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Endometriosi: i sintomi che aiutano una diagnosi precoce

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L’endometriosi è una malattia estremamente comune. Colpisce le donne in età fertile. Provoca dolori che possono influenzare severamente la qualità di vita delle pazienti. E può rappresentare un rischio per la fertilità, soprattutto se non viene diagnosticata e trattata per tempo.

Per questo motivo la giornata mondiale contro l’endometriosi del 28 marzo è un’occasione importante di sensibilizzazione. Un appuntamento in cui ricordare a tutte le donne, ma soprattutto alle più giovani, che non bisogna sottovalutare i campanelli di allarme di questa patologia, perché può essere individuata facilmente rivolgendosi ad un ginecologo all’insorgere dei primi sintomi sospetti, e perché la diagnosi precoce riduce al minimo le chance di progressione dei sintomi e di problemi di fertilità nella vita adulta.

La prevalenza della malattia

“L’endometriosi colpisce tra il 10 e il 20% delle donne in età fertile, e sono circa 3 milioni le donne che soffrono nel nostro Paese”, spiega a Salute Vito Trojano, Presidente della Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia. “I sintomi più importanti insorgono tra i 25 e i 35 anni, ed è quindi in questa fascia di età che si concentrano le diagnosi, ma la malattia inizia molto prima, subito dopo il menarca, con sintomi che tendono ad aggravarsi con il passare degli anni: dolore, che può essere cronico o periodico, e che tende ad aggravarsi durante il ciclo mestruale, e che in base alla localizzazione della malattia può comparire anche durante i rapporti sessuali, oppure durante la minzione o la defecazione”.

La patologia è causata dall’impianto di tessuto endometriale, cioè della mucosa che rivesto l’interno dell’utero, in altre aree dell’addome. L’endometrio è un tessuto che subisce naturalmente dei cambiamenti nell’arco del ciclo mestruale, e quando è localizzato al di fuori dell’utero segue gli stessi cicli, accrescendosi e sfaldandosi, e provoca dolori comprimendo i tessuti circostanti.

“La malattia può presentarsi in forme diverse – continua Trojano – in forma minima sono presenti impianti di pochi millimetri. La malattia lieve ha noduli di dimensioni maggiori, e quella moderata o grave presenta cisti ovariche”.

Fertilità e terapia

I dolori causati dall’endometriosi possono avere effetti molto gravi sulla qualità di vita delle pazienti. Ma in alcuni casi la patologia può anche compromettere la fertilità: si stima che tra il 30 e il 50% dei casi di sterilità e sub-fertilità femminile sia legato all’endometriosi. Con una diagnosi precoce, però, la terapia aiuta a impedire la progressione della patologia, e quindi riduce al minimo i rischi per la fertilità.

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“La terapia dell’endometriosi è in primo luogo medica”, continua Trojano. “Nelle forme lievi si usano antinfiammatori e analgesici. Nelle forme più importanti si usa la terapia progestinica per fermare l’attività ovarica, e quindi la ciclicità della maturazione della mucosa endometriale anche nelle sedi esterne all’utero. In questo modo è spesso possibile mantenere la malattia sotto controllo, con la possibilità di sospendere la terapia nel momento in cui la paziente decide di pianificare una gravidanza. La chirurgia è invece riservata alle situazioni più gravi, perché espone inevitabilmente al rischio di infiammazione cronica o di aderenze che possono compromettere a loro volta la fertilità”.

L’importanza della diagnosi precoce

L’endometriosi è quindi una malattia comune, che beneficia in modo importante di una diagnosi precoce. I ritardi diagnostici, però, rimangono ancora fin troppo comuni: per alcune donne si stimano anche sette anni di attesa tra le prime visite e la diagnosi definitiva.

I sintomi d’altronde sono aspecifici, a volte molto lievi nelle fasi iniziali, e possono essere facilmente scambiati per la conseguenza di altre patologie, o come semplice dismenorrea idiopatica (priva cioè di una causa organica precisa).

“Il ginecologo è la figura di riferimento per una diagnosi corretta, ma ancora troppo spesso le pazienti arrivano da noi dopo una lunga trafila di visite con altri specialisti”, sottolinea Trojano. “Per questo un’occasione come la giornata mondiale è importante per comunicare, soprattutto ai giovani, la necessità di tenere sotto controllo alcuni campanelli di allarme, che meritano un approfondimento ginecologico”.

Tra gli indizi da tenere a mente, Trojano indica innanzitutto la presenza di diagnosi in famiglia, perché l’endometriosi tende ad avere una predisposizione famigliare. E poi i sintomi quali il dolore pelvico in fase perimestruale, la sensazione di tensione pelvica nei giorni che precedono le mestruazioni, che poi si accentua con mestruazione molto dolorosa; dolore vagino-rettale durante i rapporti sessuali; irregolarità mestruale; o anche dolore durante la defecazione. Tutti sintomi aspecifici, come è evidente, che troppo spesso vengono trascurati, e che invece già dalle prime mestruazioni nell’adolescenza meritano un approfondimento specialistico con un ginecologo.



www.repubblica.it 2024-03-29 08:19:10

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