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Giovani felici? Saranno adulti più sani

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Il senso di fiducia e di aspettativa, di gioia e di entusiasmo nei confronti della vita che abbiamo (o che non abbiamo) da adolescenti è capace oppure no di influenzare la nostra salute futura? Di questi tempi di malessere diffuso emerso dopo la pandemia tra i giovani di ogni parte del pianeta, la domanda è particolarmente legittima. E la risposta sembra piuttosto chiara: sì, gli adolescenti felici hanno maggiori probabilità di essere più sani adulti, sia fisicamente che mentalmente. Infatti, uno studio pubblicato sulla rivista PLOS Medicine da Eric Kim e Renae Wilkinson dell’Università di Harvard e da altri loro colleghi, dimostra che i ragazzi e le ragazze che sperimentano il cosiddetto affetto positivo (che non significa esattamente felicità, ma che corrisponde a qualcosa che le somiglia molto, e cioè un insieme di emozioni piacevoli, gioia, calma, entusiasmo, voglia d’interazioni con il mondo) possono effettivamente godere di un guadagno netto in termini di salute fisica e mentale da grandi.

Lo studio su 10mila adolescenti

Che gli adulti che provano cosa significhi l’affetto positivo abbiano maggiori probabilità di assumere comportamenti più salutari e di correre meno rischi di malattie croniche è chiaro da anni, ma i dati sugli adolescenti ottenuti da studi longitudinali (che seguono, cioè, gruppi di persone nel tempo) sono limitati. Nonostante l’adolescenza sia un periodo chiave, un vero momento di snodo, per indirizzare le persone verso un percorso di vita più sano, come ricordano anche gli esperti di salute pubblica, gli psicologi e gli epidemiologi che hanno firmato lo studio. Che per contribuire a riempire questo vuoto di informazioni hanno intervistato 10mila adolescenti sul loro stato di salute e di soddisfazione e sui comportamenti. I partecipanti avevano un’età di 15 anni all’inizio dello studio negli anni ’90 e un’età di 28 o 37 anni nel corso delle valutazioni finale.

Felicità e salute misurate su 41 indicatori

L’associazione tra felicità e salute è stata misurata basandosi su 41 outcomes relativi alla salute fisica (come eventuali diagnosi di tumore, colesterolemia, ipertensione, diabete), dei comportamenti (come fumo di sigaretta, inattività fisica, consumo di alcol, marijuana, uso di sostanze illegali), della salute mentale (come ansia, depressione, ideazione suicidaria, diagnosi di Adhd), del benessere psicologico (come ottimismo, soddisfazioni per il lavoro, sensazione di controllo sulla propria vita), della socialità e della prosocialità (come qualità delle relazioni sentimentali, soddisfazione del rapporto con i genitori, solitudine, partecipazione ad attività di volontariato, alle elezioni). Al netto di variabili che avrebbero potuto influenzare i risultati, gli autori hanno trovato che gli adolescenti con maggiori incrementi in termini di affetto positivo nel tempo erano quelli che ottenevano punteggi più alti nella maggior parte dei 41 indicatori: per esempio si ammalavano meno, o mettevano in atto meno spesso comportamenti a rischio. Ma una delle ricadute più evidenti della felicità sulla salute è stata osservata nel campo della salute mentale, dove l’affetto positivo è stato associato a una minore probabilità di disordini dell’attenzione e dell’iperattività, e di ansia, depressione e stress.

Cosa dice la ricerca

Quindi cosa ci dice la ricerca? Prima di tutto che progettare interventi che promuovano la felicità dei nostri figli e nipoti significa ottenere risultati di salute nelle generazioni future sul lungo termine. Ma dice pure altro, non tanto ai cittadini comuni, quanto ai decisori politici. “Diverse organizzazioni importanti come l’Ocse, l’Oms e le Nazioni Unite stanno sostenendo l’idea che i Paesi quando delineano le loro politiche dovrebbero tenere conto non solo degli indicatori economici ma anche degli indicatori di benessere”, hanno infatti detto gli autori, ricordando che prevedere interventi che migliorino il benessere mentale che aumentino il senso di soddisfazione e di felicità degli adolescenti migliora la traiettoria di salute/benessere degli adulti che quei ragazzi diventeranno, con un vantaggio anche economico per il futuro.

Cosa rivelano i dati 

Mentre la scienza invita a riflettere sulla relazione tra felicità dei giovani e salute degli adulti, secondo l’Organizzazione internazionale per le migrazioni una persona  su 7 tra i 10 e i 19 anni soffre di disturbi mentali nel mondo, come è emerso in occasione del 17° Seminario Internazionale di Formazione in Psichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza promosso da Fondazione Child e Telefono Azzurro che si è tenuto all’inizio di marzo.  In Europa 9 milioni di adolescenti sono alle prese con problemi di salute mentale, e principalmente con depressione, ansia e disturbi comportamentali. Il suicidio rappresenta la principale causa di decesso tra i 15 e i 19 anni. La situazione italiana è fotografata dall’ultima indagine realizzata da Telefono azzurro con il supporto di BVA Doxa: dice che il 20% degli adolescenti è vittima di ansia, e un terzo di loro si vergogna di chiedere aiuto.



www.repubblica.it 2024-04-02 17:53:48

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