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Riso rosso fermentato contro il colesterolo: un integratore per tutti?

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Che alti livelli di colesterolo Ldl, quello “cattivo”, siano un fattore di rischio per il sistema cardiovascolare è risaputo. Dieta e attività fisica sono le basi per tenerli sotto controllo, ma a volte potrebbe servire un aiuto in più. “A fronte di un miglioramento dello stile di vita, nei casi di lieve ipercolesterolemia in prevenzione primaria (cioè in assenza di eventi aterosclerotici) può essere sufficiente prendere il riso rosso fermentato – spiega a Salute Bruno Passaretti, responsabile dell’Unità di Cardiologia Riabilitativa di Humanitas Gavazzeni di Bergamo (tra le strutture di eccellenza nell’area della cardiologia). Un integratore, dunque. Ma di cosa si tratta realmente? Per chi è consigliato? Ed è davvero un’alternativa naturale alle statine, cioè i farmaci più noti e utilizzati per il controllo del colesterolo “cattivo”? “Dipende dalle caratteristiche del paziente e dal suo stile di vita – dice l’esperto – ma è un grande inganno pensare che il riso rosso fermentato sia un’alternativa naturale alle statine, perché contiene esso stesso una statina”.

Riso rosso: una storia che parte da lontano

Le proprietà benefiche del riso rosso fermentato sono note già dal 1500: ne troviamo traccia nel libro scritto da Li Shizhen, esperto di medicina cinese, in cui viene descritto come capace di “favorire la circolazione del sangue e di sciogliere la stasi”. In un certo senso, il farmacologo asiatico aveva ragione: il principio attivo del riso rosso, prodotto da un fungo fermentante, aiuta a mantenere i livelli di colesterolo nella norma. Come spiega Passaretti, “questo tipo di cereale modificato viene prodotto lasciando fermentare il riso bollito con il fungo Monascus purpureus che, oltre a conferire un colore rosso porpora, produce anche una sostanza chiamata monacolina K, una molecola che ha una composizione chimica identica alla lovastatina, una statina ad azione leggera”.

Statine e riso rosso fermentato: differenze d’uso

La monacolina K, dunque, è il principio attivo del riso rosso fermentato, il cui consumo pertanto consente di abbassare i livelli di colesterolo Ldl nel sangue e il rischio di eventi cardiovascolari. Proprio come fanno le statine. Ma mentre le statine sono farmaci che possono essere prescritti solo dai medici dopo opportuna visita a persone con aumentato rischio cardiovascolare, i prodotti a base di riso rosso fermentato sono a norma di legge degli integratori. “Per essere considerati tali, devono contenere al massimo 3 mg di monacolina K (indicata come dose massima giornaliera, nda) – specifica Passaretti – In questi prodotti, per ottenere un effetto sinergico, la monacolina K è combinata con altre sostanze ipocolesterolemizzanti, come Omega 3, berberina e semi oleosi”.

Come prevenzione, quando i livelli di colesterolo superano di poco i valori di riferimento, può essere sufficiente prendere integratori a base di riso rosso fermentato, se nel frattempo si migliora anche lo stile di vita, continua l’esperto: “Tuttavia, in caso di peggioramento dell’ipercolesterolemia o di eventi come l’insorgenza di infarto, angina o malattia carotidea, sarà necessario prendere una statina”. Le statine, infatti, non hanno solo l’effetto di abbassare il colesterolo, ma riducono l’infiammazione e stabilizzano la placca aterosclerotica, che altrimenti potrebbe evolvere verso la rottura e chiusura del vaso con conseguente infarto: “Sono, quindi, fondamentali per i pazienti a rischio maggiore”.

Una guida necessaria

Negli anni c’è stata una progressiva demonizzazione delle statine: per via di alcuni scandali e di informazioni inesatte. Non è corretto dire, per esempio, che una volta cominciato il trattamento con una statina non si può più smettere, mentre è vero che se si interrompe la terapia i livelli di colesterolo tornano a salire, rialzando anche il rischio di incorrere in eventi cardiovascolari. Per questi motivi alcuni pazienti sono diventati riluttanti ad assumerle, e per questo preferiscono gli integratori, pensando siano molecole diverse. “Ma la distinzione tra principio attivo del riso rosso fermentato e statine non ha senso” – ribadisce Passaretti, ricordando anche che nel 2018 l’Agenzia europea per la sicurezza alimentare (Efsa) ha introdotto una diversa regolamentazione per gli integratori a base di riso rosso fermentato, abbassando la dose massima giornaliera da 10 a 3 mg, dopo la segnalazione di effetti avversi a carico di diversi tessuti e apparati (dal tessuto muscolo-scheletrico al fegato, dal sistema nervoso a quello gastro-intestinale) simili a quelli relativi all’assunzione di statine.

In commercio oggi esistono diversi tipi di integratori con composizioni e dosaggi leggermente differenti. “Oramai sappiamo esattamente di quanti milligrammi per decilitro di sangue si abbassa il colesterolo sia con riso rosso fermentato sia con ciascuna statina. Inoltre, anche la monacolina K in alcuni pazienti può dare allergie o degli effetti indesiderati, come ad esempio mialgie – conclude Passaretti – Quindi, è importante essere sempre seguiti da un medico per ottenere l’effetto desiderato”.



www.repubblica.it 2024-04-05 08:39:28

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