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Tumore del polmone, i pazienti preferiscono l’immunoterapia sottocute

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Meglio un’iniezione sotto cute che una infusione endovena. I pazienti con tumore non a piccole cellule in trattamento con atezolizumab non hanno dubbi, come dimostra uno studio appena presentato all’European Lung Cancer Congress appena conclusosi a Praga. Il trattamento sottocutaneo può fare una differenza significativa per le persone affette da cancro, riducendo il disagio legato all’infusione e risparmiando tempo e risorse preziosi. Non solo per i pazienti, ma anche per il sistema sanitario.

I risultati

Lo studio ha mostrato che il 70,7% dei pazienti coinvolti preferiva atezolizumab sottocute contro il 21,1% che preferiva la formulazione intravenosa. Il resto dei partecipanti non ha invece espresso alcuna preferenza. Le ragioni principali per preferire l’opzione sottocute includevano: meno tempo trascorso in clinica (64,4%), la somministrazione era più confortevole (46,0%) e il trattamento era meno stressante dal punto di vista emotivo (29,9%). Inoltre, durante il periodo di continuazione, il 79,4% dei 107 pazienti ha scelto il trattamento sottocute rispetto al 20,6% di coloro che hanno scelto la formulazione intravenosa.

“L’uso di atezolizumab sottocutaneo ha dato vantaggi rilevanti ai pazienti e alle istituzioni, e questi risultati supportano tutte le precedenti conclusioni secondo cui atezolizumab sottocutaneo è equivalente all’uso endovenoso”, ha spiegato Federico Cappuzzo, Direttore UOC Oncologia Medica 2, Istituto Nazionale Tumori “Regina Elena” di Roma, autore principale dello studio.

 

Il farmaco e la nuova formulazione

Atezolizumab è un anticorpo monoclonale diretto contro PD-L1, la molecola che le cellule tumorali utilizzano per spegnere l’azione del sistema immunitario. Legandosi a PD-L1 l’anticorpo aiuta le nostre difese a riprendersi il loro ruolo e a combattere i tumori. A differenza della formulazione endovenosa, in quella sottocute atezolizumab è insieme a un enzima che degrada l’acido ialuronico, che favorisce da ultimo l’assorbimento del farmaco nel sangue. A gennaio 2024 la Commissione Europea ha approvato questa nuova formulazione, ma in Italia Aifa non ha ancora negoziato la rimborsabilità.

Come si somministra

La preparazione sottocute non ha bisogno di essere preparata in condizioni sterili e può essere preparato in reparto in maniera più veloce di quanto si possa fare nella farmacia ospedaliera. In ogni caso la somministrazione a oggi deve avvenire in ambiente ospedaliero, con un risparmio di tempo anche nella somministrazione non solo nella preparazione. “La speranza è che in futuro possa essere non solo autorizzato ma anche usato a domicilio da personale sanitario appositamente formato”, conclude Cappuzzo.



www.repubblica.it 2024-03-26 14:56:23

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