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Con il boom di posti a Medicina rischio bolla per 60mila camici

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Secondo le ultime elaborazioni realizzate per il Sole 24 ore sui pensionamenti (con l’uscita a 68 anni) dei medici che lavorano per il Ssn e che rappresentano la fetta più importante (tra ospedalieri, medici di famiglia e ambulatoriali) da quest’anno e fino al 2033 si registrerà infatti l’uscita di oltre 105mila camici bianchi, di cui quasi 40mila già entro il 2026, anno in cui comincerà a scendere la gobba pensionistica che vedrà il suo picco il prossimo anno con oltre 13.500 uscite. Dal 2034 e fino al 2040 gli anni in cui arriveranno sul mercato i giovani aspiranti medici che si iscrivono oggi e nei prossimi anni si registrerà invece un crollo di questo esodo con solo 38mila pensionamenti in tutto.

Insomma ci sarà molto meno bisogno di sostituire i medici che vanno in pensione proprio quando crescerà la disponibilità di nuove leve: in passato infatti – e oggi ne paghiamo le conseguenze in termini di carenza – entravano a Medicina 9-10mila candidati al massimo con poi solo 5-6mila borse di specializzazione a disposizione per i laureati, cosa che ha provocato per anni il tristissimo fenomeno dell’«imbuto formativo» (laureati in medicina che non potevano specializzarsi perché le borse erano poche).

Ora invece si rischia il fenomeno contrario è cioè quello di un «imbuto lavorativo»: a fronte di 19-20mila posti a Medicina si stima infatti che anche nei prossimi anni saranno garantite 14-15mila borse per specializzarsi nelle varie branche (da cardiologia a pediatria, da anestesia a radiologia) a cui si aggiungono altri 2mila posti per la specializzazione che forma i medici di famiglia.

Se si contano i tassi di abbandono e il fatto che i laureati prediligono le specializzazioni che offrono guadagni maggiori – alcune specialità come quelle di pronto soccorso riempiono purtroppo la metà dei posti – si possono stimare come minimo 14mila nuovi medici specialisti all’anno tra il 2034 e il 2040: a conti fatti 98mila camici bianchi nuovi di zecca a fronte però di 38mila uscite che fanno 60mila medici in più del necessario.

Certo non è escluso che in futuro si assumano più medici a fronte di una popolazione che invecchia di più (in realtà come numero già oggi siamo in media con gli altri Paesi Ocse mentre mancano gli infermieri) e poi c’è sempre il privato, ma potrebbe non bastare: «Anche per i medici del privato la gobba pensionistica è la stessa e poi potrebbero esserci meno opportunità per i giovani visto nella sanità privata già oggi lavorano molti pensionati», avverte Antonio Magi segretario Sumai (Specialisti ambulatoriali) che ha elaborato i dati.



www.ilsole24ore.com 2024-03-03 10:42:00

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