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Distacco di retina: perché la miopia elevata è un fattore di rischio

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Il distacco di retina rappresenta un’emergenza oftalmica che incide notevolmente sulla qualità visiva, portando spesso a visione sfocata o alla percezione di una “tenda” che cala sul campo visivo. Questa condizione, scaturita dalla separazione della retina dai tessuti sottostanti, richiede un intervento tempestivo per prevenire danni permanenti alla vista. La prontezza nella diagnosi e il successivo trattamento sono cruciali per restaurare la funzionalità visiva e minimizzare le complicanze a lungo termine.

La lettrice ha avuto un distacco della retina dopo aver ricevuto la diagnosi di maculopatia retinico miopica e chiede di sapere se c’è qualcosa che può fare per recuperare la sua situazione. Risponde Lia Giustolisi, responsabile del Centro Diagnosi e Cura delle maculopatie presso l’Azienda Policlinico Umberto I di Roma.

Domanda. Sono affetta da elevata miopia e mi è stata diagnosticata una maculopatia retinico miopica essudativa nell’occhio destro. Dopo una serie di iniezioni intravitreali con ranibizumab non c’è stato nessun progresso. Purtroppo, la situazione è peggiorata con la caduta della retina dalla macula. L’oculista che mi ha visitato mi ha detto che non c’è più nulla da fare nell’occhio e l’operazione per “rimettere a posto” la retina non servirebbe a niente. Cosa dovrei fare? Grazie – Angela (Cagliari)

Mandate le vostre domande a [email protected]

Risposta. Il distacco di retina è una grave patologia dell’occhio che va gestita in emergenza e rappresenta una delle cause più importanti di perdita della funzionalità visiva. Non comporta dolore per il paziente, ma il sintomo riferito è una riduzione visiva causata della comparsa di una “tendina” o “nube” scura davanti. Nei distacchi di retina iniziali purtroppo la sintomatologia può non essere presente o semplicemente inizia con la visione di “mosche volanti ” nell’occhio associate a flash luminosi a cui non si dà importanza impedendo la diagnosi precoce e l’immediato intervento terapeutico.

Esistono tre tipi di distacco di retina a seconda della causa: regmatogeno, cioè dovuto alla presenza di una rottura retinica periferica; trattivo, cioè causato da una alterazione del vitreo, una sostanza liquida presente all’interno dell’occhio che può modificarsi e addensarsi in varie situazioni patologiche (retinopatia diabetica, miopia, dopo intervento di cataratta o dopo un trauma oculare) con la conseguente formazione di membrane trattive che staccano la retina. Il terzo tipo di distacco di retina è quello sieroso o essudativo,

cioè dovuto alla presenza di un liquido sotto la retina a causa di una infiammazione e/o infezione (uveite o retinite). Nei primi due tipi di distacco, regmatogeno e trattivo, la terapia consiste in un intervento chirurgico che ha lo scopo sia di riposizionare la retina nella sua sede fisiologica (cerchiaggio bulbare) e sia di eliminare i fattori che ne hanno provocato lo scollamento. Nel caso del distacco regmatogeno si tratta anche la rottura retinica con il laser fotocoagulativo, in quello trattivo si elimina con una vitrectomia il vitreo patologico. Il trattamento del distacco di retina essudativo è invece di tipo farmacologico e non chirurgico e ha lo scopo di curare l’infiammazione e l’infezione che lo hanno provocato.

Dunque, è evidente che esistono dei fattori di rischio del distacco di retina che sono: la presenza sulla retina periferica di lesioni (dette lesioni regmatogene) che posso causare nel tempo la formazione di rotture retiniche e che se diagnosticate precocemente durante una visita oculistica possono essere curate con la laser terapia e quindi non causare più un distacco di retina regmatogeno; il diabete non ben compensato; un intervento complicato di cataratta con alterazioni vitreali secondarie; infezioni o traumi oculari e non in ultimo per importanza e frequenza, la miopia elevata (oltre le 10 diottrie). Il bulbo oculare nei soggetti miopi, infatti, è patologicamente allungato comportando il coinvolgimento diretto della retina che nella miopia è come “stirata” e quindi assottigliata. Nei soggetti con miopia elevata, come nel caso della lettrice che scrive, quindi avremo zone retiniche atrofiche e zone retiniche più a rischio di rottura. Inoltre, anche il vitreo si presenta spesso disomogeneo e più sensibile alla disidratazione con formazione di corpi mobili e trazioni vitreo-retiniche. Ecco perché la miopia deve essere valutata periodicamente da un oftalmologo al fine di controllare e gestire preventivamente le complicanze. Nello specifico della domanda della signora, ci sono situazioni di distacchi di retina complessi che impediscono al chirurgo di offrire una sufficiente ripresa funzionale della retina stessa, pur riposizionandola, a causa della presenza di vaste zone di atrofia centrali o di degenerazioni maculari essudative che non rispondono alla terapia con anti-Vegf.



www.repubblica.it 2024-03-21 11:32:42

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