali realizzati con le lenzuola dei letti di ospedale. È con questi simbolici capi che 15 pazienti oncologiche sfileranno questo pomeriggio, in occasione della Giornata internazionale della Donna, all’Almo Collegio Borromeo di Pavia. E sulle loro bianche silhouette saranno proiettate sculture, così da diventare loro stesse opere d’arte. È questo il pensiero che sta dietro a “Ritratti di donna”, un evento che il Centro Nazionale di Adroterapia (Cnao) ha ideato e portato avanti con il Policlinico San Matteo e l’ICS Maugeri di Pavia, per dedicarlo alle donne che stanno affrontando un tumore.

 

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Come sculture viventi

Le opere che verranno proiettate sono le “sculture vestite” di Stefano Bressani, definito il sarto dell’arte, che ha ideato una nuova tecnica dell’arte contemporanea basata sul riciclo e sulla sostenibilità. Le sue creazioni sono infatti sculture di materiale plastico rivestite con tessuti di abiti usati, che nella sua visione diventano così eterni. La collezione scelta per questo evento è #picassoreloaded, già esposta in una mostra internazionale, in cui l’artista ha reinterpretato le opere di Picasso attraverso una ricomposizione delle sue immagini.

Ritratto di Donna, Collezione #picassoreloaded. Courtesy of Stefano Bressani

Ritratto di Donna, Collezione #picassoreloaded. Courtesy of Stefano Bressani  

“Le opere della collezione #picassoreloaded possono esprimere il tema delle cicatrici e della loro elaborazione – spiega a Salute Seno Bressani – Ma quando il Cnao mi ha contattato per collaborare a questo progetto, mentre ne discutevamo, ho avuto l’intuizione di poter trasformare le donne stesse in sculture viventi, e di utilizzare, per vestirle, le lenzuola dell’ospedale. L’idea è di prendere qualcosa che per loro era associato al dolore e alla bruttezza, e trasformarlo in un simbolo di bellezza e leggerezza: la dimostrazione di come, attraverso l’arte, si possa stravolgere completamente un messaggio. Sulle modelle stesse, poi, proietteremo le opere che raffigurano donne di #picassoreloaded, per trasformarle nuovamente”.

 

L’alfabeto dell’alta moda per parlare di autostima

L’evento di oggi, quindi, non sarà “soltanto” una sfilata di modelle-pazienti, ma uno caleidoscopico spettacolo basato su una matrioska di concetti: l’ultimo, al centro, è la rinascita dopo la diagnosi di tumore. “Mi sono basata proprio sui simboli della rinascita e dell’amore per se stessi per disegnare i 15 modelli che indosseranno – racconta Nada Nuovo, la stilista che già nel 1998 aveva brevettato l’“Abito trasformabile” e che è stata coinvolta nel progetto da Bressani – Mi sono infatti ispirata alla Primavera di Botticelli e al fiore di loto. Dalle lenzuola abbiamo ritagliato oltre 1.500 petali, e abbiamo disegnato gli abili e le decorazioni utilizzando tecniche d’alta moda. È difficile, ora, riconoscere la provenienza della stoffa”.

Bozzetti degli abiti realizzati per "Ritratti di Donne". Courtesy of Nada Nuovo

 

La stilista ha realizzato i vestiti sulle misure delle pazienti-modelle ma le incontrerà di persona, per la prima volta, oggi, quando sceglierà il vestito giusto per ciascuna: “Il messaggio, per me, è che è possibile lavorare sulla propria autostima in ogni circostanza, anche quando non si indossa un abito in chiffon di seta, ma creato con il cotone di un lenzuolo”.

Il senso di una sfilata

Sono sempre più numerose le iniziative che vogliono trasmettere l’importanza della cura per la persona oltre la malattia, e allontanare così l’idea che chi viene colpito da un tumore si debba identificare con la condizione di malato. Tra le modelle ci saranno Rossella, che sette anni fa ha avuto la diagnosi di tumore al seno e oggi aiuta altre pazienti; Enza, che affronta un tumore al polmone metastatico sempre con il rossetto sulle labbra, Ginevra che a soli 19 anni ha fronteggiato un raro tumore osseo e adesso lavora al suo libro illustrato per bambini. E Paola, che da molti anni convive con un tumore al seno metastatico (tra le blogger di Lottare, vivere, sorridere): “Per me sfilare oggi è molto significativo. L’anno scorso, proprio in questi giorni, ero al Cnao per curarmi. Ho deciso di metterci la faccia, malgrado a volte ci sia il rischio di spettacolarizzare la malattia, per dare un messaggio di speranza ai pazienti che sono in procinto o stanno affrontando i trattamenti, e per la gratitudine che provo per il luogo che mi ha salvato la vita. Una eccellenza mondiale per la tecnologia usata, ma fatto anche da persone fantastiche dal punto di vista umano, che non solo curano la malattia, ma si prendono cura a tutto tondo dei pazienti”.

Oltre alla sfilata, l’evento prevede molto altro: dalla terapia della risata alla musica. “Questa iniziativa nasce dalla volontà di prenderci cura delle nostre pazienti anche al di là dell’ambito strettamente clinico – dice Ester Orlandi, Ricercatore del Dipartimento di Scienze Clinico-chirurgiche, Diagnostiche e Pediatriche presso l’Università di Pavia e Direttore del Dipartimento Clinico di Fondazione Cnao – La sfilata intende vestire, oltre che il corpo, soprattutto le ferite lasciate dal cancro nel fisico e nell’animo di queste donne. È un ulteriore tassello nel percorso che Cnao, con il progetto ‘Usiamo il cuore’, porta avanti da tempo per migliorare la qualità di vita dei propri pazienti. Ed è un’ulteriore conferma della capacità di fare rete che hanno tre realtà d’eccellenza come Cnao, Policlinico San Matteo e ICS Maugeri. Collaboriamo in un’ ottica multidisciplinare, per fornire il migliore approccio terapeutico – conclude – e uniamo le forze anche al fianco delle donne che affrontano la vita dopo un tumore, aiutandole a riscoprire la propria femminilità al di là della malattia”.



www.repubblica.it 2024-03-08 17:31:50

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