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Glaucoma: quando lo ‘vedi’ ormai è troppo tardi. La prevenzione per salvarsi la vista

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Immaginiamo di guardare il mondo attraverso un cannocchiale rovesciato: il campo visivo si restringe progressivamente, lasciando solo una stretta finestra per la visione. Questa è la realtà di chi vive con il glaucoma, una malattia insidiosa che colpisce il nervo ottico e, con il passare del tempo, ruba silenziosamente la vista a chi ne soffre. Non si sente, non si avverte, finché il danno non è già avvenuto e le immagini della vita di tutti i giorni iniziano a sfumare nei bordi, fino a scomparire nel buio.

In Italia sono oltre un milione le persone affette da questa malattia per la quale ora finalmente inizia ad esserci anche qualche novità perché è diventato chiaro che la pressione alta dell’occhio non è l’unico target terapeutico (ma resta il principale) e che si può intervenire con buoni risultati anche con la chirurgia.

In occasione della Settimana mondiale del glaucoma e del Congresso internazionale dell’Associazione italiana per lo studio del glaucoma che si svolge a Milano dal 14 al 16 marzo, abbiamo chiesto agli esperti di fare il punto su questa patologia.

Visite di controllo dopo i 40 anni

Uno dei problemi principali del glaucoma è la sua diagnosi tardiva dovuta in parte al fatto che i sintomi sono silenti, ma anche alla scarsa attenzione nei confronti della salute degli occhi. Infatti, si stima che su circa un milione di pazienti più o meno la metà non è consapevole di esserne affetto. Eppure, prevenire il glaucoma sarebbe possibile: “Chi ha più di 40 anni – spiega Stefano Miglior, ordinario di Malattie dell’apparato visivo presso la Bicocca di Milano e presidente dell’Associazione italiana per lo studio del glaucoma (Aisg) – dovrebbe sottoporsi a una visita oculistica. Solo così si può accertare la presenza di questa patologia che purtroppo non dà sintomi e quando li dà è spesso troppo tardi. La visita presso uno specialista permette di verificare se vi sono segni della malattia e procedere dunque a ulteriori accertamenti”.

Una mano dall’Intelligenza Artificiale

A facilitare la diagnosi precoce può essere l’Intelligenza Artificiale ormai onnipresente quando si parla di medicina. Secondo una ricerca del Mount Sinai Hospital di New York, un sistema di intelligenza artificiale con modelli linguistici di grandi dimensioni offre un eccellente supporto diagnostico agli oftalmologi.

Nel dettaglio, lo studio – i cui risultati sono pubblicati sulla rivista Jama Ophthalmology – ha confrontato le conoscenze degli specialisti con le capacità di ChatGpt-4 di OpenAI. I risultati hanno mostrato che l’intelligenza artificiale ha eguagliato o superato gli oftalmologi sia in termini di accuratezza che di completezza dei consigli e delle valutazioni mediche. Più specificamente, l’intelligenza artificiale ha dimostrato prestazioni superiori in risposta alle domande sul glaucoma e ai consigli sulla gestione dei casi.

Non solo pressione oculare

Il primo segnale diagnostico del glaucoma riguarda la pressione intraoculare che, se superiore a 21, potrebbe indicare che quel soggetto è a rischio e danneggiare il nervo ottico. Il controllo regolare della pressione oculare può aiutare a identificare l’insorgenza del glaucoma nelle sue fasi iniziali e permettere interventi tempestivi per gestire la condizione e prevenire la progressione del danno.

“Affidarsi soltanto a questo parametro potrebbe essere persino fuorviante”, avverte però Miglior. “Ci sono persone colpite da questa patologia che hanno una pressione normale. Se ci si lascia condizionare da questo falso mito, si rischia che il soggetto, con una pressione normale, possa sentirsi fuori pericolo e magari decida di non farsi mai controllare da un’oculista. Senza sapere che invece potrebbe già essere affetto dalla malattia o potrebbe svilupparla nel tempo. Si stima che il 20/25% dei pazienti con glaucoma abbia una pressione oculare del tutto normale. Test diagnostici adatti ad operare un adeguato screening della popolazione non esistono, e farsi esaminare, da una certa età in poi, è l’unico modo per stare tranquilli”.

Le cause del glaucoma

Come accade in molte altre patologie, anche il glaucoma è una malattia multifattoriale. “La pressione oculare elevata, la miopia, la bassa pressione arteriosa e la familiarità – ricorda il professor Michele Iester, ordinario di Malattie dell’apparato visivo presso l’Università di Genova – sono i più importanti fattori di rischio di questa patologia. Ma chi è miope o chi ha casi di glaucoma in famiglia è portato a farsi visitare da uno specialista perché sa di essere a rischio. Il problema riguarda il resto della popolazione che invece sottovaluta il pericolo e non si sottopone ai dovuti controlli. Spesso, ci si reca dall’oculista quando si sbatte contro le porte o si cade a terra per effetto di un campo visivo che va riducendosi”.

“Ma – aggiunge il professor Miglior – vi sono anche delle cause esterne come terapie locali con steroidi, pregressa chirurgia intraoculare per altri motivi o infiammazioni intraoculari”.

Nuove terapie in arrivo

Negli ultimi anni la classica terapia ipotonizzante non si è arricchita di nessuna nuova molecola, ma al Congresso internazionale dell’Aisg si parlerà anche delle novità in arrivo per la gestione del glaucoma.

“A breve – preannuncia il presidente dell’Aisg – verrà introdotta una nuova molecola che appartiene alla classe delle Rho-Kinasi, che si aggiungerà all’armamentario farmacologico oggi a disposizione dell’oftalmologo, utile quindi a migliorare l’efficacia del controllo medico della pressione oculare”.

In abbinamento alla terapia ipotonizzante è ormai riconosciuta l’importanza del trattamento neuroprotettivo. “Si tratta di trattamenti capaci di aumentare la resistenza delle cellule nervose del nervo ottico ai vari insulti patologici tipici del glaucoma, che determinano la progressiva perdita di queste cellule, in poche parole l’essenza di base di questa malattia”, aggiunge Miglior.

Il ruolo della neuroprotezione

Negli ultimi anni la ricerca si è concentrata anche sull’individuazione di nuovi target terapeutici volti a proteggere dalla degenerazione e dalla morte le cellule del nervo ottico colpite dalla malattia a prescindere o in sinergia con la riduzione della pressione dell’occhio.

“La neuroprotezione è già ben nota nell’ambito di altre malattie neurodegenerative del sistema nervoso centrale come ad esempio il morbo di Alzheimer, il morbo di Parkinson e la sclerosi laterale amiotrofica e trova pieno razionale nella cura del glaucoma”, spiega Francesco Oddone, responsabile dell’Unità Operativa Glaucoma dell’Irccs Fondazione Bietti presso l’Ospedale Britannico di Roma.

“Tra le molecole più studiate c’è la citicolina in grado di rifornire il neurone sia di elementi per la ricostituzione strutturale della membrana neuronale e mitocondriale (il mitocondrio è la centrale energetica della cellula) sia di importanti neurotrasmettitori (come l’acetilcolina e la dopamina) essenziali per la corretta trasmissione dell’impulso nervoso. Il mitocondrio è il target specifico anche della nicotinamide (o Vitamina B3) oggi oggetto di importanti studi internazionali volti ad esplorare la sua capacità di proteggere le cellule ganglionari retiniche nel glaucoma anche a prescindere dalla riduzione della pressione oculare”.

Gestire la pressione oculare con la chirurgia

Ma per il glaucoma è possibile intervenire anche chirurgicamente: “Negli ultimi anni – spiega Miglior – sono stati introdotti piccolissimi tubicini che, inseriti a cavallo tra spazio intraoculare e spazio sottocongiuntivale, permettono un drenaggio controllato dell’umore acqueo all’esterno del bulbo oculare dove viene riassorbito dai vasi episclerali. L’esperienza chirurgica con questi device si sta dimostrando estremamente interessante anche perché è possibile ottenere un abbassamento della pressione oculare a livelli decisamente non raggiungibili con la normale terapia farmacologica o con il laser, livelli che permettono di ottenere un eccellente controllo del peggioramento funzionale della malattia a lungo termine”.

Settimana mondiale del Glaucoma: 100 le piazze per fare informazione

“Cos’è il glaucoma?”, “È una malattia rara?”; “Quali sono i sintomi?”; “Si può curare?”; “Come posso sapere se ho il glaucoma?”. Sono alcune delle domande a cui risponde gli opuscoli informativi realizzati dall’Agenzia Internazionale per la Prevenzione della Cecità – Iapb Italia Onlus che saranno distribuiti fino a sabato 16 marzo in 100 piazze italiane nell’ambito di una campagna di sensibilizzazione che coinvolge in modo capillare i territori grazie alla collaborazione delle strutture territoriali dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti. Per maggiori informazioni sulla patologia e sulle iniziative gratuite a disposizione della popolazione a livello locale, si può consultare il sito www.settimanaglaucoma.it.



www.repubblica.it 2024-03-11 11:44:59

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